Detenzione stupefacenti: quando è inammissibile ricorso
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso di detenzione stupefacenti a fini di spaccio, chiarendo i limiti del ricorso e i criteri per la valutazione della responsabilità penale. La decisione sottolinea come una contestazione basata sulla mera rivalutazione dei fatti, senza evidenziare vizi di legittimità, porti inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità.
I Fatti del Processo: La Detenzione Stupefacenti in un Contesto Sociale
Il caso trae origine dal rinvenimento di una notevole quantità di hashish, sufficiente per il confezionamento di circa 1600 dosi, all’interno di una stanza di un centro sociale. La stanza era risultata nella disponibilità di un soggetto, che veniva quindi imputato per detenzione ai fini di spaccio. Oltre alla sostanza, venivano rinvenuti anche 800 euro in banconote di piccolo taglio, un elemento spesso associato all’attività di spaccio.
L’imputato veniva condannato in Corte d’Appello, ma decideva di presentare ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su tre motivi principali.
I Motivi del Ricorso in Cassazione
L’imputato ha contestato la sentenza di condanna sostenendo:
1. Errata attribuzione della responsabilità: La difesa sosteneva che la droga non fosse attribuibile all’imputato, proponendo una ricostruzione dei fatti alternativa a quella dei giudici di merito.
2. Contraddittorietà della motivazione: Si evidenziava una presunta contraddizione logica nel fatto che l’imputato fosse stato assolto per il possesso di cocaina ma condannato per la detenzione dell’hashish.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si lamentava il diniego delle attenuanti, ritenendo che il suo precedente penale, molto risalente nel tempo, non dovesse ostacolare la concessione del beneficio.
La Decisione della Corte: La Detenzione Stupefacenti e l’Inammissibilità
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le censure sollevate. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni della Corte.
La Valutazione del Merito e i Limiti del Giudizio di Legittimità
Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può riesaminare i fatti e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il ricorso era stato impostato come una richiesta di rivalutazione delle prove, in particolare riguardo all’attribuzione della stanza e della sostanza stupefacente. I giudici di legittimità hanno invece ritenuto la motivazione della Corte d’Appello logica e coerente, fondata su elementi concreti come le dichiarazioni di un testimone della polizia giudiziaria.
L’Irrilevanza dell’Assoluzione per Altra Sostanza
La presunta contraddittorietà è stata ritenuta insussistente. L’oggetto del processo era la detenzione stupefacenti (hashish) a fini di spaccio. La condanna si basava sulla quantità ingente (1600 dosi), un dato che di per sé orienta verso la destinazione a terzi. L’assoluzione per il possesso di un’altra sostanza (cocaina) non incide sulla valutazione relativa all’hashish, trattandosi di fatti distinti e autonomamente valutabili.
La Qualificazione del Fatto e le Attenuanti Generiche
Infine, la Corte ha confermato la correttezza del diniego delle attenuanti generiche. È stato ricordato che, a seguito della riforma del 2008, la sola incensuratezza (o un precedente molto datato) non è più sufficiente per ottenere il beneficio. È necessario che emergano elementi positivi sulla personalità dell’imputato o sulle modalità del fatto, elementi che nel caso di specie mancavano. La difesa, secondo la Corte, si era limitata a un’allegazione generica, insufficiente a scalfire la valutazione dei giudici di merito.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione netta tra il giudizio di fatto e il giudizio di diritto. Il ricorrente ha tentato di ottenere una nuova valutazione delle prove, un’operazione preclusa in sede di legittimità. La Corte ha ritenuto che la sentenza impugnata avesse fornito una spiegazione logica e completa per ogni punto contestato. In particolare, la destinazione allo spaccio era stata correttamente desunta non solo dall’enorme quantità di sostanza, ma anche dal contesto (un centro sociale, luogo favorevole alla diffusione) e dal possesso di denaro contante in piccoli tagli. La Corte ha inoltre specificato che l’analisi per il riconoscimento della fattispecie di lieve entità (art. 73, comma 5) richiede una valutazione complessiva di tutti gli indici, e un singolo elemento, come l’ingente quantitativo, può assumere un valore ‘assorbente’ e decisivo.
Le Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce che il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove ridiscutere l’intera vicenda processuale. Le censure devono individuare precise violazioni di legge o vizi manifesti della motivazione, non limitarsi a proporre una lettura alternativa delle prove. Inoltre, conferma l’orientamento rigoroso in materia di attenuanti generiche, che non possono essere concesse automaticamente ma richiedono la dimostrazione di concreti elementi positivi. Per i casi di detenzione stupefacenti, la quantità della sostanza rimane un indicatore primario e spesso decisivo per distinguere l’uso personale dallo spaccio.
Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le contestazioni sollevate non riguardavano vizi di legittimità o violazioni di legge, ma si limitavano a proporre una diversa ricostruzione dei fatti. Questo tipo di valutazione è riservata ai giudici di merito (primo e secondo grado) e non è consentita in sede di Corte di Cassazione.
