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Difetto di querela: furto improcedibile post-Cartabia

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 35066/2024, ha annullato una condanna per furto aggravato a causa del difetto di querela, in applicazione delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia. La condanna per il connesso reato di ricettazione è stata invece confermata, poiché non ancora prescritto. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per la rideterminazione della pena.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di querela: la Cassazione annulla condanna per furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 35066/2024) ha messo in luce le significative conseguenze della Riforma Cartabia sul regime di procedibilità di alcuni reati. In particolare, la Corte ha annullato una condanna per furto aggravato a causa del difetto di querela, un elemento divenuto cruciale dopo le modifiche legislative. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere come le riforme procedurali possano incidere retroattivamente sui processi in corso.

I Fatti del Processo

Un individuo era stato condannato nei gradi di merito per due episodi di furto aggravato e per il reato di ricettazione di beni provenienti da tali furti. La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la mancata declaratoria di estinzione del reato di ricettazione per prescrizione e l’erronea applicazione di alcune aggravanti per i furti.

Tuttavia, l’attenzione della Suprema Corte si è concentrata su un aspetto preliminare e assorbente, relativo proprio alla procedibilità dei reati di furto.

La Decisione della Cassazione e il difetto di querela

La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso, annullando senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente ai reati di furto. La decisione si fonda interamente sull’impatto del d.lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia), che ha modificato il regime di procedibilità per il delitto di furto.

La Riforma Cartabia e la Procedibilità per i Reati di Furto

Prima della riforma, il furto aggravato era quasi sempre procedibile d’ufficio, ovvero l’azione penale poteva essere avviata dal Pubblico Ministero senza la necessità di una querela da parte della vittima. La Riforma Cartabia ha cambiato questo paradigma, stabilendo che, anche in presenza di talune aggravanti, il delitto di furto è punibile a querela della persona offesa. Esistono delle eccezioni, ma le aggravanti contestate nel caso di specie non rientravano tra quelle che mantengono la procedibilità d’ufficio.

L’Improcedibilità per Mancanza di Querela

La Corte, avendo il potere di esaminare gli atti processuali per questioni di questa natura, ha verificato che nel fascicolo non era presente alcuna querela sporta dalle persone offese. Poiché la nuova norma, essendo più favorevole all’imputato, si applica anche ai processi in corso per fatti commessi prima della sua entrata in vigore, l’assenza della querela ha reso l’azione penale improcedibile. Di conseguenza, la sentenza di condanna per i furti è stata annullata senza possibilità di un nuovo giudizio.

L’Analisi sul Reato di Ricettazione e la Prescrizione

Diversa è stata la sorte del motivo di ricorso relativo alla prescrizione del reato di ricettazione. La difesa sosteneva che il reato, commesso nel 2014, fosse ormai estinto per il decorso del tempo. La Corte ha dichiarato questo motivo inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato.

Il Calcolo del Termine di Prescrizione

Il punto chiave risiede nella qualificazione giuridica del fatto. All’imputato era stata contestata l’ipotesi attenuata della ricettazione per la ‘speciale tenuità del fatto’ (art. 648, capoverso, c.p.). Secondo la giurisprudenza consolidata, questa non è una figura autonoma di reato, ma una semplice circostanza attenuante. Pertanto, il termine di prescrizione non si calcola sulla pena ridotta, ma sulla pena massima prevista per l’ipotesi base del reato (otto anni). Il termine massimo di prescrizione, comprese le interruzioni, è quindi di dieci anni. Tenuto conto di un periodo di sospensione, la prescrizione non si sarebbe compiuta prima dell’ottobre 2024, data successiva alla decisione della Corte.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è duplice e chiara. Da un lato, applica rigorosamente il principio del favor rei in materia di successione di leggi processuali, annullando la condanna per i furti a causa del difetto di querela introdotto dalla Riforma Cartabia. La Corte sottolinea che non è compito dell’autorità giudiziaria ricercare d’ufficio una querela mai presentata. Dall’altro lato, ribadisce un principio consolidato sul calcolo della prescrizione per la ricettazione attenuata, respingendo la richiesta della difesa e confermando la responsabilità penale per tale reato. L’affermazione di colpevolezza per la ricettazione è quindi divenuta irrevocabile.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante applicazione pratica della Riforma Cartabia, dimostrando come la modifica del regime di procedibilità possa portare all’annullamento di condanne per reati commessi anni prima. L’esito finale è stato l’annullamento della sentenza per i furti e la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello per ricalcolare la pena solo in relazione al reato di ricettazione, per il quale la condanna è stata confermata.

Perché la condanna per i reati di furto è stata annullata?
La condanna è stata annullata perché la Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022) ha reso il reato di furto, anche se aggravato da determinate circostanze, procedibile solo a querela della persona offesa. Nel caso specifico, le vittime non avevano mai presentato querela e, di conseguenza, l’azione penale non poteva essere proseguita.

La Riforma Cartabia si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì. Secondo quanto stabilito dalla Corte, le modifiche procedurali più favorevoli all’imputato, come il passaggio dalla procedibilità d’ufficio a quella a querela, si applicano anche ai procedimenti in corso per fatti commessi prima dell’entrata in vigore della riforma.

Perché il reato di ricettazione non è stato dichiarato prescritto?
Il reato non è stato dichiarato prescritto perché l’ipotesi di ‘speciale tenuità del fatto’, contestata all’imputato, è considerata una circostanza attenuante e non un reato autonomo. Pertanto, il termine di prescrizione è stato calcolato sulla pena massima del reato base (10 anni in totale), e, tenendo conto delle sospensioni, non era ancora decorso al momento della decisione della Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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