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Dichiarazione di conformità: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un commerciante, condannandolo a pagare spese e una sanzione di 3.000 euro. La Corte ha stabilito che la vendita di prodotti senza la necessaria dichiarazione di conformità, requisito essenziale secondo la normativa UE, equivale a vendere un bene di qualità diversa da quella dichiarata, rendendo il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Dichiarazione di Conformità: Quando la sua Assenza Costa Caro

L’immissione di prodotti sul mercato europeo è regolata da norme precise, volte a garantire la sicurezza e la qualità per i consumatori. Un documento chiave in questo processo è la dichiarazione di conformità, che attesta il rispetto degli standard richiesti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le gravi conseguenze, anche a livello processuale, derivanti dalla sua assenza, confermando che vendere un prodotto senza tale certificazione equivale a commercializzare un bene di qualità diversa da quella dichiarata.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un commerciante avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. L’imputazione riguardava la vendita di prodotti che, al momento della commercializzazione, risultavano sprovvisti della documentazione attestante la “dichiarazione di conformità” del produttore. Il ricorrente ha tentato di contestare la sua condanna, ma il suo appello è giunto fino al vaglio della Suprema Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con una sintetica ma incisiva ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un gradino prima, sancendo che l’appello non aveva i requisiti per essere esaminato. La conseguenza diretta per il ricorrente è stata non solo la conferma della sua responsabilità, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.

L’Importanza della Dichiarazione di Conformità secondo la Cassazione

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la mancanza della dichiarazione di conformità non è una mera irregolarità formale. Questo documento è una precondizione essenziale per la marcatura e la legale commercializzazione di un prodotto nel territorio dell’Unione Europea, come stabilito dal Regolamento (CE) n. 765/2008.

Le Motivazioni della Decisione

I giudici hanno motivato la loro scelta di inammissibilità basandosi su un orientamento consolidato. Hanno affermato che un prodotto privo della dichiarazione di conformità è, per definizione, un bene di “qualità diversa da quella dichiarata”. Questo perché la dichiarazione stessa è parte integrante della qualità del prodotto, in quanto ne attesta la rispondenza a precisi standard di sicurezza e produzione. La sua assenza, quindi, inganna l’acquirente sulla reale natura del bene.
La Corte ha inoltre applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede, in caso di inammissibilità del ricorso, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nel determinare la causa di inammissibilità. In questo caso, la Corte non ha ravvisato alcuna scusante per il ricorrente, ritenendo la sua impugnazione manifestamente infondata e procedendo quindi con la condanna.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito per tutti gli operatori commerciali. Ignorare l’obbligo di verificare la presenza della dichiarazione di conformità per i prodotti messi in vendita non solo espone a sanzioni penali e amministrative, ma rende anche estremamente difficile, se non impossibile, contestare tali sanzioni in sede di impugnazione. La Cassazione chiarisce che la mancanza di tale documento vizia il ricorso alla radice, portando a una declaratoria di inammissibilità e a ulteriori costi per il ricorrente. Per i consumatori, invece, rappresenta una conferma della tutela offerta dall’ordinamento, che considera la conformità normativa come un elemento essenziale e non negoziabile della qualità di un prodotto.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte ha ritenuto manifestamente infondato il motivo di appello. La vendita di un prodotto senza la “dichiarazione di conformità” è considerata vendita di un bene di qualità diversa da quella dichiarata, rendendo l’impugnazione priva di fondamento giuridico.

Cosa comporta la mancanza della “dichiarazione di conformità” per un prodotto messo in vendita?
Secondo la Corte, la dichiarazione di conformità è una precondizione necessaria per la marcatura del prodotto ai sensi della normativa europea (Reg. 765/2008/CE). La sua assenza qualifica il bene come di “qualità diversa da quella dichiarata”.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in questo contesto?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, e non ravvisando un’assenza di colpa, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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