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Difetto di querela: furto improcedibile. Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per tentato furto aggravato a causa di un difetto di querela. In seguito alla Riforma Cartabia, il reato di furto, anche se aggravato, richiede una formale querela della vittima per essere perseguito. Nel caso specifico, era presente solo una denuncia orale senza alcuna istanza di punizione, rendendo l’azione penale improcedibile e portando all’annullamento definitivo della sentenza.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela: Quando il Furto Aggravato Diventa Improcedibile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 7847 del 2024, porta alla luce un aspetto cruciale della giustizia penale, modificato in modo significativo dalla Riforma Cartabia: il difetto di querela. Questa pronuncia chiarisce come la mancanza di una formale istanza di punizione da parte della vittima possa portare all’annullamento di una condanna per furto aggravato, anche se la colpevolezza era stata accertata nei precedenti gradi di giudizio. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso emblematico.

I Fatti del Processo

Due individui erano stati giudicati responsabili e condannati in primo grado e in appello per il reato di tentato furto in concorso, aggravato ai sensi dell’art. 625, n. 2 e 7, del codice penale. I fatti risalivano al 2 aprile 2014. Nonostante le condanne, gli imputati hanno deciso di ricorrere in Cassazione, sollevando un motivo di ricorso che si è rivelato decisivo.

L’Appello in Cassazione e il difetto di querela

Il punto centrale del ricorso, definito dalla stessa Corte di carattere “assorbente”, riguardava l’improcedibilità dell’azione penale per mancanza di una valida querela. La difesa ha sostenuto che, per poter procedere legalmente, non era sufficiente la semplice denuncia del fatto, ma era necessaria una specifica manifestazione di volontà della persona offesa di voler perseguire penalmente i responsabili.

La Corte di Cassazione, esaminando gli atti processuali, ha verificato che nel fascicolo era presente unicamente una “denuncia orale” sporta dalla persona offesa presso i Carabinieri. Tuttavia, questo atto, pur descrivendo l’accaduto, era completamente privo di qualsiasi “istanza di punizione”, elemento che caratterizza e distingue la querela dalla mera denuncia.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Suprema Corte si fonda sull’impatto della cosiddetta “Riforma Cartabia” (D.Lgs. 150/2022). Questa riforma ha introdotto una modifica sostanziale al regime di procedibilità per il reato di furto. In particolare, l’art. 2 del decreto legislativo ha modificato il terzo comma dell’art. 624 del codice penale.

La nuova formulazione stabilisce che “Il delitto è punibile a querela della persona offesa”, salvo la presenza di circostanze aggravanti specifiche e peculiari che, però, non erano state contestate nel caso di specie. Di conseguenza, anche il furto aggravato da circostanze comuni, come quelle contestate agli imputati, oggi richiede la querela per poter essere perseguito. Poiché nel caso esaminato mancava tale condizione di procedibilità, l’azione penale non poteva essere proseguita. La Corte ha quindi concluso per l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, dichiarando l’improcedibilità del reato per difetto di querela.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale rafforzato dalla Riforma Cartabia: la volontà della vittima è diventata centrale per la perseguibilità di numerosi reati contro il patrimonio, incluso il furto aggravato. La pronuncia ha implicazioni pratiche immediate non solo per i futuri procedimenti, ma anche per quelli pendenti. Dimostra che una lacuna procedurale, come il difetto di querela, può avere un effetto estintivo sul processo, indipendentemente dall’accertamento della responsabilità penale. Per le vittime di reato, ciò sottolinea l’importanza di manifestare chiaramente, al momento della denuncia, la propria volontà di ottenere la punizione dei colpevoli, al fine di garantire che la giustizia possa fare il suo corso.

Perché una condanna per furto aggravato è stata annullata dalla Cassazione?
La condanna è stata annullata per un difetto di querela. La vittima aveva presentato una denuncia orale senza manifestare esplicitamente la volontà di perseguire penalmente i colpevoli, un requisito che la legge, a seguito della Riforma Cartabia, ora ritiene indispensabile.

Cosa ha cambiato la Riforma Cartabia per il reato di furto?
La Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) ha modificato l’art. 624 del codice penale, stabilendo che il delitto di furto, anche se aggravato da alcune circostanze comuni, è di norma punibile solo a querela della persona offesa, a meno che non ricorrano aggravanti specifiche.

Qual è la differenza tra una denuncia orale e una querela?
Secondo quanto emerge dalla sentenza, la denuncia orale è la semplice segnalazione di un fatto di reato all’autorità. La querela, invece, è un atto che, oltre a descrivere il fatto, deve contenere la specifica ed esplicita richiesta della persona offesa di procedere penalmente contro l’autore del reato. Questa richiesta è una condizione essenziale per poter avviare il processo per alcuni reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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