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Diritto di difesa D.A.Spo.: la convalida anticipata

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un D.A.Spo. che imponeva l’obbligo di presentazione. La decisione si fonda sulla violazione del diritto di difesa D.A.Spo., poiché il Giudice ha emesso la convalida prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie memorie difensive, determinando una nullità insanabile.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Difesa D.A.Spo.: La Convalida Prima delle 48 Ore è Nulla

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 35846 del 2025, riafferma un principio fondamentale nella procedura di applicazione delle misure di prevenzione: il rispetto del diritto di difesa D.A.Spo. non è una mera formalità, ma un pilastro essenziale la cui violazione comporta la nullità dell’intero procedimento di convalida. Il caso analizzato riguarda la convalida di un provvedimento del Questore, impositivo dell’obbligo di presentazione all’autorità di polizia, avvenuta prima che scadesse il termine minimo di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie memorie difensive. Vediamo nel dettaglio i fatti e la decisione della Suprema Corte.

Il Caso: Un D.A.Spo. Convalidato Troppo Presto

Un soggetto veniva raggiunto da un provvedimento del Questore che, oltre a vietargli l’accesso ai luoghi di manifestazioni sportive per dieci anni (D.A.Spo.), gli imponeva l’obbligo di comparire personalmente in Questura durante lo svolgimento delle partite. Tale provvedimento veniva notificato il 18 marzo alle ore 12:00. Il giorno successivo, il Pubblico Ministero richiedeva la convalida al Giudice per le indagini preliminari (GIP), il quale la emetteva il 20 marzo alle ore 9:00.

Il difensore dell’interessato presentava una memoria difensiva via PEC lo stesso 20 marzo, alle ore 9:28, quindi ben entro il termine di 48 ore dalla notifica (che sarebbe scaduto alle 12:00). Tuttavia, il GIP aveva già deciso, senza poter considerare gli argomenti difensivi. Di qui il ricorso in Cassazione per violazione del diritto di difesa.

L’Importanza del Diritto di Difesa nel D.A.Spo.

La procedura di convalida del D.A.Spo. con obbligo di presentazione è definita come un “contraddittorio cartolare”. Ciò significa che, pur non essendoci un’udienza fisica, all’interessato deve essere garantita la possibilità di esporre le proprie ragioni attraverso documenti e memorie scritte. La giurisprudenza consolidata stabilisce che, per assicurare l’effettività di questo diritto, deve essere concesso un termine non inferiore a 48 ore dalla notifica del provvedimento per depositare tali memorie.

Questo lasso di tempo è cruciale per permettere al soggetto e al suo difensore di analizzare le accuse e preparare una linea difensiva adeguata. Agire prima di tale scadenza significa, di fatto, negare questa possibilità.

La Decisione della Cassazione: Violazione del Diritto di Difesa D.A.Spo.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza di convalida. La decisione si fonda su un principio chiaro e indiscutibile: il GIP non può esercitare il proprio potere di controllo sull’operato dell’Autorità di Pubblica Sicurezza prima che sia scaduto il termine a favore del destinatario della misura per depositare i propri documenti a discolpa.

Le Motivazioni della Sentenza

I giudici hanno qualificato la violazione del termine dilatorio come causa di “nullità di ordine generale”, ai sensi dell’art. 178 lett. c) del codice di procedura penale. Questa norma sanziona con la nullità gli atti che non rispettano le disposizioni relative all’intervento, all’assistenza e alla rappresentanza dell’imputato e delle altre parti private.

La Corte ha specificato che consentire all’interessato di presentare memorie o deduzioni è il modo in cui si garantisce il diritto di difesa in questo tipo di procedimento. La convalida anticipata, avvenuta nel caso di specie, ha impedito l’effettivo esercizio di tale diritto, viziando insanabilmente il provvedimento del GIP. L’annullamento dell’ordinanza impugnata è stato quindi una conseguenza inevitabile, con la dichiarazione di inefficacia dell’obbligo di presentazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza la tutela del diritto di difesa nell’ambito delle misure di prevenzione. Stabilisce in modo inequivocabile che i termini procedurali posti a garanzia della difesa non possono essere compressi o ignorati dall’autorità giudiziaria. Qualsiasi decisione di convalida emessa prima dello scadere delle 48 ore dalla notifica del provvedimento al destinatario è da considerarsi nulla.

Per gli operatori del diritto, ciò significa prestare la massima attenzione alla cronologia degli atti: la notifica del provvedimento del Questore fa scattare un termine perentorio che deve essere pienamente rispettato prima che il GIP possa pronunciarsi sulla richiesta di convalida. Per i cittadini, è una conferma che il diritto a difendersi, anche attraverso memorie scritte, è un presidio irrinunciabile dello stato di diritto.

Quanto tempo ha l’interessato per difendersi da un D.A.Spo. con obbligo di presentazione prima della convalida?
La giurisprudenza consolidata, richiamata nella sentenza, stabilisce che all’interessato deve essere concesso un termine non inferiore a 48 ore dalla notifica del provvedimento per produrre memorie difensive.

Cosa succede se il Giudice convalida il D.A.Spo. prima della scadenza del termine per la difesa?
L’intervento del Giudice prima della scadenza del termine concesso alla difesa è causa di nullità di ordine generale dell’ordinanza di convalida, in quanto impedisce l’effettivo esercizio del diritto di difesa.

Perché il contraddittorio in questa procedura è definito ‘cartolare’?
È definito ‘cartolare’ perché il confronto tra le parti e l’esercizio del diritto di difesa avvengono esclusivamente attraverso lo scambio di documenti scritti (ricorso, memorie, deduzioni), senza la necessità di un’udienza orale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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