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Differenza rapina furto con strappo: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, rigetta il ricorso di un imputato condannato per rapina. La Corte ribadisce la netta differenza tra rapina e furto con strappo: si configura la rapina quando la violenza è usata contro la persona per vincere la sua resistenza, e non solo sull’oggetto sottratto. Viene inoltre confermata l’insindacabilità nel giudizio di legittimità della valutazione dei fatti e del bilanciamento delle circostanze, se logicamente motivati dal giudice di merito.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Differenza rapina furto con strappo: la parola alla Cassazione

La corretta qualificazione di un fatto illecito è cruciale nel diritto penale, poiché da essa dipendono l’entità della pena e le conseguenze giuridiche per l’imputato. Una delle distinzioni più dibattute è la differenza rapina furto con strappo. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata sul punto, offrendo chiarimenti essenziali e ribadendo principi consolidati. Analizziamo la decisione per comprendere meglio i confini tra queste due figure di reato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato di rapina, previsto dall’art. 628 del codice penale. L’imputato ha adito la Suprema Corte basando la sua difesa su tre motivi principali:

1. Errata valutazione delle prove: L’imputato contestava la logicità della motivazione della sentenza d’appello, proponendo una diversa lettura delle prove raccolte.
2. Errata qualificazione giuridica: Chiedeva che il reato fosse riqualificato come furto con strappo (art. 624-bis c.p.) anziché rapina, sostenendo che la violenza non fosse diretta alla persona.
3. Ingiusto bilanciamento delle circostanze: Lamentava che le circostanze attenuanti generiche fossero state giudicate equivalenti all’aggravante contestata, anziché prevalenti.

La Decisione della Corte e la differenza rapina furto con strappo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando tutti i motivi di doglianza. La decisione si fonda su principi cardine del processo penale e del ruolo della stessa Corte di legittimità.

Sul primo motivo, i giudici hanno ribadito che la Cassazione non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione delle prove a quella dei giudici di merito. Il suo compito è verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione, non agire come un terzo grado di giudizio.

Sul terzo motivo, la Corte ha sottolineato che il bilanciamento delle circostanze è una valutazione discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se non viziata da palese illogicità o arbitrarietà, cosa non riscontrata nel caso di specie.

È però sul secondo motivo che la Corte offre il chiarimento più rilevante, consolidando l’orientamento sulla differenza rapina furto con strappo. I giudici hanno specificato che il discrimen tra i due reati risiede nella direzione della violenza. Si ha furto con strappo quando la violenza è esercitata esclusivamente sulla cosa (ad esempio, lo scippo di una borsa che non oppone resistenza). Si configura, invece, il più grave reato di rapina quando la violenza viene usata contro la persona che detiene la cosa, al fine di vincerne la resistenza e impossessarsi del bene. Nel caso esaminato, la violenza era stata il mezzo per superare l’opposizione della vittima, integrando così pienamente la fattispecie della rapina.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si ancorano a una giurisprudenza consolidata. I giudici hanno richiamato precedenti pronunce per affermare che il criterio distintivo tra l’art. 628 c.p. (rapina) e l’art. 624-bis c.p. (furto con strappo) è l’uso della violenza come mezzo per la sottrazione. Se l’aggressore esercita una forza sulla vittima per sopraffarla, anche se di lieve entità, la condotta rientra nella rapina. La violenza stessa, e non il semplice strappo, diventa lo strumento per realizzare l’impossessamento. La Corte ha ritenuto che la decisione del giudice d’appello fosse in linea con questo principio e adeguatamente motivata sulla base delle risultanze processuali, rendendo il motivo di ricorso una mera riproposizione di argomenti già correttamente disattesi.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza della Corte di Cassazione non introduce nuovi principi, ma rafforza un punto fermo nella giurisprudenza penale. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: chiarisce che qualsiasi forma di coercizione fisica esercitata sulla vittima per facilitare un furto trasforma il reato in rapina, con un conseguente e significativo inasprimento della pena. La pronuncia serve anche a ricordare i limiti del ricorso per cassazione: non è una sede per ridiscutere i fatti, ma per controllare la corretta applicazione della legge. Pertanto, la differenza rapina furto con strappo rimane saldamente ancorata alla direzione e alla finalità della violenza impiegata dall’autore del reato.

Qual è la differenza fondamentale tra rapina e furto con strappo secondo la Cassazione?
La differenza risiede nella direzione della violenza: si ha furto con strappo (art. 624-bis c.p.) se la violenza è rivolta solo verso la cosa per strapparla via; si ha rapina (art. 628 c.p.) se la violenza è usata contro la persona al fine di vincerne la resistenza e sottrarle il bene.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può effettuare una nuova valutazione delle prove o dei fatti. Il suo compito è limitato a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito del giudizio.

Perché il ricorso dell’imputato è stato respinto riguardo alla qualificazione del reato?
Il ricorso è stato respinto perché la Corte ha ritenuto che i giudici di merito avessero correttamente applicato il principio di diritto che distingue la rapina dal furto con strappo. Essendo emerso dal processo che era stata usata violenza sulla persona per vincerne la resistenza, la qualificazione come rapina era corretta e il motivo di ricorso era una semplice riproposizione di argomenti già valutati e respinti in appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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