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Difetto di querela: furto annullato in Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato di un caricabatterie per auto a causa di un difetto di querela. A seguito della Riforma Cartabia, questo tipo di reato è diventato procedibile solo su querela di parte. Poiché nel caso di specie era presente solo una denuncia, e non una formale querela, l’azione penale è stata dichiarata improcedibile, portando all’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela: Come la Riforma Cartabia Annulla una Condanna per Furto

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 45370 del 2024, offre un chiaro esempio di come le riforme legislative possano avere un impatto diretto e retroattivo sui processi in corso. Il caso, relativo a un furto aggravato, è stato risolto non nel merito, ma sulla base di un vizio procedurale noto come difetto di querela, reso determinante dalle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia. Questa decisione sottolinea l’importanza cruciale delle condizioni di procedibilità e del principio del favor rei nel nostro ordinamento.

I Fatti del Caso: un Furto e il Percorso Giudiziario

I fatti risalgono al giugno 2018, quando un individuo veniva accusato di furto aggravato per aver sottratto un caricabatterie da un’autovettura. Le aggravanti contestate erano l’esposizione del bene alla pubblica fede e l’uso della violenza sulle cose (rottura del finestrino). L’imputato veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte d’Appello.

La difesa, tuttavia, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando due motivi principali: l’eccessività della pena e, soprattutto, l’improcedibilità dell’azione penale per difetto di querela.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto al secondo. Di conseguenza, ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando che l’azione penale non poteva essere proseguita. La ragione di questa drastica decisione risiede interamente nella mancata presentazione di una querela formale da parte della persona offesa.

Le Motivazioni: l’Impatto della Riforma Cartabia sul difetto di querela

Il cuore della decisione si basa sulle modifiche normative introdotte dalla cosiddetta Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022), entrata in vigore il 31 dicembre 2022. Questa riforma ha esteso il regime di procedibilità a querela a numerosi reati che prima erano perseguibili d’ufficio, incluso il furto aggravato ai sensi dell’art. 625, n. 7 cod. pen. (cose esposte alla pubblica fede), come quello contestato nel caso di specie.

La Corte ha applicato il principio del favor rei, sancito dall’art. 2 del codice penale. Questo principio stabilisce che, in caso di successione di leggi penali, si applica quella più favorevole all’imputato. La nuova norma, che richiede una querela per procedere, è considerata più favorevole perché introduce una condizione aggiuntiva per l’esercizio dell’azione penale. La natura della querela è mista, sia sostanziale che processuale, e per questo il principio del favor rei si applica anche al regime di procedibilità.

Esaminando gli atti processuali, i giudici hanno constatato che era presente solo una ‘denuncia’, ma non una ‘querela’ formale. La denuncia è un semplice atto di notizia di reato, mentre la querela contiene la specifica manifestazione di volontà della persona offesa di perseguire penalmente l’autore del fatto. In assenza di tale atto, il processo non può proseguire. Il difetto di querela ha quindi reso l’azione penale improcedibile.

Le Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

Questa sentenza è un’importante lezione pratica sugli effetti della Riforma Cartabia. Dimostra che le modifiche al regime di procedibilità hanno un’efficacia retroattiva e possono determinare l’esito di processi per reati commessi anche molti anni prima dell’entrata in vigore della legge. Per le vittime di reati come il furto, diventa fondamentale non limitarsi a denunciare il fatto, ma sporgere una querela formale per assicurare che la giustizia possa fare il suo corso. Per gli operatori del diritto, invece, emerge la necessità di verificare sempre la sussistenza delle condizioni di procedibilità, specialmente alla luce delle recenti e significative innovazioni legislative.

Perché la condanna per furto aggravato è stata annullata dalla Cassazione?
La condanna è stata annullata per un difetto di querela. A seguito della Riforma Cartabia, il reato di furto aggravato contestato è diventato procedibile solo su querela della persona offesa. Poiché nel processo era presente solo una denuncia e non una querela formale, l’azione penale non poteva essere proseguita.

Qual è la differenza tra ‘denuncia’ e ‘querela’ secondo la sentenza?
La sentenza evidenzia che la denuncia è un mero atto con cui si porta a conoscenza dell’autorità un fatto di reato. La querela, invece, è un atto formale che deve contenere anche la chiara manifestazione di volontà della persona offesa di ottenere la punizione del colpevole, ed è un requisito indispensabile per la procedibilità di alcuni reati.

La Riforma Cartabia si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì, per quanto riguarda il regime di procedibilità. La Corte ha applicato il principio del favor rei (legge più favorevole al reo), secondo cui le modifiche normative che introducono condizioni di procedibilità più favorevoli all’imputato, come il passaggio dalla procedibilità d’ufficio a quella a querela, si applicano anche ai fatti commessi prima dell’entrata in vigore della nuova legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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