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Difensore d’ufficio ente: appello senza procura?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dal difensore d’ufficio di un ente contro un sequestro preventivo. La sentenza stabilisce un principio fondamentale: dopo la notifica di un atto formale come l’avviso di conclusione indagini, l’ente deve necessariamente costituirsi formalmente nel procedimento per poter esercitare i propri diritti di impugnazione. In assenza di tale costituzione, il difensore d’ufficio dell’ente non è legittimato a proporre riesame, poiché tale atto non rientra più tra quelli urgenti che possono essere compiuti prima della formale partecipazione dell’ente al processo.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Difensore d’ufficio ente: appello senza procura? La Cassazione fissa i paletti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nella difesa delle società coinvolte in procedimenti penali: quali sono i poteri del difensore d’ufficio di un ente e quando può agire in assenza di un mandato specifico? La decisione chiarisce che, superata la fase iniziale e urgente del procedimento, la partecipazione attiva dell’ente diventa un presupposto indispensabile per l’esercizio dei diritti di impugnazione.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata, indagata per illeciti amministrativi previsti dal D.Lgs. 231/2001 in relazione a reati contestati al suo legale rappresentante, era stata colpita da decreti di sequestro preventivo. Il difensore d’ufficio, nominato per l’ente, aveva proposto una richiesta di riesame avverso tali provvedimenti.

Il Tribunale del Riesame, tuttavia, aveva dichiarato la richiesta inammissibile. La motivazione era netta: il difensore d’ufficio non era munito di una procura speciale, ritenuta necessaria per legittimare l’impugnazione per conto della società. Contro questa decisione, il legale ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un’errata interpretazione della legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la decisione del Tribunale del Riesame, sebbene con un’articolazione giuridica più approfondita. I giudici supremi hanno stabilito che la facoltà del difensore di impugnare senza procura speciale non è assoluta, ma dipende strettamente dalla fase procedimentale e dalla condotta dell’ente indagato.

Il ruolo della costituzione dell’ente nel processo

Il punto centrale della sentenza riguarda la distinzione tra due fasi del procedimento a carico dell’ente:

1. Fase Iniziale e Urgente: Prima che l’ente riceva una notifica formale (come l’informazione di garanzia o l’avviso di conclusione delle indagini), il difensore (sia di fiducia che d’ufficio) è abilitato a compiere atti urgenti, come l’impugnazione di una misura cautelare, per garantire una difesa immediata.
2. Fase Post-Notifica: Una volta che l’ente è stato formalmente informato del procedimento a suo carico e avvertito della necessità di costituirsi per partecipare attivamente (ai sensi dell’art. 39 del D.Lgs. 231/2001), la situazione cambia. La notifica agisce come una “messa in mora”, ponendo sull’ente l’onere di attivarsi.

Se, dopo tale notifica, l’ente non si costituisce formalmente nel procedimento, perde la possibilità di partecipare attivamente e, di conseguenza, il suo difensore (anche quello d’ufficio) non ha più la legittimazione per compiere atti processuali come le impugnazioni.

Le Motivazioni della Sentenza sul difensore d’ufficio dell’ente

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di un’interpretazione sistematica delle norme del D.Lgs. 231/2001, in linea con i principi stabiliti dalle Sezioni Unite. La “costituzione” non è una mera formalità, ma l’atto attraverso cui l’ente impersonale si fa “persona” nel processo, nominando un rappresentante fisico e manifestando la volontà di esercitare le proprie facoltà difensive.

Nel caso specifico, alla società era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, un atto che contiene l’esplicito invito a costituirsi. Poiché la società non aveva adempiuto a questo onere, la sua partecipazione al procedimento è rimasta inerte. Di conseguenza, il difensore d’ufficio dell’ente non poteva surrogarsi alla volontà dell’ente stesso e proporre un’impugnazione che non rientrava più nella categoria degli atti urgenti e indifferibili. L’impugnazione è stata quindi considerata come proposta da un soggetto privo della necessaria legittimazione.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica per le società e i loro consulenti legali. La nomina di un difensore d’ufficio all’ente garantisce una difesa tecnica di base, ma non sostituisce la partecipazione attiva e consapevole della persona giuridica. Dopo aver ricevuto un’informazione di garanzia o un avviso di conclusione indagini, è fondamentale che l’ente si attivi immediatamente per costituirsi formalmente nel procedimento. Solo attraverso questo adempimento potrà esercitare pienamente il proprio diritto di difesa, inclusa la facoltà di impugnare provvedimenti sfavorevoli attraverso il proprio legale, sia esso di fiducia o d’ufficio, ma a quel punto pienamente legittimato.

Un difensore d’ufficio di un ente può sempre impugnare un sequestro?
No. Può farlo solo nella fase iniziale e urgente del procedimento, prima che l’ente sia stato formalmente avvisato del suo onere di costituirsi. Dopo la notifica di atti come l’informazione di garanzia o l’avviso di conclusione indagini, la sua legittimazione a impugnare cessa se l’ente non si è costituito.

Cosa deve fare un ente dopo aver ricevuto un avviso di conclusione indagini per potersi difendere attivamente?
Deve costituirsi formalmente nel procedimento, secondo le modalità previste dall’art. 39 del D.Lgs. 231/2001. Questo implica depositare una dichiarazione contenente i dati identificativi dell’ente e del suo legale rappresentante, nonché la nomina di un difensore di fiducia.

Perché la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso in questo caso specifico?
La Corte lo ha dichiarato inammissibile perché l’impugnazione era stata proposta dal difensore d’ufficio dopo che all’ente era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Poiché l’ente non aveva provveduto a costituirsi formalmente, il difensore era privo della legittimazione a proporre l’impugnazione, che non era più considerata un atto difensivo urgente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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