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Difetto di querela: annullata condanna per furto

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per furto di energia elettrica a causa di un difetto di querela. In seguito alla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), tale reato è diventato procedibile solo su querela della persona offesa. Poiché la querela non è mai stata presentata, la Corte ha applicato retroattivamente la normativa più favorevole all’imputato, dichiarando l’azione penale improcedibile per quel capo d’imputazione e annullando la relativa pena.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela: Come la Riforma Cartabia Annulla una Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo in luce le significative conseguenze della Riforma Cartabia, in particolare riguardo la procedibilità di alcuni reati. Il caso analizzato dimostra come una modifica normativa possa portare all’annullamento di una condanna per il cosiddetto difetto di querela, un concetto tecnico ma di fondamentale importanza pratica. La decisione sottolinea l’impatto della nuova disciplina sulla procedibilità a querela per reati precedentemente perseguiti d’ufficio, come il furto di energia elettrica.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello nei confronti di un’imputata per due distinti reati: il furto di energia elettrica, aggravato dalla violenza sulle cose (capo A), e il furto di acqua dall’acquedotto comunale (capo B). L’imputata, dopo la conferma della condanna in secondo grado, decideva di ricorrere in Cassazione, contestando però esclusivamente il capo della sentenza relativo al furto di energia elettrica.

Il Ricorso in Cassazione e l’Impatto del Difetto di Querela

Il punto centrale del ricorso si basava su una sopravvenuta modifica legislativa: il Decreto Legislativo n. 150 del 2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia). Questa riforma ha modificato il regime di procedibilità per numerosi reati, tra cui il furto di energia elettrica, trasformandolo da reato procedibile d’ufficio a reato procedibile a querela di parte.

La difesa ha sostenuto che, in assenza di una querela formalmente presentata dalla persona offesa (la società erogatrice dell’energia), l’azione penale non potesse più proseguire. Si è quindi configurato un difetto di querela, vizio che impedisce al giudice di procedere con il giudizio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno spiegato che, per effetto della nuova legge, il reato di furto di energia elettrica (capo A) è effettivamente divenuto procedibile solo a querela. Nel caso specifico, era pacifico che la persona offesa non avesse mai presentato querela, né al momento del fatto né successivamente, entro i termini transitori previsti dalla stessa riforma per i procedimenti già in corso.

Il principio giuridico applicato è quello sancito dall’art. 2, quarto comma, del codice penale, noto come principio del favor rei o della retroattività della legge più favorevole. Secondo tale principio, se una nuova legge introduce una disciplina più vantaggiosa per l’imputato, questa si applica anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore. La trasformazione di un reato in procedibile a querela è considerata una modifica di natura mista (sostanziale e processuale) e, pertanto, rientra in questa categoria.

Di conseguenza, la mancanza della querela, condizione di procedibilità ormai indispensabile, ha imposto alla Corte di dichiarare l’improcedibilità dell’azione penale per il capo A). La sentenza è stata quindi annullata senza rinvio limitatamente a tale reato, con l’eliminazione della relativa pena (dieci giorni di reclusione e venti euro di multa). La condanna per il furto d’acqua (capo B), non oggetto di impugnazione e rimasta procedibile d’ufficio, è invece divenuta definitiva.

Conclusioni

Questa sentenza è un chiaro esempio delle implicazioni pratiche della Riforma Cartabia. Dimostra come le modifiche al regime di procedibilità possano avere un effetto risolutivo sui processi in corso, portando a pronunce di improcedibilità per difetto di querela. Per gli operatori del diritto, ciò significa dover prestare la massima attenzione alle nuove condizioni richieste dalla legge per l’esercizio dell’azione penale. Per i cittadini, evidenzia l’importanza del ruolo attivo della persona offesa, la cui querela diventa, in un numero crescente di casi, l’atto che innesca e consente la prosecuzione del procedimento penale.

Cosa succede se un reato, originariamente procedibile d’ufficio, diventa procedibile a querela mentre il processo è in corso?
Se una nuova legge rende un reato procedibile solo a querela, questa norma più favorevole si applica anche ai processi in corso. Se la vittima non presenta la querela entro i termini stabiliti dalla legge, l’azione penale non può essere proseguita e deve essere dichiarata improcedibile.

Perché la condanna per furto di energia elettrica è stata annullata per difetto di querela?
La condanna è stata annullata perché, a seguito del d.lgs. n. 150 del 2022 (Riforma Cartabia), il furto di energia elettrica è diventato un reato procedibile a querela. Nel caso specifico, la persona offesa (l’ente erogatore) non ha mai presentato querela, né prima né dopo l’entrata in vigore della nuova legge, rendendo l’azione penale improcedibile per quella specifica accusa.

La decisione di annullamento ha riguardato anche l’accusa di furto d’acqua?
No. La sentenza impugnata è stata annullata solo limitatamente al furto di energia elettrica. La condanna per il furto d’acqua è rimasta valida perché tale reato era procedibile d’ufficio (a causa dell’aggravante della destinazione a pubblico servizio) e non è stato interessato dalla modifica legislativa né dal ricorso dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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