LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto di querela conduttore: sì per danni condominiali

La Corte di Cassazione ha affermato il diritto di querela conduttore per i danni arrecati alle parti comuni dell’edificio. Ribaltando una decisione di merito, la Corte ha stabilito che l’inquilino è “persona offesa” dal reato di danneggiamento, in quanto il suo diritto di godimento si estende dall’appartamento alle aree condominiali. Pertanto, può validamente sporgere denuncia senza necessità di una delega da parte del proprietario, poiché il suo interesse all’integrità del bene è direttamente tutelato dalla norma penale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di querela conduttore: legittimo per danni alle parti comuni

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sul diritto di querela conduttore, stabilendo che anche un semplice inquilino è legittimato a sporgere querela per il reato di danneggiamento delle parti comuni del condominio. Questa pronuncia ribalta una precedente decisione di merito e amplia la nozione di “persona offesa”, riconoscendo che la tutela penale del patrimonio non si limita alla proprietà, ma si estende a chiunque abbia un legittimo diritto di godimento sul bene.

I fatti di causa

Il caso trae origine da un’azione penale per il reato di danneggiamento a carico di un imputato, accusato di aver rovinato alcune parti comuni di un edificio condominiale, tra cui citofoni, il portone e l’androne. La querela era stata presentata da un conduttore, ovvero l’inquilino di uno degli appartamenti situati nello stabile.

Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale, ritenendo che il conduttore non avesse la qualifica di “persona offesa”. Secondo il giudice, tale qualifica spettava unicamente alla società proprietaria dell’intero stabile, in quanto titolare del diritto di proprietà sulle parti comuni danneggiate. L’inquilino, non essendo proprietario e non avendo dimostrato una lesione a un interesse personale distinto, non era stato considerato legittimato a presentare l’istanza punitiva.

La decisione del Tribunale e il ricorso in Cassazione

Contro la sentenza del Tribunale, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di legge sotto due profili principali: il mancato riconoscimento della qualifica di persona offesa in capo al locatario e, di conseguenza, l’erronea valutazione sul difetto di legittimazione a proporre querela.

Il ricorso si è basato sull’idea che il godimento di un immobile locato non si esaurisce nelle mura dell’appartamento, ma si estende necessariamente all’uso delle parti comuni, essenziali per la piena fruizione del bene. Un danno a tali parti, quindi, pregiudica direttamente anche l’interesse del conduttore.

Il diritto di querela del conduttore secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. La decisione si articola su principi consolidati in giurisprudenza, sia penale che civile, che riconoscono l’ampiezza della tutela offerta in caso di danneggiamento.

La nozione di persona offesa

Il punto centrale della pronuncia è l’interpretazione dell’articolo 120 del codice penale, che individua nella “persona offesa” il titolare del diritto di querela. La Cassazione ha ribadito che, nel reato di danneggiamento (art. 635 c.p.), la tutela non è limitata al solo diritto di proprietà. Al contrario, essa si estende a chiunque abbia un rapporto qualificato con la cosa, che può derivare da un diritto reale o personale di godimento.

In altre parole, persona offesa è chiunque, per un titolo giuridico valido, utilizzi il bene o ne riceva una qualunque utilità. Questo include, senza dubbio, il conduttore di un immobile.

L’estensione del godimento alle parti comuni

La Corte ha inoltre richiamato la giurisprudenza civile, la quale è pacifica nel ritenere che il contratto di locazione trasferisca al conduttore non solo l’uso dell’unità immobiliare, ma anche quello dei servizi accessori e delle parti comuni dell’edificio. L’inquilino ha il diritto di utilizzare le parti condominiali (come l’androne, le scale, il portone) con le stesse modalità e lo stesso contenuto del potere spettante al proprietario-locatore.

Le motivazioni della Corte

Sulla base di queste premesse, la Corte ha concluso che la valutazione del Tribunale era errata. L’interesse protetto dalla norma sul danneggiamento è l’integrità del patrimonio, inteso in senso ampio come l’insieme dei diritti (proprietà, diritti reali, personali o di godimento) che fanno capo a un soggetto.

Il conduttore, essendo titolare di un diritto personale di godimento che comprende l’uso delle parti comuni, subisce una lesione diretta dal loro danneggiamento. La sua facoltà di fruire pienamente dell’immobile locato viene compromessa. Pertanto, egli è contitolare dell’interesse protetto dalla norma penale e deve essergli riconosciuta la qualifica di persona offesa, con il conseguente diritto di querela conduttore.

Conclusioni e implicazioni pratiche

La sentenza annulla la decisione impugnata e rinvia il caso alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio, che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato. L’implicazione pratica di questa pronuncia è di grande rilevanza: essa rafforza la posizione del conduttore, riconoscendogli uno strumento di tutela diretta contro atti vandalici o danneggiamenti che colpiscono le parti comuni del condominio. Non è più necessario attendere l’iniziativa del proprietario, spesso lontano o disinteressato. L’inquilino può agire in prima persona per la tutela di un diritto che gli appartiene a tutti gli effetti: quello a un pacifico e pieno godimento del bene locato.

Un inquilino (conduttore) può sporgere querela se vengono danneggiate le parti comuni del condominio (es. portone, citofono)?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il conduttore ha la qualifica di persona offesa e può quindi sporgere validamente querela, in quanto titolare di un diritto di godimento che si estende anche alle parti comuni dell’edificio.

Per sporgere querela, il conduttore ha bisogno di una delega da parte del proprietario dell’immobile?
No. La sentenza chiarisce che il diritto di querela spetta al conduttore in proprio, in quanto il suo interesse alla fruizione del bene è direttamente leso dal danneggiamento. Non è necessaria alcuna delega del proprietario.

Cosa si intende per “persona offesa” nel reato di danneggiamento?
Secondo la sentenza, la “persona offesa” non è solo il proprietario del bene, ma chiunque abbia un rapporto, anche solo di fatto e non illegale, con la cosa danneggiata, che gli consenta di utilizzarla o di riceverne un’utilità. Questo include i titolari di diritti reali, personali o di godimento, come l’inquilino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati