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Diritto di difesa: nullo il DASPO se il GIP non valuta

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un D.A.Spo. (Divieto di Accesso a Manifestazioni Sportive) con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La decisione è fondata sulla violazione del diritto di difesa, in quanto il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) aveva completamente omesso di valutare la memoria difensiva tempestivamente depositata dal ricorrente. La Corte ha ribadito che, sebbene il contraddittorio possa essere solo scritto, il giudice ha l’obbligo di esaminare le argomentazioni della difesa prima di decidere.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Difesa: Annullata la Convalida del DASPO se il Giudice Ignora la Memoria

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10924 del 2025, ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento: il diritto di difesa non può essere sacrificato sull’altare della celerità dei procedimenti. Anche nelle procedure di convalida delle misure di prevenzione, come il D.A.Spo., il giudice ha il dovere di esaminare attentamente le argomentazioni scritte presentate dal cittadino. Ignorarle equivale a una violazione che rende nullo il provvedimento.

I Fatti del Caso: Il D.A.Spo. e la Memoria Difensiva Ignorata

Il caso trae origine da un provvedimento emesso dal Questore nei confronti di un tifoso, con il quale gli veniva imposto un D.A.Spo. della durata di cinque anni. Oltre al divieto di accesso agli stadi, la misura prevedeva la prescrizione, altrettanto lunga, dell’obbligo di presentazione presso una caserma dei Carabinieri all’inizio del primo tempo di ogni partita della sua squadra del cuore.

Come previsto dalla legge, il provvedimento del Questore, per la parte relativa all’obbligo di firma, doveva essere convalidato da un Giudice per le Indagini Preliminari (GIP). Il difensore del tifoso, rispettando scrupolosamente i termini, presentava una memoria difensiva tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) alla cancelleria del GIP. Tuttavia, il giudice, nel suo provvedimento di convalida emesso il giorno successivo, non faceva alcun cenno a tale documento, omettendo completamente di valutarne il contenuto.

La Violazione del Diritto di Difesa come Motivo di Ricorso

Il cittadino ha proposto ricorso in Cassazione lamentando due violazioni fondamentali:
1. Omessa motivazione: Il GIP non aveva in alcun modo considerato né menzionato la memoria difensiva, sebbene fosse stata depositata tempestivamente.
2. Violazione del diritto di difesa: L’eccessiva compressione dei tempi tra la notifica del D.A.Spo., la richiesta di convalida del Pubblico Ministero e la decisione del giudice aveva di fatto reso quasi impossibile un’adeguata difesa.

Le Motivazioni della Cassazione: Il Diritto di Difesa è Effettivo o Non È

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato sul primo punto e assorbendo il secondo. Il ragionamento dei giudici supremi è lineare e rigoroso. Sebbene la legge consenta in questi casi un contraddittorio “cartolare”, ovvero basato solo su atti scritti senza udienza, ciò non svuota di significato il diritto di difesa.

La facoltà di presentare memorie, affermano i giudici, “costituisce mezzo idoneo a consentirgli di esercitare il diritto di difesa”. A questa facoltà, però, deve necessariamente corrispondere un obbligo da parte del giudice: quello di “prendere in carico” le argomentazioni difensive. Un giudice che emette una decisione senza leggere e valutare quanto scritto dalla difesa, di fatto, nega l’esistenza stessa di tale diritto.

La Corte ha richiamato la sua stessa giurisprudenza consolidata, secondo cui è “nulla, per violazione del diritto di difesa, l’ordinanza di convalida […] che non contenga alcun riferimento alle deduzioni oggetto della memoria difensiva depositata”. Il controllo giurisdizionale non può essere un mero passaggio formale, ma deve essere sostanziale e investire tutti i presupposti di legittimità della misura, inclusa la congruità della sua durata, alla luce delle argomentazioni fornite dalle parti.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

La pronuncia ha importanti implicazioni pratiche. Annullando con rinvio l’ordinanza, la Cassazione ha stabilito che il GIP dovrà riesaminare la richiesta di convalida, questa volta tenendo in debita considerazione la memoria difensiva. La sentenza sospende inoltre l’efficacia dell’obbligo di presentazione.

Questo caso serve da monito: la celerità richiesta in certi procedimenti non può mai tradursi in una giustizia sommaria. Il diritto di difesa è un pilastro dello stato di diritto e la sua effettività si misura sulla capacità del sistema di ascoltare e valutare le ragioni di ogni cittadino, anche quando espresse su un foglio di carta depositato in una cancelleria.

È valido un provvedimento di convalida di un D.A.Spo. se il giudice non considera la memoria difensiva presentata in tempo?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordinanza di convalida è nulla per violazione del diritto di difesa se il giudice omette completamente di valutare o menzionare le argomentazioni contenute in una memoria difensiva tempestivamente depositata.

Nel procedimento di convalida del D.A.Spo., la difesa si esercita solo in forma scritta?
Sì, la Corte ha confermato che il contraddittorio esclusivamente “cartolare” (basato su documenti scritti) è sufficiente in questo tipo di procedimento, ma a una condizione fondamentale: che il giudice prenda effettivamente in carico e valuti le argomentazioni presentate dalla difesa, garantendo così l’effettività del diritto.

Cosa significa che la Cassazione annulla con rinvio l’ordinanza del GIP?
Significa che la decisione del GIP viene cancellata. Il caso viene rispedito allo stesso ufficio giudiziario (il Tribunale di Torino) affinché un giudice emetta una nuova decisione, questa volta seguendo i principi indicati dalla Cassazione, ovvero l’obbligo di esaminare e motivare in relazione alla memoria difensiva presentata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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