LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Difetto di querela: annullata sentenza di estinzione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che dichiarava l’estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova. La decisione si fonda sulla sopravvenuta improcedibilità dell’azione penale per difetto di querela, a seguito di una modifica normativa che ha reso il reato di lesioni stradali perseguibile solo su istanza della persona offesa. Poiché la vittima non ha manifestato la volontà di punire il colpevole nei termini previsti dalla norma transitoria, la Corte ha applicato il regime più favorevole all’imputato, dichiarando che l’azione penale non poteva essere proseguita.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela e Riforma: la Cassazione Annulla la Sentenza di Estinzione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 13886 del 2024, offre un importante chiarimento sull’applicazione delle nuove norme in materia di procedibilità penale, in particolare riguardo al difetto di querela. Il caso in esame dimostra come una modifica legislativa, intervenuta a processo in corso, possa determinare l’annullamento di una sentenza e la chiusura definitiva del procedimento per una questione pregiudiziale, anche quando il reato era già stato dichiarato estinto per altre ragioni.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da un procedimento penale per il reato di lesioni personali stradali gravi o gravissime, previsto dall’art. 590-bis del codice penale. L’imputato aveva beneficiato dell’istituto della messa alla prova, un percorso che, se completato con successo, porta all’estinzione del reato. Il Tribunale di Napoli, constatato l’esito positivo del programma, aveva emesso una sentenza con cui dichiarava, appunto, l’estinzione del reato.

Tuttavia, l’imputato, tramite la propria difesa, ha proposto ricorso per cassazione, sollevando una questione di natura procedurale, ma di fondamentale importanza: l’improcedibilità dell’azione penale per difetto di querela.

La Questione della Procedibilità e il Difetto di Querela

Il punto cruciale della controversia risiede in una modifica normativa introdotta dal d.lgs. n. 150 del 2022 (la cosiddetta “Riforma Cartabia”). Questa riforma ha cambiato il regime di procedibilità per il reato di lesioni stradali, trasformandolo da reato procedibile d’ufficio a reato procedibile a querela della persona offesa.

Per gestire i processi già in corso al momento dell’entrata in vigore della riforma, il legislatore ha previsto una norma transitoria (art. 85 del d.lgs. n. 150/2022). Questa norma stabiliva un termine entro cui la persona offesa, se non lo avesse già fatto, avrebbe dovuto presentare la querela per manifestare il proprio interesse alla punizione del colpevole. Nel caso specifico, dagli atti processuali emergeva che tale volontà non era stata espressa dalla vittima.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la questione di improcedibilità. I giudici hanno affermato un principio cardine del diritto penale: l’applicazione del regime di procedibilità più favorevole all’imputato. Ignorare la modifica normativa e la conseguente assenza di querela costituirebbe una palese violazione di un diritto fondamentale dell’imputato.

La Corte ha spiegato che, per i processi pendenti, la nuova legge imponeva di valutare la sussistenza della condizione di procedibilità (la querela). Poiché la persona offesa non ha manifestato il proprio interesse alla prosecuzione del procedimento penale entro i termini stabiliti dalla norma transitoria, l’azione penale non doveva essere proseguita. Di conseguenza, la sentenza di estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova è stata annullata senza rinvio, perché il processo non avrebbe dovuto nemmeno giungere a quella fase.

La Cassazione ha quindi dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale per difetto di querela, chiudendo definitivamente il caso in base all’art. 620, lett. l), del codice di procedura penale.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce con forza il principio del favor rei (il favore verso l’imputato) in caso di successione di leggi nel tempo. La sentenza chiarisce che quando una riforma rende un reato procedibile a querela, questa modifica ha un impatto diretto e risolutivo anche sui processi in corso. L’inerzia della persona offesa, che non presenta la querela nei nuovi termini, diventa un ostacolo insormontabile alla prosecuzione del giudizio. La decisione sottolinea che la mancanza di una condizione di procedibilità è una questione pregiudiziale che prevale su qualsiasi altro esito del processo, inclusa l’estinzione del reato per messa alla prova.

Cosa succede se una legge rende un reato procedibile a querela mentre il processo è già in corso?
Si applica la nuova legge, più favorevole all’imputato. Il giudice deve verificare se la persona offesa ha sporto querela entro i termini previsti dalle norme transitorie. Se la querela manca, l’azione penale diventa improcedibile e il processo deve essere terminato.

Perché la Cassazione ha annullato una sentenza che già dichiarava il reato estinto per esito positivo della messa alla prova?
Perché la questione dell’improcedibilità per difetto di querela è una questione preliminare che ha la precedenza su ogni altra valutazione. Se manca una condizione di procedibilità, il processo non può proseguire, rendendo irrilevante l’esito della messa alla prova. L’azione penale non avrebbe dovuto essere proseguita.

La Corte di Cassazione può dichiarare direttamente l’improcedibilità di un’azione penale?
Sì, la sentenza conferma che la Corte di Cassazione, ai sensi dell’art. 620, lett. l) del codice di procedura penale, può annullare senza rinvio la sentenza impugnata e dichiarare direttamente l’improcedibilità dell’azione penale quando rileva la mancanza di una condizione di procedibilità come la querela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati