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Diritto di presenziare: nullità assoluta della sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per furto in abitazione a causa di un grave vizio procedurale. A uno degli imputati, detenuto, non è stato garantito il diritto di presenziare all’udienza di appello, nonostante ne avesse fatto esplicita richiesta. Questo errore ha determinato la nullità assoluta e insanabile della decisione, con rinvio a un nuovo giudizio. Il ricorso del coimputato, invece, è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Presenziare: la Cassazione Annulla la Condanna per Mancata Partecipazione dell’Imputato

Il diritto di presenziare al proprio processo è una delle garanzie fondamentali del nostro ordinamento giuridico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 26036 del 2025, ha riaffermato con forza questo principio, annullando una sentenza di condanna della Corte d’Appello di Bari proprio per la violazione di tale diritto. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere l’importanza delle garanzie procedurali e le conseguenze della loro violazione.

I Fatti del Caso

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per un furto aggravato in abitazione. Secondo la ricostruzione, si erano introdotti in un appartamento sottraendo circa 500 euro in contanti e oggetti preziosi per un valore complessivo di circa 6.000 euro. Le indagini, facilitate dalle immagini di una telecamera posta sullo spioncino di un vicino, avevano permesso di identificarli. Successivamente, venivano trovati in possesso degli indumenti usati per il colpo e del borsone sottratto alla vittima.

I Motivi del Ricorso e il Ruolo del Diritto di Presenziare

Contro la sentenza della Corte d’Appello, entrambi gli imputati proponevano ricorso in Cassazione. Mentre uno dei ricorsi si concentrava su questioni di merito (mancato riconoscimento dell’attenuante del risarcimento del danno e della sospensione condizionale della pena), l’altro sollevava una questione procedurale decisiva.

La Violazione del Diritto di Partecipazione al Processo

L’imputato, detenuto per altra causa, aveva manifestato tempestivamente la volontà di partecipare all’udienza di appello. La prima udienza era stata rinviata per un difetto di notifica (il decreto di citazione non era stato tradotto in una lingua a lui nota). Alla successiva udienza, decisiva per la discussione e la decisione, la Corte d’Appello ometteva di disporre la sua traduzione o il collegamento in videoconferenza dal carcere. Il processo si celebrava e si concludeva in sua assenza, nonostante la richiesta di partecipazione non fosse mai stata revocata. La difesa sosteneva che tale omissione costituisse una nullità assoluta e insanabile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso basato sulla violazione del diritto di presenziare, ritenendolo fondato e assorbente rispetto a ogni altra questione. I giudici hanno richiamato un principio consolidato, anche a Sezioni Unite, secondo cui la mancata traduzione in udienza dell’imputato detenuto, che abbia tempestivamente manifestato la volontà di comparire, determina la nullità assoluta del giudizio e della relativa sentenza.

La Corte ha specificato che la volontà di comparire, una volta espressa, produce i suoi effetti non solo per l’udienza per cui è stata formulata, ma anche per quelle successive fissate a seguito di rinvio, a meno che non intervenga una rinuncia esplicita. Nel caso di specie, l’imputato aveva chiesto di partecipare, il processo era stato rinviato, ma alla nuova data non era stata garantita la sua presenza. Questa mancanza ha viziato irrimediabilmente il procedimento.

Per quanto riguarda il secondo ricorrente, la Corte ha dichiarato il suo ricorso inammissibile. Le motivazioni della Corte d’Appello sul mancato riconoscimento dell’attenuante del risarcimento (ritenuto non integrale) e sul diniego della sospensione condizionale della pena (basato sulla pericolosità sociale e precedenti) sono state giudicate logiche e conformi alla legge.

Conclusioni

La sentenza si conclude con due decisioni opposte: l’annullamento senza rinvio della sentenza per l’imputato a cui non è stato garantito il diritto di presenziare, con trasmissione degli atti a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio, e la dichiarazione di inammissibilità del ricorso del coimputato. Questa pronuncia ribadisce che le garanzie procedurali, in particolare il diritto dell’imputato a partecipare attivamente al proprio processo, non sono mere formalità, ma pilastri fondamentali dello Stato di diritto. La loro violazione comporta la sanzione più grave: la nullità dell’intero giudizio.

Se un imputato detenuto chiede di partecipare all’udienza d’appello e questa viene rinviata, la sua richiesta è ancora valida per la nuova udienza?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la volontà di comparire manifestata dall’imputato produce effetti anche per le udienze successive fissate a seguito di rinvio, a meno che non vi sia una espressa rinuncia.

Che tipo di vizio determina la violazione del diritto di presenziare dell’imputato detenuto in appello?
Determina una nullità assoluta e insanabile del giudizio camerale e della relativa sentenza. Si tratta di un vizio gravissimo che invalida l’intero procedimento svoltosi in assenza dell’imputato.

La dichiarazione della persona offesa di essere soddisfatta del risarcimento è vincolante per il giudice ai fini della concessione dell’attenuante della riparazione del danno?
No. La giurisprudenza costante ritiene che la valutazione sulla congruità e integralità del risarcimento spetti al giudice, il quale può disattendere, con adeguata motivazione, la dichiarazione satisfattiva della parte lesa se ritiene che il danno non sia stato interamente riparato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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