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Diritto di difesa: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per manifesta infondatezza, chiarendo che il diritto di difesa è pienamente garantito dalla presenza del difensore in un’udienza orale. L’imputato, che lamentava la violazione del contraddittorio, è stato condannato al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria e alla rifusione delle spese legali della parte civile.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Difesa e Ricorso Inammissibile: Analisi di una Decisione della Cassazione

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso in Cassazione, in particolare quando si contesta la violazione del diritto di difesa. La Suprema Corte, con una decisione netta, ha ribadito che la presenza del difensore in udienza è un presidio fondamentale che, se garantito, può rendere infondate le successive lamentele sul contraddittorio. Questo caso serve come monito sull’importanza di presentare motivi di ricorso solidi e non meramente pretestuosi.

I Fatti del Caso: Dall’Appello alla Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di tentata violenza privata in concorso, commesso nel 2015. La sentenza di condanna, emessa in primo grado, veniva confermata dalla Corte di Appello di Napoli nel dicembre 2022.

Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione. A complicare il quadro, la parte civile costituita nel processo presentava una memoria, evidenziando ulteriori ragioni per cui il ricorso dovesse essere considerato inammissibile.

Il Motivo del Ricorso: La Presunta Violazione del Diritto di Difesa

Il nucleo centrale del ricorso dell’imputato si basava sulla presunta violazione del suo diritto di difesa e, più specificamente, del principio del contraddittorio. Secondo la tesi difensiva, le modalità con cui si era svolto il processo di appello avrebbero leso le garanzie difensive previste dalla legge.

Questa argomentazione mirava a ottenere l’annullamento della sentenza di condanna, sostenendo che il procedimento di secondo grado fosse viziato da un errore procedurale fondamentale. Tuttavia, come vedremo, la Corte di Cassazione ha ritenuto tale doglianza del tutto priva di fondamento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha liquidato il ricorso come “manifestamente infondato”. La motivazione è tanto semplice quanto rigorosa: il processo di appello si era svolto in una singola udienza, con trattazione orale, su richiesta del Procuratore generale. A tale udienza, elemento decisivo, era presente il difensore dell’imputato.

La presenza fisica e attiva del legale in aula è stata considerata dalla Corte come la prova inconfutabile che il diritto di difesa e il principio del contraddittorio erano stati pienamente rispettati. L’imputato, attraverso il suo avvocato, ha avuto la piena possibilità di esporre le proprie argomentazioni e controbattere a quelle dell’accusa. Di conseguenza, la censura mossa con il ricorso è stata giudicata pretestuosa e non meritevole di un esame nel merito.

Le Conclusioni: Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato conseguenze economiche significative per il ricorrente. La Corte, infatti, non si è limitata a rigettare l’impugnazione, ma ha condannato l’imputato a:
1. Pagare le spese processuali del giudizio di Cassazione.
2. Versare una somma di Euro 3.000,00 alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorsi inammissibili.
3. Rifondere le spese legali sostenute dalla parte civile per difendersi in sede di legittimità, liquidate in Euro 2.000,00 oltre accessori di legge.

Questa pronuncia riafferma un principio cruciale: il ricorso in Cassazione non è uno strumento per ritardare l’esecuzione di una condanna, ma un rimedio straordinario per far valere vizi di legittimità concreti e fondati. L’abuso di tale strumento, attraverso la proposizione di motivi pretestuosi, viene sanzionato non solo con il rigetto, ma anche con onerose conseguenze economiche.

Quando un ricorso può essere dichiarato manifestamente infondato?
Un ricorso è considerato manifestamente infondato quando le argomentazioni presentate sono palesemente prive di qualsiasi base giuridica, come nel caso in esame, dove si lamentava la violazione di un diritto che era stato chiaramente rispettato.

La presenza dell’avvocato in udienza è sufficiente a garantire il diritto di difesa?
Sì, secondo questa ordinanza, la presenza del difensore in un’udienza a trattazione orale, dove ha la possibilità di interloquire e presentare le proprie argomentazioni, è considerata una piena attuazione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che presenta un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali, al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende (in questo caso 3.000 euro) e alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile nel giudizio (in questo caso 2.000 euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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