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Diritto di difesa del terzo e confisca: il caso alle SU

La Corte di Cassazione ha affrontato il caso di una confisca di prevenzione a carico di un soggetto e dei suoi familiari, considerati intestatari fittizi dei beni. Rilevando un profondo contrasto giurisprudenziale, la Corte ha rimesso alle Sezioni Unite la decisione sulla portata del diritto di difesa del terzo: può questi contestare solo la titolarità fittizia del bene o anche i presupposti della misura applicata al soggetto principale, come la sua pericolosità sociale? La futura sentenza definirà un principio fondamentale in materia.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca di Prevenzione: Quali Tutele per il Terzo Proprietario? La Cassazione Interpella le Sezioni Unite

Nel complesso panorama delle misure di prevenzione patrimoniale, una delle questioni più delicate riguarda la tutela dei terzi i cui beni vengono coinvolti in una procedura di confisca. Spesso si tratta di familiari del soggetto ‘proposto’ per la misura, i quali risultano formalmente proprietari di immobili o società. La domanda cruciale è: fino a che punto si estende il loro diritto di difendersi in giudizio? Possono solo dimostrare di essere i veri proprietari o possono spingersi a contestare le ragioni stesse della misura, come la pericolosità sociale del loro congiunto? Su questo interrogativo, che tocca il cuore del diritto di difesa del terzo, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 43160/2024, ha deciso di passare la parola alle Sezioni Unite.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un decreto della Corte di Appello di Bari, che confermava la confisca di beni disposta dal Tribunale nei confronti di un individuo ritenuto socialmente pericoloso. Il provvedimento, tuttavia, non colpiva solo il proposto, ma anche i beni intestati a suoi stretti familiari (moglie, figlia e fratello), considerati meri intestatari fittizi. Questi ultimi, nel ricorrere in Cassazione, non si sono limitati a rivendicare la proprietà effettiva dei beni, ma hanno sollevato una questione ben più ampia: la legittimità di contestare i presupposti stessi della misura di prevenzione, inclusa la valutazione sulla pericolosità sociale del loro parente.

Il Diritto di Difesa del Terzo e il Contrasto Giurisprudenziale

La Corte di Cassazione, nell’esaminare i ricorsi, ha messo in luce l’esistenza di un radicato e profondo contrasto giurisprudenziale sul perimetro del diritto di difesa del terzo. Si delineano principalmente tre filoni interpretativi.

L’Orientamento Maggioritario e Restrittivo

Secondo l’interpretazione prevalente, il terzo intestatario del bene può difendersi esclusivamente su un punto: dimostrare che la sua titolarità è reale e non fittizia. In altre parole, deve provare di essere il vero proprietario e di aver acquisito il bene con risorse proprie e lecite. Non avrebbe, invece, alcun interesse a contestare la pericolosità del proposto o la sproporzione dei suoi redditi, poiché si tratta di questioni personali che non lo riguardano direttamente. Una volta provata la sua effettiva titolarità, il bene gli verrebbe restituito, a prescindere dalle sorti del proposto.

L’Orientamento Minoritario e Ampliativo

Una visione opposta, sebbene minoritaria, sostiene che il terzo debba avere la possibilità di contestare tutti i presupposti della misura di prevenzione. Questa tesi si fonda sull’idea che gli elementi della confisca (pericolosità del proposto, illecita provenienza dei beni, intestazione fittizia) siano strettamente interconnessi. Negare al terzo la possibilità di smontare l’intero castello accusatorio equivarrebbe a una violazione del suo diritto di difesa. Se, ad esempio, si dimostra che il proposto non è mai stato socialmente pericoloso, l’intero impianto della confisca crolla, e con esso anche il presupposto dell’intestazione fittizia finalizzata a nascondere beni di provenienza illecita.

Le Posizioni Intermedie

Esistono anche orientamenti intermedi che tentano una sintesi. Alcuni ammettono che il terzo possa contestare aspetti oggettivi, come il periodo temporale in cui si sarebbe manifestata la pericolosità, per dimostrare che l’acquisto del suo bene è avvenuto in un’epoca non ‘sospetta’. Altri, più recenti, riconoscono al terzo il diritto di contestare tutti i presupposti oggettivi della confisca, escludendo solo quelli puramente soggettivi legati alla persona del proposto.

Le Motivazioni della Rimessione alle Sezioni Unite

Di fronte a un quadro così frammentato, la Quinta Sezione Penale ha ritenuto indispensabile rimettere la questione alle Sezioni Unite. La decisione non è solo formale, ma sostanziale. L’incertezza sul diritto di difesa del terzo incide su principi fondamentali, come il diritto di proprietà e il diritto a un giusto processo, tutelati sia dalla Costituzione che dalle Convenzioni internazionali (CEDU). La Corte sottolinea come il tema sia di ‘speciale importanza’ e abbia un impatto immediato su innumerevoli processi in corso. È necessario stabilire un principio di diritto chiaro e uniforme per garantire parità di trattamento e certezza giuridica a tutti i cittadini coinvolti, loro malgrado, in queste complesse procedure.

Conclusioni

La futura pronuncia delle Sezioni Unite è attesa con grande interesse. Sarà chiamata a bilanciare l’esigenza di contrastare efficacemente l’accumulazione di patrimoni illeciti con la necessità di garantire una tutela piena ed effettiva ai terzi che vedono i loro diritti messi in discussione. La sentenza che ne deriverà non solo risolverà il caso specifico, ma traccerà una linea guida vincolante per tutti i giudici italiani, definendo una volta per tutte i confini e la sostanza del diritto di difesa del terzo nel delicato ambito delle misure di prevenzione patrimoniale.

Qual è la questione principale che la Corte di Cassazione ha deciso di rimettere alle Sezioni Unite?
La questione riguarda l’ampiezza del diritto di difesa del terzo intestatario di un bene sottoposto a confisca di prevenzione. Si chiede se tale soggetto possa limitarsi a contestare la natura fittizia della sua intestazione oppure se sia legittimato a contestare anche i presupposti soggettivi e oggettivi della misura applicata al proposto, come la sua pericolosità sociale o la sproporzione patrimoniale.

Quali sono i principali orientamenti giurisprudenziali in conflitto sul diritto di difesa del terzo?
Esistono due orientamenti principali. L’orientamento maggioritario (restrittivo) ritiene che il terzo possa solo rivendicare l’effettiva titolarità del bene, senza poter discutere la posizione del proposto. L’orientamento minoritario (estensivo) sostiene invece che il terzo abbia interesse e legittimazione a contestare tutti i presupposti della misura, poiché sono tutti collegati e determinano l’ablazione del suo bene.

Perché la decisione di rimettere il caso alle Sezioni Unite è così importante?
È importante perché il conflitto giurisprudenziale esistente crea incertezza e disparità di trattamento in una materia che incide su diritti fondamentali come la proprietà e la difesa. La pronuncia delle Sezioni Unite stabilirà un principio di diritto vincolante per tutti i giudici, garantendo un’applicazione uniforme della legge e chiarendo definitivamente la portata delle tutele processuali per i terzi coinvolti nelle misure di prevenzione patrimoniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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