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Diritto di querela: chi può denunciare un furto?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per furto, il quale sosteneva la mancanza di legittimazione a querelare da parte del capo cantiere del luogo derubato. La Corte ha stabilito che, ai fini del diritto di querela, la nozione di possesso in ambito penale è più ampia di quella civilistica e include chiunque abbia una detenzione qualificata del bene, come un capo cantiere che ha il potere di custodire e gestire i beni presenti sul posto. Pertanto, quest’ultimo è considerato persona offesa e ha pieno titolo per sporgere querela.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Querela: Il Capo Cantiere Può Denunciare il Furto?

La questione del diritto di querela rappresenta un punto cruciale nel diritto processuale penale, specialmente quando si tratta di reati contro il patrimonio come il furto. Chi è legittimato a sporgere denuncia? Solo il proprietario dei beni sottratti o anche chi ne ha la semplice custodia? Con la sentenza n. 36956 del 2025, la Corte di Cassazione torna a fare chiarezza su questo tema, delineando i confini della nozione di “persona offesa” e confermando un principio di ampia portata pratica.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato per furto aggravato. La difesa contestava la validità della querela posta a fondamento dell’azione penale. Nello specifico, si sosteneva che la querela fosse stata sporta da un soggetto non legittimato: il capo cantiere della società che aveva subito il furto. Secondo la tesi difensiva, il capo cantiere non era né il proprietario dei beni né un legale rappresentante della società, e quindi non avrebbe avuto il potere di avviare il procedimento penale.

L’Importanza del Diritto di Querela nel Contesto Penale

La Corte d’Appello, in sede di rinvio, aveva già respinto questa doglianza, ritenendo il capo cantiere pienamente legittimato in virtù della sua posizione di detentore qualificato dei beni presenti nel cantiere. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. La difesa ha insistito sulla mancanza di prova sia del potere diretto del querelante sui beni, sia della sua effettiva qualifica di capo cantiere. Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha chiesto che il ricorso venisse dichiarato inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, cogliendo l’occasione per ribadire un concetto fondamentale. Il diritto di querela non spetta solo al proprietario del bene, ma a chiunque sia qualificabile come “persona offesa” dal reato. Ai fini penalistici, la nozione di possesso è molto più ampia e comprensiva rispetto a quella civilistica. Essa include non solo il possesso vero e proprio, ma anche la “detenzione a qualsiasi titolo”, purché si traduca in una relazione di fatto qualificata con la cosa.

La Corte spiega che il bene giuridico protetto dalla norma sul furto è la relazione di fatto con il bene, non necessariamente il diritto di proprietà. Di conseguenza, persona offesa è colui che subisce la lesione di questo potere di fatto. Il capo cantiere, in quanto responsabile della custodia e della gestione dei beni all’interno dell’area di lavoro, esercita proprio una detenzione qualificata. Egli ha un potere di signoria e vigilanza sui beni che lo rende titolare dell’interesse protetto dalla norma e, quindi, persona offesa dal reato di furto.

Non è necessario, chiarisce la Corte, che il detentore abbia poteri di rappresentanza formale del proprietario. La sua legittimazione a querelare deriva direttamente dalla sua posizione di fatto. Anche un ladro, paradossalmente, potrebbe diventare soggetto passivo di un successivo furto dello stesso bene, in quanto detentore. La Corte ha infine ritenuto aspecifica la censura relativa alla mancata prova documentale della qualifica del querelante, poiché la difesa non aveva mai contestato la sua concreta relazione materiale con il luogo e i beni oggetto del furto.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica. La decisione chiarisce che il diritto di querela per il reato di furto spetta non solo al proprietario, ma a chiunque eserciti un potere di fatto qualificato sul bene, come un responsabile di cantiere, un direttore di negozio, o un custode. Questa interpretazione estensiva della nozione di persona offesa garantisce una tutela più efficace e immediata contro i reati predatori, consentendo a chi ha la responsabilità diretta dei beni di attivare prontamente la risposta dell’ordinamento penale, senza dover attendere l’intervento formale del proprietario.

Chi può sporgere querela in caso di furto, oltre al proprietario del bene?
Può sporgere querela chiunque sia considerato “persona offesa” dal reato. Nel caso del furto, è persona offesa non solo il proprietario ma anche chi ha una detenzione qualificata del bene, ovvero una relazione di fatto che implica un potere di custodia, gestione o controllo sulla cosa.

Un capo cantiere ha il diritto di querela per un furto avvenuto nel cantiere che supervisiona?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il capo cantiere, in quanto titolare di una detenzione qualificata sui beni presenti nell’area di lavoro, è a tutti gli effetti persona offesa dal reato di furto e, di conseguenza, è pienamente legittimato a presentare querela.

Qual è la differenza tra possesso in senso civilistico e penalistico ai fini della querela?
Ai fini del diritto di querela per furto, il possesso in senso penalistico è più ampio di quello civilistico. Non si limita alla titolarità di un diritto reale, ma include qualsiasi relazione di fatto con il bene (detenzione), anche se precaria o clandestina, che conferisca un potere di signoria sulla cosa. La norma penale protegge questa relazione di fatto, non solo il diritto di proprietà.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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