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Difetto di querela: annullata condanna per danno

La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente una sentenza di condanna per il reato di danneggiamento. A seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), tale reato è diventato procedibile solo su querela della persona offesa. Poiché nel caso specifico la vittima aveva manifestato la volontà di non punire il colpevole, la Corte ha dichiarato il ‘difetto di querela’, annullando la condanna per tale capo d’imputazione e rideterminando la pena per il reato residuo. L’analisi sottolinea l’applicazione retroattiva delle norme più favorevoli in materia di procedibilità.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela e Riforma Cartabia: La Cassazione Annulla Condanna per Danneggiamento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 1533/2024) offre un chiarimento fondamentale sull’impatto della Riforma Cartabia sui processi in corso, in particolare riguardo alla modifica del regime di procedibilità per alcuni reati. Il caso analizzato evidenzia come la sopravvenuta necessità di una querela di parte possa portare all’annullamento di una condanna, confermando il principio di retroattività della legge più favorevole all’imputato. La decisione si è incentrata sul concetto di difetto di querela, un vizio che impedisce la prosecuzione stessa dell’azione penale.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna in Appello al Ricorso in Cassazione

Il ricorrente era stato condannato in primo e secondo grado per i reati di danneggiamento (art. 635 c.p.) e danneggiamento seguito da incendio (art. 424 c.p.), unificati dal vincolo della continuazione. La pena inflitta era di un anno di reclusione, con sospensione condizionale.

L’imputato ha proposto ricorso per cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Mancanza della condizione di procedibilità: A seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia), il reato di danneggiamento è diventato procedibile a querela di parte. Il ricorrente ha sottolineato che, già durante il dibattimento di primo grado, la persona offesa aveva esplicitamente dichiarato di non voler punire il responsabile. Si configurava quindi un difetto di querela sopravvenuto.
2. Applicazione di pene sostitutive: In subordine, si chiedeva di annullare la sentenza con rinvio alla Corte d’Appello per valutare l’applicazione delle nuove pene sostitutive, anch’esse introdotte dalla Riforma Cartabia.

L’Impatto della Riforma sul difetto di querela nel Reato di Danneggiamento

Il cuore della questione risiede nelle modifiche legislative. La Riforma Cartabia ha trasformato il reato di danneggiamento, rendendolo punibile solo a seguito di una querela presentata dalla persona offesa, salvo specifiche eccezioni. La legge ha previsto disposizioni transitorie per gestire i procedimenti già avviati al momento della sua entrata in vigore.

La Suprema Corte ha ricostruito l’evoluzione normativa, evidenziando come le nuove disposizioni impongano, per i reati divenuti procedibili a querela, di verificare la sussistenza di tale condizione anche nei processi pendenti. Se la querela manca, l’azione penale non può proseguire.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato, e ha rigettato il secondo.

Sulla Carenza della Condizione di Procedibilità

La Cassazione ha affermato che i principi relativi alla procedibilità a querela, avendo natura mista (sostanziale e processuale), devono essere applicati retroattivamente se più favorevoli all’imputato. Nel caso di specie, era emerso in atti che la persona offesa dal reato di danneggiamento aveva espressamente manifestato, in sede di udienza dibattimentale, la volontà di non chiedere la punizione dell’imputato.

Con l’entrata in vigore della nuova legge, la procedibilità del delitto di cui all’art. 635 c.p. è stata subordinata alla querela. Essendo pacifico che tale querela non solo non era mai stata presentata, ma vi era anzi una dichiarazione di volontà contraria, la condizione di procedibilità era venuta meno. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente a tale reato, perché l’azione penale non poteva essere proseguita per difetto di querela.

Sulla Richiesta di Pene Sostitutive

Il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha chiarito che le disposizioni transitorie della Riforma (art. 95) prevedono una procedura specifica per i procedimenti pendenti in Cassazione. L’imputato, condannato a una pena non superiore a quattro anni, può presentare istanza per l’applicazione di pene sostitutive al giudice dell’esecuzione, entro 30 giorni dal momento in cui la sentenza diventa irrevocabile. Non è quindi compito della Corte di Cassazione rinviare il processo al giudice di merito per tale valutazione.

Le Conclusioni

La sentenza si conclude con un dispositivo chiaro: l’annullamento parziale della condanna per il capo relativo al danneggiamento e la conseguente rideterminazione della pena per il reato residuo, fissata in dieci mesi di reclusione. Il resto del ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Questa decisione ribadisce un principio cruciale del nostro ordinamento: le modifiche legislative che ampliano l’area dei reati perseguibili a querela hanno un’immediata applicazione anche nei processi in corso, in virtù del favor rei. In assenza di una chiara volontà punitiva della persona offesa, formalizzata in una querela, il processo per tali reati deve arrestarsi, portando al proscioglimento dell’imputato per quella specifica accusa.

Cosa succede se un reato diventa procedibile a querela mentre il processo è già in corso?
La nuova disciplina, se più favorevole all’imputato, si applica retroattivamente. Se la querela non è stata validamente presentata o se la persona offesa manifesta la volontà di non procedere, l’azione penale per quel reato non può essere proseguita e si deve pronunciare una sentenza di non doversi procedere per difetto di querela.

Perché la Cassazione ha annullato la condanna per danneggiamento in questo caso?
La condanna è stata annullata perché la Riforma Cartabia ha reso il reato di danneggiamento procedibile a querela. Nel processo era stato accertato che la persona offesa aveva esplicitamente dichiarato di non voler che l’imputato fosse punito. Questa manifestazione di volontà, unita alla nuova legge, ha determinato un difetto di querela, rendendo l’azione penale improcedibile per quel capo d’imputazione.

È possibile chiedere l’applicazione di pene sostitutive direttamente alla Corte di Cassazione?
No. La sentenza chiarisce che per i procedimenti pendenti in Cassazione al momento dell’entrata in vigore della riforma, l’istanza per l’applicazione delle pene sostitutive deve essere presentata al giudice dell’esecuzione entro 30 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza, e non alla Corte di Cassazione durante il giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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