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Difetto di querela nel furto: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato a causa del difetto di querela. In seguito alla Riforma Cartabia, il reato è diventato procedibile solo su querela della persona offesa. Poiché la vittima aveva presentato una semplice denuncia senza manifestare la volontà di punire il colpevole e non si era costituita parte civile, la Corte ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale, annullando la sentenza senza rinvio.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela e Riforma Cartabia: Quando la Procedura Annulla la Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23767/2024) offre un chiaro esempio di come le riforme legislative possano incidere profondamente sui processi in corso. Il caso in esame riguarda una condanna per furto aggravato, annullata non per l’insussistenza del fatto, ma per un difetto di querela, una mancanza procedurale resa decisiva dalla cosiddetta Riforma Cartabia. Questa decisione sottolinea l’importanza cruciale delle condizioni di procedibilità e la differenza sostanziale tra una semplice denuncia e una querela formale.

I Fatti del Caso: dal Furto Aggravato al Ricorso in Cassazione

Il procedimento giudiziario trae origine da un’accusa di furto aggravato ai sensi degli articoli 624 e 625 del Codice Penale. L’imputato era stato ritenuto responsabile e condannato nei primi due gradi di giudizio. Tuttavia, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione sollevando una questione puramente procedurale: la mancanza di una valida querela da parte della persona offesa. L’argomento difensivo si è rivelato vincente, portando all’annullamento definitivo della condanna.

L’Impatto della Riforma Cartabia sulla Procedibilità del Furto

Il punto di svolta del caso risiede nell’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 150/2022 (Riforma Cartabia), che ha modificato il regime di procedibilità per il reato di furto semplice e per alcune ipotesi di furto aggravato. La nuova normativa stabilisce che, al di fuori di specifiche eccezioni, il delitto di furto è punibile solo a querela della persona offesa. Le circostanze aggravanti contestate all’imputato in questo specifico caso non rientravano tra quelle per cui è ancora prevista la procedibilità d’ufficio. Di conseguenza, la querela è diventata un requisito indispensabile per poter proseguire l’azione penale, anche per fatti commessi prima dell’entrata in vigore della riforma, in applicazione del principio del favor rei.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il difetto di querela è stato fatale

La Corte di Cassazione, avendo il potere di esaminare gli atti processuali per questioni di procedibilità, ha verificato il fascicolo e ha constatato che la persona offesa aveva sporto unicamente una ‘denuncia’. In questo atto, la vittima si era limitata a segnalare il fatto-reato alle autorità, senza però manifestare esplicitamente la volontà di ottenere la punizione del colpevole. Tale manifestazione di volontà è l’elemento che distingue la querela dalla semplice denuncia.

I Giudici hanno precisato che neppure la costituzione di parte civile avrebbe potuto sanare questa mancanza, poiché in questo caso la persona offesa non si era nemmeno costituita nel processo. Citando precedenti giurisprudenziali, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: decorso il termine previsto dalla normativa transitoria (90 giorni dall’entrata in vigore della riforma) senza che sia stata presentata una querela, l’azione penale diventa improcedibile. Crucialmente, la Corte ha specificato che non sussiste alcun dovere per l’autorità giudiziaria di avvisare la persona offesa della necessità di presentare la querela o di compiere ricerche per accertarne l’esistenza.

Le Conclusioni: l’Annullamento Definitivo della Sentenza

Sulla base di queste considerazioni, la Corte di Cassazione ha concluso che l’azione penale non poteva essere proseguita. La mancanza di un atto fondamentale come la querela ha reso la condanna illegittima dal punto di vista procedurale. Pertanto, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio, ponendo fine al procedimento in modo definitivo. Questa decisione evidenzia come il rispetto delle forme e delle condizioni di procedibilità sia un pilastro del diritto penale e come le modifiche legislative possano avere effetti retroattivi determinanti sull’esito dei processi.

Qual è la differenza fondamentale tra una denuncia e una querela?
La denuncia è la semplice segnalazione di un reato all’autorità, mentre la querela è l’atto con cui la persona offesa, oltre a segnalare il reato, manifesta espressamente la propria volontà che si proceda penalmente per punire il colpevole.

Perché la condanna per furto aggravato è stata annullata in questo caso specifico?
La condanna è stata annullata per un difetto di querela. La Riforma Cartabia ha reso il reato di furto contestato procedibile solo su querela. Poiché la vittima aveva sporto solo una denuncia, senza esprimere la volontà di punire, e non si era costituita parte civile, mancava la condizione di procedibilità necessaria per proseguire l’azione penale.

L’autorità giudiziaria ha l’obbligo di informare la vittima della necessità di presentare una querela dopo la modifica della legge?
No. La sentenza chiarisce che, secondo la giurisprudenza consolidata, non è un dovere dell’autorità giudiziaria avvisare la persona offesa della necessità di presentare la querela, né di disporre ricerche per verificarne l’esistenza o sollecitarne l’acquisizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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