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Differenza rapina furto: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11770/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Il caso chiarisce la differenza rapina furto: si configura la rapina se la violenza, anche solo uno spintone, è diretta alla persona e non solo all’oggetto sottratto. La Corte ha inoltre confermato che spingere gli agenti durante un controllo integra il reato di resistenza e che la valutazione del danno non si limita al valore economico, ma include il turbamento della vittima.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Differenza Rapina e Furto con Strappo: Quando una Spinta Cambia Tutto

La linea di confine tra diversi reati contro il patrimonio può essere sottile, ma le conseguenze legali sono notevolmente diverse. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 11770/2024) offre un chiarimento cruciale sulla differenza rapina furto, specificando come un semplice spintone possa trasformare un’azione da furto aggravato a rapina. Questa decisione non solo ribadisce principi consolidati, ma fornisce anche indicazioni precise sulla qualificazione della violenza e sulla valutazione del danno alla vittima.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per i reati di rapina (art. 628 c.p.) e resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), confermata sia dal Tribunale che dalla Corte di Appello. I fatti contestati erano due: in primo luogo, l’imputato aveva spintonato una persona per impossessarsi di una somma di denaro; in secondo luogo, al momento del controllo da parte delle forze dell’ordine, aveva opposto resistenza spingendo gli agenti per darsi alla fuga.

L’Analisi della Differenza Rapina Furto nei Motivi di Ricorso

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Errata qualificazione del reato: Si sosteneva che il fatto dovesse essere classificato come furto con strappo e non come rapina. La difesa argomentava che la violenza era stata esercitata sul bene sottratto (il denaro) e non direttamente sulla persona offesa. Si lamentava inoltre la mancata specificazione della minaccia che avrebbe preceduto lo spintone.
2. Mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità: Si chiedeva l’applicazione dell’attenuante prevista dall’art. 62 n. 4 c.p., dato che il danno patrimoniale ammontava a soli cento euro, ritenuto di lieve entità.
3. Insussistenza del reato di resistenza: La difesa affermava che la condotta dell’imputato si era limitata a una mera resistenza passiva seguita dalla fuga, comportamenti non sufficienti a integrare la violenza richiesta dalla norma incriminatrice.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi in parte aspecifici e in parte manifestamente infondati. L’analisi della Corte è fondamentale per comprendere le distinzioni giuridiche applicate.

Sulla Differenza tra Rapina e Furto con Strappo

Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione tra le due figure di reato. La Corte ha rigettato il primo motivo di ricorso, chiarendo che i giudici di merito avevano correttamente qualificato il fatto come rapina. La violenza, concretizzatasi nello spintone, era stata diretta inequivocabilmente contro la persona della vittima al fine di impossessarsi del denaro. Non si è trattato, quindi, di una violenza esercitata sulla res (la cosa), come avviene nel furto con strappo, ma di un’azione violenta sulla persona, finalizzata a vincerne la resistenza e a facilitare la sottrazione. Questo elemento soggettivo e oggettivo qualifica il reato come rapina.

La Resistenza all’Autorità: Non Solo Fuga

Anche il terzo motivo è stato respinto. La Corte ha sottolineato che la condotta dell’imputato non si era limitata a una resistenza passiva o a una semplice fuga. Al contrario, si era estrinsecata in una violenza fisica attiva, ovvero gli spintoni agli agenti che stavano procedendo alla sua identificazione. Tale comportamento integra pienamente la fattispecie di resistenza a pubblico ufficiale, che richiede un’opposizione attiva e violenta all’atto d’ufficio.

Il Danno di Speciale Tenuità e la ‘Doppia Conforme’

Infine, riguardo al secondo motivo, la Corte ha evidenziato come le sentenze di primo e secondo grado costituissero una ‘doppia conforme’, avendo entrambe escluso l’attenuante del danno di speciale tenuità con motivazioni convergenti. La valutazione del danno, hanno spiegato i giudici, non può essere limitata al solo valore economico della somma sottratta. Deve, infatti, tenere conto anche degli ‘ulteriori danni morali subiti dalla persona offesa in termini di turbamento seguito alla rapina’. Questa valutazione, essendo basata su elementi di fatto e priva di vizi logici, non è sindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni

La sentenza n. 11770/2024 della Corte di Cassazione riafferma con chiarezza alcuni principi fondamentali del diritto penale. In primo luogo, la differenza rapina furto dipende dalla direzione della violenza: se è rivolta alla persona per vincerne la resistenza, si tratta di rapina; se è applicata solo alla cosa per strapparla, si ha furto con strappo. In secondo luogo, qualsiasi forma di violenza fisica attiva contro le forze dell’ordine, come uno spintone, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Infine, la tenuità del danno non è un concetto puramente matematico, ma va valutata considerando anche l’impatto psicologico ed emotivo sulla vittima.

Quando una sottrazione di denaro si qualifica come rapina e non come furto con strappo?
Si qualifica come rapina quando la violenza, come uno spintone, viene esercitata direttamente sulla persona per impossessarsi del bene e vincerne la resistenza, e non esclusivamente sulla cosa che viene sottratta.

Spingere un agente di polizia durante un controllo è considerato resistenza a pubblico ufficiale?
Sì. Secondo la Corte, una condotta che si concretizza in spintoni agli agenti non è una mera resistenza passiva, ma una forma di violenza attiva che integra pienamente il reato di resistenza a pubblico ufficiale previsto dall’art. 337 del codice penale.

Perché non è stata concessa l’attenuante del danno di speciale tenuità per un furto di soli cento euro?
Perché la valutazione del danno non si limita al valore economico del bene sottratto, ma include anche i danni morali subiti dalla vittima, come il ‘turbamento’ e lo spavento derivanti dall’aggressione subita. Questa valutazione complessiva ha portato i giudici a escludere la speciale tenuità del danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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