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Detenzione stupefacenti: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione stupefacenti. Il ricorso è stato respinto perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni sull’uso personale, già esaminate e rigettate dalla Corte d’Appello, senza contestare specificamente le motivazioni della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenzione Stupefacenti: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: il ricorso non può limitarsi a ripetere argomenti già esaminati e respinti nei gradi di giudizio precedenti. Il caso in esame riguarda una condanna per detenzione stupefacenti, dove l’imputato ha visto il suo ricorso dichiarato inammissibile proprio per la sua natura meramente reiterativa.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un uomo per il delitto previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, ovvero la detenzione di sostanze stupefacenti per fatti di lieve entità. La condanna, emessa dal tribunale, era stata confermata dalla Corte d’Appello di Firenze.

L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per Cassazione, sostenendo che la detenzione della sostanza (nello specifico, 30 dosi di eroina) fosse finalizzata esclusivamente all’uso personale e non allo spaccio. Tale argomentazione era già stata presentata e rigettata in appello.

L’Analisi della Corte di Cassazione sulla detenzione stupefacenti

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, evidenziando come esso fosse ‘interamente reiterativo’ dello stesso motivo già proposto in appello. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva fornito una ‘congrua argomentazione’ per escludere la tesi dell’uso personale, con la quale il ricorrente non si era confrontato in modo specifico e puntuale.

Il ruolo della Corte di Cassazione, infatti, non è quello di riesaminare i fatti nel merito, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Se il ricorso si limita a riproporre le stesse questioni di fatto, senza individuare vizi di legittimità nella decisione del giudice precedente, esso non può essere accolto.

I Criteri per Escludere l’Uso Personale

La Corte d’Appello aveva basato la sua decisione su elementi oggettivi e non arbitrari, come:

* La detenzione di un quantitativo non trascurabile (30 dosi di eroina).
* Il fatto che la sostanza fosse stata trovata fuori dall’abitazione dell’imputato.
* L’assenza di una provata e conclamata condizione di tossicodipendenza.

Questi elementi, valutati complessivamente, avevano portato i giudici a ritenere inverosimile la tesi dell’uso personale, anche a fronte della possibile condizione di assuntore abituale dell’imputato. La valutazione della Corte di merito è stata considerata completa e non sindacabile in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della decisione della Cassazione risiede nell’articolo 616 del codice di procedura penale e nel principio consolidato secondo cui il ricorso è inammissibile quando non si confronta criticamente con le ragioni della sentenza impugnata. Ripetere semplicemente i propri argomenti equivale a chiedere un terzo giudizio di merito, compito che non spetta alla Corte di Cassazione. Il ricorso era privo di argomenti nuovi o di critiche specifiche alla logica della sentenza d’appello, rendendolo di fatto un atto processuale inutile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: per avere successo in Cassazione, non basta essere convinti delle proprie ragioni. È indispensabile strutturare un ricorso che attacchi specificamente i vizi logici o giuridici della sentenza precedente. La semplice riproposizione di tesi fattuali, già vagliate e respinte, conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso per detenzione stupefacenti è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere gli stessi motivi già presentati e respinti dalla Corte d’Appello, senza sollevare specifiche critiche giuridiche o logiche alla motivazione della sentenza impugnata.

Quali elementi hanno portato i giudici a escludere l’uso personale della droga?
I giudici hanno escluso l’uso personale basandosi su una valutazione complessiva di più elementi: la detenzione di un quantitativo significativo (30 dosi di eroina), il fatto che la sostanza fosse stata trovata fuori dall’abitazione e l’assenza di una condizione di conclamata dipendenza.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per detenuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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