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Difetto di querela: annullamento per furto aggravato

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per furto aggravato a causa di un difetto di querela. In seguito alla Riforma Cartabia, il furto è diventato un reato procedibile a querela della persona offesa, salvo eccezioni. Poiché nel caso specifico mancava la querela e non sussistevano le condizioni per procedere d’ufficio, l’azione penale è stata dichiarata improcedibile e la condanna annullata senza rinvio.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difetto di Querela: La Cassazione Annulla Condanna per Furto dopo la Riforma Cartabia

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21479/2024) ha messo in luce le profonde conseguenze della Riforma Cartabia sulla procedibilità di reati comuni come il furto. A causa di un difetto di querela, i giudici supremi hanno annullato senza rinvio una condanna per furto aggravato, evidenziando come una modifica procedurale possa determinare l’esito di un intero processo penale. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere il nuovo regime di procedibilità e le sue implicazioni pratiche.

Il Contesto del Ricorso: Dalla Condanna all’Annullamento

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Torino. Un individuo era stato ritenuto colpevole del reato di furto, aggravato dalla violenza sulle cose (rottura di una vetrina) e dalla circostanza della minorata difesa. La pena inflitta era di otto mesi di reclusione e 800 euro di multa.

L’imputato, tramite il suo difensore, aveva presentato ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose, l’illogicità della motivazione sulle aggravanti contestate. Tuttavia, la Corte Suprema non è entrata nel merito di tali doglianze, concentrandosi su un aspetto preliminare e assorbente: la condizione di procedibilità dell’azione penale.

L’Impatto della Riforma Cartabia e il Difetto di Querela

Il punto di svolta del giudizio è rappresentato dall’entrata in vigore del D.Lgs. 150/2022, la cosiddetta Riforma Cartabia. Questa normativa ha modificato in modo sostanziale il regime di procedibilità per il delitto di furto semplice e per alcune ipotesi di furto aggravato.

La Modifica all’Art. 624 del Codice Penale

La riforma ha stabilito che, di regola, il delitto di furto è punibile solo a querela della persona offesa. In altre parole, senza una formale richiesta di punizione da parte della vittima, lo Stato non può procedere d’ufficio contro il presunto colpevole. Questa scelta legislativa mira a deflazionare il carico giudiziario e a dare maggior peso alla volontà della persona offesa.

Quando si Procede d’Ufficio?

La procedibilità d’ufficio è rimasta solo per specifiche e gravi circostanze. In particolare, si procede d’ufficio se la persona offesa è incapace per età o infermità, oppure se ricorrono le aggravanti previste dall’articolo 625, ai numeri 7 (se il fatto è commesso su cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici, o esposte per necessità o per consuetudine o per destinazione alla pubblica fede) e 7-bis.

La Decisione della Corte: Annullamento per Improcedibilità

Nel caso di specie, le aggravanti contestate (violenza sulle cose e minorata difesa) non rientravano tra quelle che, secondo la nuova normativa, giustificano la procedibilità d’ufficio. Di conseguenza, per poter proseguire l’azione penale, sarebbe stata necessaria la querela della persona offesa.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha rilevato che agli atti mancava tale querela. La sua assenza costituisce un difetto di querela, ovvero la mancanza di una condizione essenziale per la prosecuzione del procedimento. Poiché le nuove disposizioni procedurali, se più favorevoli all’imputato, si applicano anche ai procedimenti in corso, i giudici hanno dovuto prenderne atto. La mancanza della condizione di procedibilità ha reso impossibile proseguire l’azione penale.

Le Conclusioni

La Corte ha quindi pronunciato l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Questa decisione significa che la condanna è stata definitivamente cancellata, non perché l’imputato sia stato dichiarato innocente nel merito, ma perché il processo non poteva legalmente continuare. La sentenza ribadisce l’importanza cruciale delle condizioni di procedibilità e dimostra come una riforma legislativa possa avere un impatto immediato e risolutivo sui processi pendenti, portando all’estinzione dell’azione penale anche in presenza di sentenze di condanna già emesse nei gradi di merito.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per furto aggravato?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia, il reato di furto contestato era diventato procedibile solo a querela della persona offesa. Poiché tale querela mancava nel fascicolo processuale, l’azione penale non poteva essere proseguita.

Cosa ha cambiato la Riforma Cartabia riguardo al reato di furto?
La Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) ha modificato l’art. 624 del codice penale, stabilendo che il delitto di furto è punibile, di regola, a querela della persona offesa. La procedibilità d’ufficio è stata mantenuta solo per casi specifici e più gravi, come quando la vittima è incapace o ricorrono determinate aggravanti (es. furto su cose esposte alla pubblica fede).

In questo caso, perché non si poteva procedere d’ufficio nonostante le aggravanti?
Non si poteva procedere d’ufficio perché le aggravanti contestate all’imputato (violenza sulle cose e minorata difesa) non rientrano tra quelle per le quali la nuova legge consente la procedibilità d’ufficio. Di conseguenza, era indispensabile la querela per poter procedere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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