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Diritto di querela: chi può denunciare il reato?

La Cassazione ha stabilito che in caso di appropriazione indebita di un’auto a noleggio, il diritto di querela spetta non solo al proprietario ma anche al dipendente della filiale che ha consegnato il veicolo. Questo perché il reato lede anche il rapporto fiduciario e l’interesse del dipendente alla restituzione del bene. La Corte ha annullato la sentenza di primo grado che negava tale diritto.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Querela: Il Detentore Può Denunciare l’Appropriazione Indebita?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione procedurale con notevoli risvolti pratici: chi è legittimato a sporgere denuncia in caso di appropriazione indebita? La decisione chiarisce che il diritto di querela non è un’esclusiva del proprietario del bene, ma si estende anche a chi, pur non essendo titolare del bene, lo detiene legittimamente e lo consegna a terzi in virtù di un rapporto fiduciario. Questo principio è fondamentale in contesti come il noleggio di veicoli, dove il soggetto che materialmente gestisce il bene è spesso un dipendente.

Il Caso: L’Appropriazione Indebita dell’Auto a Noleggio

Il caso esaminato trae origine da una vicenda di appropriazione indebita di un’autovettura noleggiata. Un cliente, dopo aver preso in consegna il veicolo da una filiale di una società di noleggio, non provvedeva a restituirlo nei termini pattuiti. La denuncia per il reato veniva sporta non dal legale rappresentante della società proprietaria del mezzo, ma dal dipendente addetto alla filiale che aveva materialmente curato la pratica di noleggio e consegnato l’auto all’imputato. Il Tribunale di primo grado aveva ritenuto che il dipendente non avesse il potere di sporgere una valida querela, in quanto non proprietario del bene. Contro questa decisione, il Procuratore Generale proponeva ricorso in Cassazione.

La Questione sul Diritto di Querela

Il nodo giuridico della controversia era stabilire se la qualifica di ‘persona offesa’ dal reato di appropriazione indebita, e il conseguente diritto di querela, spettasse unicamente al proprietario del bene o potesse essere riconosciuto anche a un soggetto diverso, come il gestore della filiale che, in nome e per conto della società, aveva la detenzione autonoma del veicolo e lo aveva affidato al cliente. La difesa del giudizio di primo grado si basava su una visione restrittiva, legando la legittimazione attiva esclusivamente al diritto di proprietà.

La Decisione della Cassazione e l’Ampliamento del Diritto di Querela

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata e rinviando il caso alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio. I giudici hanno affermato un principio di diritto consolidato e di grande rilevanza: il diritto di querela per il reato di appropriazione indebita spetta anche a chi, diverso dal proprietario, detiene legittimamente e autonomamente la cosa e l’ha consegnata a colui che poi se ne è appropriato illecitamente.

Le Motivazioni della Corte

Secondo la Suprema Corte, il reato di appropriazione indebita non lede soltanto il diritto di proprietà, ma anche il rapporto personale e obbligatorio che si instaura tra chi affida il bene e chi lo riceve. Il gestore della filiale, in questo caso, non è un mero esecutore materiale, ma è titolare di un interesse giuridico specifico alla corretta gestione del rapporto di noleggio, che include l’uso predeterminato del veicolo e la sua puntuale restituzione. La consegna del bene, eseguita in modo autonomo e indipendente, lo rende parte del rapporto fiduciario violato dall’autore del reato. Di conseguenza, egli è a tutti gli effetti ‘persona offesa’ e, come tale, pienamente legittimato a sporgere querela. Il reato colpisce la sua sfera giuridica, legata all’obbligo di custodire e gestire correttamente il patrimonio aziendale a lui affidato.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche, specialmente per le aziende che operano attraverso filiali, concessionari o gestori locali. Riconoscere il diritto di querela anche al detentore qualificato semplifica e accelera la tutela penale in caso di illeciti. Il responsabile di filiale o il dipendente che gestisce direttamente i beni può attivarsi immediatamente per denunciare l’accaduto, senza dover attendere l’intervento formale del legale rappresentante della società, spesso fisicamente distante. Ciò garantisce una maggiore efficacia nella repressione di reati come l’appropriazione indebita, rafforzando la posizione di chi opera in prima linea e si assume la responsabilità della gestione dei beni aziendali.

Chi può sporgere querela per appropriazione indebita, oltre al proprietario del bene?
Secondo la Corte di Cassazione, il diritto di querela spetta anche al soggetto che, pur non essendo proprietario, detiene legittimamente e autonomamente il bene e lo ha consegnato a chi se ne è poi appropriato.

Perché anche il dipendente di una società di noleggio è considerato persona offesa dal reato?
Perché il reato di appropriazione indebita viola non solo il diritto di proprietà, ma anche il rapporto fiduciario tra chi consegna il bene e chi lo riceve. Il dipendente che gestisce la consegna è titolare di un interesse giuridico alla restituzione della cosa e, pertanto, la sua sfera giuridica è lesa dal reato.

Qual è la conseguenza della decisione della Corte di Cassazione in questo caso specifico?
La Corte ha annullato la sentenza del Tribunale che negava la validità della querela. Il procedimento dovrà quindi proseguire davanti alla Corte d’Appello, che dovrà tenere conto del principio affermato dalla Cassazione e giudicare nuovamente il caso nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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