LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Difetto di querela: annullata condanna per lesioni

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8833 del 2024, ha annullato senza rinvio una condanna per lesioni personali. Decisivo è stato il rilievo del difetto di querela, emerso dopo che in appello era stata esclusa una circostanza aggravante che rendeva il reato procedibile d’ufficio. Senza la querela della persona offesa, l’azione penale non poteva essere proseguita.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela: Quando una Condanna per Lesioni Viene Annullata

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8833 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’importanza delle condizioni di procedibilità. In questo caso, il difetto di querela ha portato all’annullamento definitivo di una condanna per lesioni personali, dimostrando come un vizio procedurale possa essere più decisivo del merito della vicenda. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

La Vicenda Processuale: Dalla Condanna all’Appello

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di primo grado per il reato di lesioni personali continuate (art. 582 c.p.). L’imputato era stato ritenuto responsabile di aver causato alle persone offese delle malattie giudicate guaribili in cinque e quindici giorni. Successivamente, la Corte d’Appello, pur confermando la responsabilità penale dell’imputato, aveva parzialmente riformato la prima sentenza. In particolare, i giudici di secondo grado avevano escluso la sussistenza di una specifica circostanza aggravante (prevista dall’art. 585 c.p. in relazione all’art. 576 c.p.) e, di conseguenza, avevano ridotto la pena inflitta.

Il Ricorso in Cassazione e il Difetto di Querela

È proprio dall’esclusione di questa aggravante che nasce il punto centrale del ricorso presentato in Cassazione dalla difesa dell’imputato. L’aggravante contestata in origine era il motivo per cui il reato era procedibile d’ufficio, cioè senza la necessità di una querela da parte delle persone offese. Una volta venuta meno tale circostanza, il reato di lesioni personali lievi (con prognosi inferiore a venti giorni) tornava a essere procedibile solo a querela di parte, come previsto dall’art. 582, comma 2, del codice penale.

La difesa ha quindi sollevato due motivi di ricorso strettamente collegati:
1. L’omessa pronuncia da parte della Corte d’Appello sulla richiesta di dichiarare l’improcedibilità del reato per difetto di querela, una richiesta già avanzata in sede di appello.
2. Il sussistere effettivo di tale difetto della condizione di procedibilità, come diretta conseguenza della decisione della stessa Corte d’Appello di escludere l’aggravante.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo le argomentazioni della difesa. I giudici hanno chiarito che, una volta esclusa l’aggravante che rendeva il reato procedibile d’ufficio, il delitto di lesioni contestato rientrava pienamente nell’alveo dei reati punibili a querela della persona offesa. Questo principio era valido sia secondo la normativa vigente al momento del fatto, sia alla luce delle recenti riforme legislative.

Dal momento che agli atti del processo non risultava che le persone offese avessero mai sporto formale querela, l’azione penale non poteva essere legittimamente proseguita. La mancanza di questa condizione di procedibilità costituisce un ostacolo insormontabile all’esercizio della giurisdizione penale. Pertanto, non ricorrendo alcuna delle ipotesi eccezionali previste dalla legge (art. 129, comma 2, c.p.p.), la Suprema Corte non ha potuto fare altro che prendere atto di questo vizio radicale.

Le Conclusioni: Annullamento Senza Rinvio

La conseguenza di tale ragionamento è stata drastica e risolutiva: la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna. Questa decisione significa che il processo si è concluso in modo definitivo, senza la possibilità di un nuovo giudizio di merito. La sentenza impugnata è stata cancellata perché l’azione penale non avrebbe dovuto essere iniziata, o comunque proseguita, in assenza della querela. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale per gli operatori del diritto di verificare sempre la sussistenza di tutte le condizioni di procedibilità, il cui difetto può vanificare l’intero iter processuale, indipendentemente dall’accertamento della responsabilità nel merito.

Cosa succede se una circostanza aggravante, che rende un reato procedibile d’ufficio, viene esclusa in appello?
Il reato torna al suo regime di procedibilità originario. Se la legge prevede che il reato base sia punibile a querela, l’azione penale diventa improcedibile se la querela non è mai stata presentata dalla persona offesa.

Perché la condanna per lesioni personali è stata annullata in questo caso specifico?
La condanna è stata annullata per un difetto di querela. La Corte d’Appello aveva escluso una circostanza aggravante; di conseguenza, il reato di lesioni lievi (con prognosi inferiore a 20 giorni) diventava procedibile solo su querela. Poiché le vittime non avevano mai sporto querela, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale e ha annullato la sentenza.

Cosa significa la formula ‘annullamento senza rinvio’?
È una decisione definitiva della Corte di Cassazione che cancella la sentenza impugnata senza che sia necessario un nuovo processo. In questo caso, è stata adottata perché la mancanza di una condizione di procedibilità, come la querela, impediva in modo assoluto la prosecuzione del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati