LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto di querela per truffa: chi è la vittima?

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un imputato condannato per truffa, il quale contestava la legittimità della querela. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che il diritto di querela spetta sia al soggetto materialmente ingannato, sia a colui che subisce il danno patrimoniale. Nel caso specifico, anche chi ha inviato un vaglia per l’acquisto di un bene mai ricevuto è considerato vittima, rendendo la querela pienamente valida.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Querela nella Truffa: Chi è la Vittima Legittimata?

Il reato di truffa, disciplinato dall’art. 640 del Codice Penale, solleva spesso questioni complesse riguardo all’identificazione delle vittime. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sul diritto di querela, specificando chi può legittimamente avviare l’azione penale. La decisione analizza il caso di una truffa legata alla vendita fittizia di un’autovettura, distinguendo tra il soggetto ingannato e quello che subisce il danno patrimoniale.

I Fatti del Caso: Una Compravendita Fittizia

Il caso ha origine da una condanna per truffa nei confronti di un individuo. Quest’ultimo, dopo aver promesso la vendita di un’autovettura, aveva indotto la vittima a inviargli un vaglia postale già compilato. Una volta ricevuto il titolo, l’imputato lo aveva incassato presso uno sportello senza mai consegnare il veicolo. Successivamente, l’istituto postale aveva rimborsato il titolare del conto corrente per la somma persa.

L’Appello e i Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:

1. Mancanza della condizione di procedibilità: La difesa sosteneva che la persona che aveva sporto querela non fosse legittimata a farlo. Secondo questa tesi, il querelante non era né la persona indotta in errore (l’addetto dello sportello), né colui che aveva subito la diminuzione patrimoniale definitiva (poiché era stato rimborsato).
2. Incorrettezza della motivazione: Il ricorrente contestava le argomentazioni con cui i giudici di merito avevano affermato la sua responsabilità penale.

La Decisione della Cassazione sul Diritto di Querela

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i motivi di ricorso inammissibili. In primo luogo, ha osservato che le argomentazioni erano una mera e ‘pedissequa reiterazione’ di quelle già respinte dalla Corte d’Appello, senza quindi formulare una critica specifica e puntuale alla sentenza impugnata.

Tuttavia, la Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale in materia di diritto di querela per il reato di truffa, confermando la piena legittimità dell’azione intrapresa.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito che, secondo la sua consolidata giurisprudenza, la titolarità del diritto di querela nel reato di truffa spetta a più soggetti. Possono infatti sporgere querela:

* Il soggetto che viene raggirato e materialmente privato del bene.
* Il soggetto che subisce il danno patrimoniale e che vanta un diritto di proprietà sul bene illecitamente sottratto.

I giudici hanno sottolineato che è del tutto possibile la ‘coesistenza di più soggetti passivi’ per lo stesso reato. Nel caso di specie, il reato si è perfezionato nel momento in cui l’imputato ha incassato l’assegno, realizzando un profitto ingiusto con danno altrui. Il successivo rimborso effettuato dalle Poste Italiane al titolare del conto non elimina il reato, ma rappresenta solo un ristoro del danno subito.

Inoltre, la Corte ha specificato che i soggetti raggirati non includevano solo l’addetto delle poste, ma anche e soprattutto la persona che aveva inviato il vaglia postale, convinta di poter acquistare l’autovettura promessa.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione rafforza un principio cruciale: la vittima di una truffa non è solo chi subisce la perdita economica finale, ma anche chi viene direttamente ingannato e indotto a compiere un atto di disposizione patrimoniale. Il diritto di querela è quindi esteso a tutte le parti lese dalla condotta illecita, garantendo una tutela più ampia ed efficace. La decisione conferma che il successivo ristoro del danno non incide sulla sussistenza del reato, che si considera commesso al momento dell’ottenimento dell’ingiusto profitto.

Chi può sporgere querela per il reato di truffa?
Secondo la Corte di Cassazione, il diritto di querela spetta sia al soggetto che viene raggirato e materialmente privato del bene, sia al soggetto che subisce il danno patrimoniale, essendo possibile la coesistenza di più vittime per lo stesso reato.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel precedente grado di giudizio, senza sollevare critiche specifiche e pertinenti contro la sentenza d’appello.

Il rimborso successivo del danno alla vittima elimina il reato di truffa?
No. Il reato si considera perfezionato nel momento in cui l’autore ottiene l’ingiusto profitto con conseguente danno per la vittima. Il successivo rimborso del danno non cancella il reato già commesso, ma serve solo a ristorare la vittima della perdita subita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati