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Determinazione della pena: motivazione semplificata

Un imputato ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello, lamentando un vizio nella motivazione relativa alla determinazione della pena. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio consolidato: quando la pena inflitta è molto più vicina al minimo edittale che al massimo, non è necessaria una motivazione dettagliata. Il semplice richiamo ai criteri generali dell’art. 133 del codice penale è considerato sufficiente a giustificare la decisione del giudice, che esercita così la sua discrezionalità in modo legittimo.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Determinazione della Pena: Quando Basta una Motivazione Semplice?

La corretta determinazione della pena è uno dei momenti più delicati del processo penale, in cui il giudice è chiamato a bilanciare la gravità del reato con la personalità dell’imputato. Ma quanto deve essere dettagliata la motivazione del giudice? Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto, confermando un principio fondamentale: l’obbligo di motivazione si affievolisce quando la pena si avvicina al minimo previsto dalla legge.

Il Caso in Esame

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava un presunto vizio nell’iter logico-motivazionale seguito dal giudice di merito nella quantificazione della sanzione. In sostanza, il ricorrente riteneva che la Corte non avesse adeguatamente spiegato le ragioni che l’avevano portata a stabilire quella specifica entità di pena.

La Decisione della Corte sulla Determinazione della Pena

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. La graduazione della pena, inclusi gli aumenti per le aggravanti e le diminuzioni per le attenuanti, rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Tale potere, tuttavia, non è arbitrario, ma deve essere esercitato nel rispetto dei principi sanciti dagli articoli 132 e 133 del codice penale.

La Motivazione Semplificata per le Pene Minime

Il punto cruciale della decisione riguarda il livello di dettaglio richiesto per la motivazione. La Corte ha chiarito che l’obbligo di fornire una spiegazione analitica diventa meno stringente man mano che la pena inflitta si avvicina al minimo edittale.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che, secondo un principio assolutamente consolidato, nel caso in cui venga irrogata una pena di gran lunga più vicina al minimo che al massimo edittale, il mero richiamo ai ‘criteri di cui all’art. 133 cod. pen.’ è sufficiente. Questo riferimento generico, infatti, implica che il giudice abbia compiuto una valutazione complessiva sull’adeguatezza della pena rispetto alla gravità del fatto e alla capacità a delinquere del reo. Non è quindi necessaria una disamina specifica e dettagliata di ogni singolo elemento previsto dalla norma. Questo principio di economia processuale si fonda sulla logica che una pena mite non necessita della stessa giustificazione approfondita richiesta per una pena severa, che si discosta notevolmente dal minimo previsto dalla legge. La Corte ha inoltre citato numerosi precedenti conformi, rafforzando la stabilità di questo indirizzo interpretativo. In conclusione, il ricorso dell’imputato è stato respinto perché la pena applicata rientrava in quella fascia per cui una motivazione sintetica è considerata pienamente legittima.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante conferma pratica sia per gli operatori del diritto che per i cittadini. Essa chiarisce che non ogni lamento sulla quantificazione della pena può trovare accoglimento in Cassazione. Un ricorso basato sulla presunta carenza di motivazione ha scarse probabilità di successo se la pena inflitta è contenuta e vicina al minimo legale. Per i giudici, questo principio garantisce una maggiore snellezza nella redazione delle sentenze per i casi di minore gravità. Per gli avvocati, rappresenta un’indicazione chiara sui limiti entro cui è proficuo contestare la determinazione della pena, orientando la strategia difensiva verso motivi di ricorso più solidi e fondati.

È sempre necessaria una motivazione dettagliata per la determinazione della pena?
No, l’obbligo di una motivazione dettagliata si attenua notevolmente quanto più la pena inflitta si avvicina al minimo previsto dalla legge per quel reato.

Cosa si intende per motivazione sufficiente quando la pena è vicina al minimo?
Quando la pena è vicina al minimo edittale, è considerato sufficiente il mero richiamo ai criteri generali indicati nell’art. 133 del codice penale, senza la necessità di un’analisi specifica di ogni singolo elemento.

In questo caso, il ricorso dell’imputato è stato accolto?
No, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione precedente e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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