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Difetto di Querela: Furto e Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una condanna per furto aggravato a causa del sopravvenuto difetto di querela. In seguito alla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), il reato è diventato procedibile solo su querela di parte. Poiché agli atti risultava una mera denuncia senza un’esplicita volontà di punire da parte della persona offesa, l’azione penale è stata dichiarata improcedibile, determinando la fine del processo.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela e Riforma Cartabia: Cassazione Annulla Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 46129 del 2024, ha chiarito le conseguenze della Riforma Cartabia sul reato di furto, portando all’annullamento di una condanna per un difetto di querela sopravvenuto. Questa decisione evidenzia come le modifiche al regime di procedibilità possano avere un impatto retroattivo su processi già in corso, anche per fatti commessi molti anni prima.

I Fatti del Caso: un Furto e un Lungo Percorso Giudiziario

La vicenda giudiziaria ha origine da un furto di un portafoglio, aggravato dalla destrezza, avvenuto a Roma nel lontano 2006. L’imputato era stato condannato sia in primo grado che in appello. Tuttavia, a seguito di un provvedimento che lo ha rimesso in termini per impugnare la sentenza di secondo grado, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione. Tra i motivi del ricorso, spiccava la questione della procedibilità dell’azione penale.

L’Impatto della Riforma Cartabia e il Difetto di Querela

Il punto cruciale della vicenda risiede nell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 150/2022, noto come Riforma Cartabia. Questa normativa ha modificato l’articolo 624 del codice penale, rendendo il reato di furto, in molte delle sue forme, procedibile solo a querela della persona offesa. Prima di questa riforma, per il tipo di furto contestato, l’azione penale partiva d’ufficio, senza necessità di un’espressa volontà della vittima.

La legge ha previsto anche disposizioni transitorie per i reati commessi prima della sua entrata in vigore. In questi casi, la persona offesa che non avesse già sporto querela ha un nuovo termine per farlo, a partire dall’entrata in vigore della riforma. Nel caso di specie, questa querela non è mai stata presentata.

La Distinzione Cruciale tra Denuncia e Querela

La Corte ha sottolineato la differenza fondamentale tra la semplice “denuncia” e la “querela”. La denuncia è un atto con cui chiunque porta a conoscenza dell’autorità un fatto di reato. La querela, invece, è un atto specifico della persona offesa che, oltre a segnalare il fatto, esprime una chiara e inequivocabile volontà di perseguire penalmente il responsabile. Nel fascicolo processuale era presente solo una denuncia sporta dalla vittima il giorno stesso del furto, ma questo atto non conteneva alcuna istanza di punizione. Di conseguenza, non poteva essere considerato equivalente a una querela.

La Decisione della Cassazione: le motivazioni

Sulla base di queste considerazioni, la Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’imputato. I giudici hanno stabilito che l’azione penale non poteva più essere proseguita per il sopravvenuto difetto di querela. Poiché la condizione di procedibilità, introdotta dalla Riforma Cartabia, non era soddisfatta e non era più possibile soddisfarla, il processo doveva necessariamente concludersi.

La Corte ha quindi annullato la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Roma “senza rinvio”, una formula che indica la chiusura definitiva del procedimento. La motivazione si fonda sull’impossibilità di proseguire l’azione penale a causa di un ostacolo procedurale insuperabile, emerso in seguito a una modifica legislativa favorevole all’imputato.

Conclusioni: le implicazioni della sentenza

Questa sentenza è un esempio chiaro degli effetti retroattivi delle norme procedurali più favorevoli nel diritto penale. Dimostra come una modifica legislativa, quale quella introdotta dalla Riforma Cartabia, possa estinguere processi per reati anche molto datati se manca un atto fondamentale come la querela. La decisione ribadisce l’importanza della volontà della persona offesa come motore dell’azione penale per una serie di reati contro il patrimonio e sottolinea che una semplice denuncia non è sufficiente a manifestare tale volontà. Per avvocati e cittadini, ciò significa prestare massima attenzione alla corretta formulazione degli atti di denuncia-querela per garantire la tutela dei propri diritti.

Perché è stata annullata la condanna per furto?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), il reato di furto contestato è diventato procedibile solo su querela di parte. Nel caso specifico, era presente solo una denuncia senza una esplicita richiesta di punizione, configurando un difetto di querela che ha reso l’azione penale improcedibile.

Qual è la differenza tra denuncia e querela rilevante in questo caso?
La denuncia è la semplice segnalazione di un reato all’autorità. La querela, invece, è l’atto con cui la persona offesa non solo segnala il reato, ma manifesta espressamente la volontà che si proceda penalmente contro il colpevole. La Corte ha stabilito che la denuncia agli atti non conteneva questa volontà punitiva e non poteva quindi valere come querela.

La Riforma Cartabia si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì, le disposizioni della Riforma Cartabia che modificano il regime di procedibilità si applicano anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore. Le norme transitorie hanno previsto un termine per la persona offesa per presentare la querela, se non lo avesse già fatto. In assenza di tale querela, il reato diventa improcedibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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