L’assoluzione per il possesso di un tipo di droga può influenzare la condanna per un’altra?
No. La Corte ha chiarito che l’assoluzione per il possesso di cocaina è irrilevante ai fini della condanna per la detenzione di hashish. Ogni accusa viene valutata sulla base delle prove specifiche ad essa relative. In questo caso, la grande quantità di hashish era sufficiente a fondare la condanna per spaccio, indipendentemente dall’esito dell’altra imputazione.
È sufficiente avere un vecchio precedente penale per vedersi negate le attenuanti generiche?
Non è il precedente in sé a causare il diniego, ma l’assenza di elementi positivi. La Corte ha ribadito che, dopo la riforma del 2008, per concedere le attenuanti generiche non basta più l’assenza di precedenti recenti. L’imputato deve dimostrare l’esistenza di circostanze positive relative alla sua personalità o al fatto commesso che giustifichino una riduzione della pena, cosa che nel caso di specie non è avvenuta.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13073 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13073 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a ROMA il 22/04/1983
avverso la sentenza del 09/09/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Il ricorso proposto da COGNOME NOME è inammissibile.
Quanto alla censura in punto di responsabilità si propone una ricostrin ione rivalutativa del merito, lontana dalla deduzione di vizi “manifesti” di motivaz one, quanto alla attribuibilità della droga al ricorrente, nonostante peraltro una motivazione che dà ampiamente conto, anche mediante il rinvio a spolit3nee dichiarazioni dell’imputato, della attribuibilità all’imputato della stanza ove venne rinvenuta la sostanza stupefacente. E pur a fronte anche della spiegazione iella decisione del tribunale del riesame di annullamento della misura cautelare, sio.ome priva del dato offerto poi in sede di giudizio da un teste di polizia giudiziaria.
Quanto alla deduzione di contraddittorietà fondata sulla assoluzione perché h ‘atto non sussiste quanto al possesso di cocaina, al di là della spiegazione sul punto fornita dalla cortyppare dirimente il rilievo per cui oggetto del processo è il lema della detenzione a fini di spaccio di hashish idonea al confezionamento di circa , 1600 dosi, rispetto alla quale rileva la validità delle argomentazioni succintairente richiamate in precedenza e piu’ complessivamente anche di quelle in terra di destinazione a terzi.
Quanto al secondo motivo appare insuperata la validità della motivazione che valorizza innanzitutto il notevole numero di dosi ricavabili in un contesto favcr(vole alla diffusione della droga quale un centro sociale, anche ma non solo tra giovani ( senza che si debba quindi necessariamente contestare alcuna fattispecie ex ar. 80 dpr 309/90 per dare rilievo a tale dato concreto), e va ribadito quanto alla fattispecie ex art. 73 comma 5 che la giurisprudenza di legittimità è consolidata nel ritenere che l’individuazione della fattispecie implica anche la possibilità che tra i vari elementi da considerare si instaurino rapporti di compensazione e neutralizzazione in grado di consentire un giudizio unitario sulla concreta offerr: ività del fatto anche quando le circostanze che lo caratterizzano risultano primi) ‘ade contraddittorie. Egualmente, l’elaborazione della valutazione di tutti gli [indici rilevanti ai fini in esame non esclude che uno di essi assuma in concreto valore assorbente e cioè che la sua intrinseca espressività sia tale da non poter e.! . sere compensata da quella di segno eventualmente opposto di uno o più degli altri.
Riguardo al contesto diniego delle generiche da una parte non si contesta il rilevato, dai giudici di appello, carattere generico dell’allegazione circa la connotazione del fatto e la personalità del reo, rimasto incontestato e come tale ostativo alla rel 3tiva reiterazione in questa sede, dall’altra quanto al precedente penale la corte lo cita quale dato inconferente in senso favorevole sol perchè risalente nel tempo e q Andi conclude nel senso della mancanza di elementi positivi in linea con l’indirizzo GLYPH cui il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può e!:sere
legittimamente motivato dal giudice con l’assenza di elementi o circostanze d segno positivo, a maggior ragione dopo la riforma dell’art. 62-bis, disposta 1:o d.l. 23 maggio 2008, n. 92, convertito con modifiche nella legge 24 luglio 2 X18, 125, per effetto della quale, ai fini della concessione della diminuente, non sufficiente il solo stato di incensuratezza dell’imputato. Sez. 1, n. 39561 16/02/2017 Rv. 270986 – 01
Tenuto conto che, pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, c condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della sorii la euro 3000 in favore della cassa delle ammende.
) Si GLYPH trascura poi la va pirzazione da parte dei giud . i—tteir . possesso di GLYPH in banconote ‘sli-p ccolo taglio per le quali il r r c6fnte non avrebbe f lenito spiegdizioni.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle :!;p processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammenc e
Così deciso in Roma il 14.3.2025.