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Diritto di difesa: DASPO nullo senza le 48 ore

Un soggetto ha impugnato la convalida di un provvedimento di DASPO con obbligo di firma, lamentando che il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) non avesse rispettato il termine minimo di 48 ore dalla notifica per consentirgli di presentare le proprie difese. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza. La Corte ha ribadito che il mancato rispetto del termine di 48 ore, necessario per garantire un effettivo diritto di difesa, costituisce una causa di nullità insanabile del provvedimento di convalida.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Difesa: Annullata Convalida DASPO per Violazione dei Termini

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13224 del 2024, ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento: la garanzia del diritto di difesa non può essere compressa, neppure nei procedimenti d’urgenza come la convalida del DASPO. La decisione sottolinea che il destinatario di un provvedimento restrittivo deve avere un tempo minimo e incomprimibile di 48 ore per poter approntare le proprie difese prima che il giudice si pronunci. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso

Un cittadino si è visto notificare un provvedimento emesso dal Questore, contenente un divieto di accesso a manifestazioni sportive (DASPO) per la durata di cinque anni, con annesso obbligo di comparire personalmente presso gli uffici di Polizia in occasione di determinati eventi sportivi. Il provvedimento gli veniva notificato in data 25 luglio alle ore 18:00.

Il Pubblico Ministero richiedeva la convalida al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) il giorno successivo, 26 luglio. Il GIP emetteva e depositava l’ordinanza di convalida già il 27 luglio, ad un orario non specificato. Il destinatario del provvedimento ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando proprio la violazione del suo diritto di difesa, poiché il giudice aveva deciso prima che fossero trascorse le 48 ore minime dalla notifica, impedendogli di prendere visione degli atti e depositare memorie difensive.

La Centralità del Diritto di Difesa nella Convalida

Il ricorrente ha sollevato diversi motivi di ricorso, tra cui la mancata motivazione sulla durata della misura e sulla sua estensione. Tuttavia, il punto focale, assorbente rispetto a tutti gli altri, è stato quello procedurale. La questione cruciale era: il GIP può convalidare un DASPO con obbligo di firma prima che siano passate 48 ore dalla notifica al destinatario?

La risposta della Corte di Cassazione è stata un netto no. Citando un consolidato orientamento giurisprudenziale, anche delle Sezioni Unite, i giudici hanno ribadito che il termine di 48 ore, previsto affinché il Pubblico Ministero richieda la convalida, è anche il tempo minimo che deve essere garantito all’interessato per esercitare il proprio diritto di difesa. Questo intervallo è considerato “incomprimibile” e funzionale al contraddittorio.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che il destinatario di un provvedimento del Questore ha il diritto di esaminare gli atti su cui si fonda la misura e di presentare memorie e deduzioni al giudice della convalida. Per fare ciò, è indispensabile un lasso di tempo congruo. Questo tempo è stato individuato, per uniformità giurisprudenziale, nelle 48 ore successive alla notificazione del provvedimento amministrativo. La convalida non può intervenire prima che sia decorso questo termine.

L’inosservanza di questo intervallo temporale non è una mera irregolarità, ma lede in modo concreto il diritto di difesa. Di conseguenza, si configura una nullità di ordine generale, come previsto dall’articolo 178, lettera c), del codice di procedura penale. Nel caso specifico, la notifica era avvenuta il 25 luglio alle 18:00 e la convalida era stata depositata il 27 luglio. Era quindi palese che il termine minimo non fosse stato rispettato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore, limitatamente all’obbligo di presentazione. La decisione riafferma che le garanzie procedurali sono un baluardo fondamentale dello Stato di diritto. Anche in materie dove è forte l’esigenza di prevenzione e celerità, come la sicurezza negli stadi, il diritto di una persona a difendersi non può essere sacrificato. Questa sentenza costituisce un importante monito per le autorità giudiziarie a rispettare scrupolosamente i termini posti a presidio del contraddittorio.

Quanto tempo deve passare tra la notifica di un DASPO con obbligo di firma e la sua convalida da parte del giudice?
Deve trascorrere un termine minimo di 48 ore dalla notifica del provvedimento all’interessato. Questo intervallo è considerato indispensabile e incomprimibile per consentire l’effettivo esercizio del diritto di difesa.

Cosa succede se il termine minimo per la difesa non viene rispettato nella procedura di convalida del DASPO?
L’inosservanza del termine di 48 ore costituisce una violazione del diritto di difesa e determina una nullità di ordine generale, ai sensi dell’art. 178, lett. c) c.p.p. Di conseguenza, l’ordinanza di convalida emessa prima di tale termine viene annullata.

Il diritto di difesa si applica anche nei procedimenti urgenti di prevenzione come il DASPO?
Sì. La sentenza afferma chiaramente che, anche nei procedimenti caratterizzati da esigenze di urgenza, il diritto al contraddittorio e alla difesa deve essere garantito. La possibilità di presentare memorie difensive prima della decisione del giudice è un principio fondamentale che non può essere derogato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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