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Difetto di querela: annullata condanna per furto

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per furto pluriaggravato. La decisione si fonda sul difetto di querela, reso necessario dalle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022). Poiché la nuova norma è più favorevole all’imputato, è stata applicata retroattivamente, portando all’improcedibilità dell’azione penale.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela e Riforma Cartabia: Annullata Condanna per Furto Aggravato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato, evidenziando le profonde implicazioni della Riforma Cartabia sul regime di procedibilità dei reati. Il caso ruota attorno al principio del difetto di querela, una condizione che, a seguito delle nuove normative, ha reso impossibile proseguire l’azione penale, portando alla cancellazione della sentenza di condanna.

I Fatti del Caso

Un individuo era stato condannato in primo grado e in appello per il reato di furto pluriaggravato. Tra le aggravanti contestate vi era la violenza sulle cose. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali: un presunto vizio di motivazione riguardo la sua responsabilità e, in via subordinata, la richiesta di dichiarare l’improcedibilità per mancanza di querela, alla luce delle novità introdotte dal d.lgs. 150/2022, noto come Riforma Cartabia.

La Questione Giuridica: Il Difetto di Querela dopo la Riforma

Il cuore della decisione è il secondo motivo di ricorso. La Riforma Cartabia ha modificato l’articolo 624 del codice penale, stabilendo che il delitto di furto è, di regola, punibile a querela della persona offesa. La procedibilità d’ufficio è mantenuta solo per specifiche circostanze aggravanti, elencate nell’articolo 625 del codice penale.

Crucialmente, l’aggravante della violenza sulle cose, presente in questo caso, non è stata inclusa tra quelle che consentono di procedere d’ufficio. Di conseguenza, il reato contestato all’imputato è diventato perseguibile solo a seguito di una querela formale da parte della vittima.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza. Il ragionamento dei giudici si è sviluppato attraverso due passaggi fondamentali.

Il primo passaggio ha confermato che il reato, così come contestato, rientra ora tra quelli procedibili a querela. Il secondo, e più importante, ha stabilito che questa nuova regola deve essere applicata retroattivamente, anche a fatti commessi prima dell’entrata in vigore della riforma (30 dicembre 2022).

Questa conclusione si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale. La querela ha una natura giuridica “mista”, sia processuale che sostanziale, poiché incide direttamente sulla punibilità del colpevole. Pertanto, le modifiche legislative che introducono la necessità di una querela sono considerate norme sostanziali più favorevoli al reo (favor rei). Secondo l’articolo 2, comma 4, del codice penale, le leggi più favorevoli si applicano anche ai fatti commessi prima della loro entrata in vigore. La Corte ha richiamato precedenti sentenze, tra cui una pronuncia delle Sezioni Unite, per rafforzare questo principio.

Poiché nel caso di specie la querela non era mai stata presentata (all’epoca dei fatti non era necessaria), l’azione penale non poteva più essere proseguita.

Le Conclusioni

La sentenza si conclude con un annullamento senza rinvio, una decisione che chiude definitivamente il procedimento. L’imputato viene così prosciolto. Questo caso dimostra in modo emblematico come le riforme legislative possano avere un impatto immediato e decisivo sui processi in corso. Sottolinea l’importanza per gli operatori del diritto di verificare costantemente le condizioni di procedibilità, specialmente quando una nuova legge modifica i requisiti per perseguire un reato. La mancanza di un atto, come la querela, può trasformarsi da un dettaglio irrilevante a un ostacolo insormontabile per l’accusa, con la conseguente estinzione del procedimento penale.

Perché è stata annullata la condanna per furto aggravato?
La condanna è stata annullata per difetto di querela. La Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022) ha reso il furto aggravato da violenza sulle cose procedibile solo su querela della persona offesa. Poiché tale querela mancava, l’azione penale non poteva proseguire.

La legge è cambiata dopo che il reato è stato commesso. Perché è stata applicata lo stesso?
La nuova norma è stata applicata retroattivamente perché è considerata più favorevole all’imputato. Il principio del “favor rei”, sancito dall’art. 2, comma 4, del codice penale, stabilisce che le leggi penali più miti si applicano anche ai fatti commessi prima della loro entrata in vigore. La necessità della querela è una condizione che favorisce l’imputato, quindi la sua introduzione ha effetto retroattivo.

Cosa significa ‘annullamento senza rinvio’ in questo contesto?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato la sentenza di condanna in via definitiva, senza bisogno di un nuovo processo. La decisione è finale perché è stata accertata la mancanza di una condizione fondamentale per procedere (la querela), il che impedisce qualsiasi ulteriore sviluppo del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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