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Devastazione e saccheggio: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per il reato di devastazione e saccheggio. La decisione si fonda sulla solidità della testimonianza che ha identificato l’imputato mentre raccoglieva e lanciava pietre contro una struttura, incitando altri a fare lo stesso. L’ordinanza conferma la condanna al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Devastazione e Saccheggio: Quando la Testimonianza Rende l’Appello Inammissibile

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la solidità della prova testimoniale possa essere decisiva nel definire l’esito di un processo penale, in particolare per un reato grave come la devastazione e saccheggio. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando l’importanza delle dichiarazioni testimoniali precise e circostanziate.

Il Contesto del Ricorso: L’Accusa di Devastazione e Saccheggio

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’imputato era stato accusato di aver partecipato a un episodio di violenza, riconducibile alla fattispecie di devastazione e saccheggio prevista dall’art. 419 del codice penale.

Secondo la ricostruzione dei fatti, l’imputato si trovava presso un centro di accoglienza. Un testimone oculare lo aveva identificato come uno dei soggetti intenti a raccogliere pietre dal piazzale della struttura. Lo stesso testimone ha poi confermato in più occasioni di aver visto l’imputato non solo lanciare le pietre, ma anche incitare attivamente gli altri ospiti a inveire contro l’edificio. Su queste basi, la Corte d’Appello aveva emesso una sentenza di condanna, contro cui l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma valuta se il ricorso presenti i requisiti di legge per essere discusso. In questo caso, i giudici hanno ritenuto che le motivazioni addotte dal ricorrente non fossero in grado di scalfire la logicità e la coerenza della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Peso della Prova Testimoniale nel reato di Devastazione e Saccheggio

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella valutazione della prova testimoniale. I giudici hanno sottolineato come la decisione della Corte d’Appello fosse solidamente ancorata alle dichiarazioni di un testimone, le cui affermazioni erano state ritenute attendibili e decisive. La testimonianza non si era limitata a un’identificazione generica, ma aveva descritto con precisione il comportamento attivo dell’imputato: la raccolta delle pietre, il lancio e l’istigazione nei confronti degli altri.

Questa specificità ha reso la prova sufficientemente robusta da sostenere l’impianto accusatorio. La Cassazione ha ritenuto che non vi fossero elementi nel ricorso in grado di mettere in discussione la coerenza logica della valutazione operata dai giudici di merito. Il ricorso è stato quindi giudicato privo di fondamento, portando alla sua inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: un ricorso per Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio nel merito dei fatti. Se la valutazione delle prove, come una testimonianza, è stata effettuata in modo logico e coerente dai giudici dei gradi inferiori, la Suprema Corte non può riesaminarla. Per i casi di devastazione e saccheggio, e più in generale per i reati commessi in contesti di gruppo, questa decisione evidenzia come una testimonianza chiara e dettagliata possa essere determinante per l’individuazione delle responsabilità individuali, rendendo estremamente difficile contestare la decisione in sede di legittimità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che le motivazioni della sentenza d’appello fossero logiche e ben fondate, basandosi su una prova testimoniale solida e circostanziata che non è stata validamente contestata dal ricorrente.

Qual è stata la prova decisiva nel caso?
La prova decisiva è stata la testimonianza di una persona che ha identificato l’imputato non solo mentre raccoglieva pietre, ma anche nell’atto specifico di lanciarle e di incitare altri a commettere violenza contro la struttura, confermando queste dichiarazioni in diverse occasioni.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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