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Detenzione ordigno esplosivo: la Cassazione decide

Un uomo in affidamento in prova viene arrestato per la detenzione di un ordigno esplosivo artigianale. La Cassazione conferma la custodia in carcere, respingendo le tesi difensive sulla scarsa pericolosità del manufatto e sul suo presunto uso per una festa. Per la Corte, la detenzione di un ordigno esplosivo è di per sé reato, indipendentemente dalla finalità, e la misura cautelare è giustificata dal rischio di recidiva.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenzione Ordigno Esplosivo: Irrilevante il Motivo, Conta il Pericolo

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha confermato la linea dura in materia di detenzione ordigno esplosivo, stabilendo principi chiari sulla valutazione della pericolosità e sulla necessità delle misure cautelari. Il caso analizzato riguarda un uomo posto in custodia cautelare in carcere dopo il ritrovamento di una ‘bomba carta’ artigianale nella sua abitazione. La difesa ha tentato di smontare l’accusa sostenendo che l’ordigno fosse destinato a festeggiare un compleanno e fosse di scarsa potenza, ma la Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti giuridici.

I Fatti di Causa

Il Tribunale del Riesame di L’Aquila confermava un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un individuo, gravemente indiziato per la detenzione di un ordigno esplosivo artigianale rinvenuto presso la sua abitazione. L’uomo si trovava già in regime di affidamento in prova ai servizi sociali, un dettaglio che ha pesato significativamente sulla valutazione della sua pericolosità sociale.

I Motivi del Ricorso e la questione della detenzione ordigno esplosivo

L’indagato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basato su cinque motivi principali:
1. Vizio di motivazione: L’ordinanza del Riesame sarebbe stata una mera copia di quella del GIP, senza un’autonoma valutazione delle argomentazioni difensive.
2. Mancata valutazione della consulenza di parte: La difesa aveva prodotto una consulenza balistica che minimizzava la pericolosità dell’ordigno, definendolo artigianale, con polvere pirica impura e di scarso potere deflagrante.
3. Violazione delle garanzie difensive: Si lamentava l’applicazione della procedura per gli accertamenti urgenti (art. 354 c.p.p.) anziché quella per gli accertamenti tecnici non ripetibili (art. 360 c.p.p.), che prevede maggiori garanzie per la difesa.
4. Errata valutazione delle prove: Il giudice non avrebbe considerato le testimonianze che confermavano la tesi difensiva, secondo cui la ‘bomba carta’ era stata creata solo per festeggiare il compleanno della fidanzata.
5. Sproporzione della misura cautelare: La difesa riteneva la custodia in carcere eccessiva, sostenendo che misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, sarebbero state adeguate.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, smontando punto per punto le argomentazioni difensive.

In primo luogo, ha escluso il vizio di motivazione ‘a copia-incolla’, osservando che i giudici di merito avevano compiuto una valutazione autonoma, tanto da riqualificare il reato in modo diverso rispetto alla contestazione iniziale del Pubblico Ministero. Questo dimostra un’analisi critica e non una mera adesione passiva.

Sul punto cruciale della pericolosità dell’ordigno, la Corte ha ribadito che la valutazione tecnica degli artificieri prevale sulla consulenza di parte quando quest’ultima risulta opinabile. È stato sottolineato che la presenza di un detonatore qualifica il manufatto come parte di un’arma da guerra, la cui funzione è innescare una carica esplosiva. La finalità o la quantità di esplosivo diventano irrilevanti. Anche la presenza di un magnete, secondo i giudici, non era un dettaglio trascurabile, in quanto finalizzato ad aumentare la micidialità dell’ordigno proiettando frammenti al momento dell’esplosione.

Per quanto riguarda le garanzie procedurali, la Corte ha confermato che le operazioni di bonifica e prelievo di campioni rientrano negli ‘accertamenti urgenti’ (art. 354 c.p.p.), data la natura materiale e non valutativa dell’atto, non richiedendo quindi le complesse garanzie dell’art. 360 c.p.p.

La Cassazione ha poi chiarito un principio fondamentale: la finalità per cui si detiene l’ordigno è penalmente irrilevante. Il reato di detenzione ordigno esplosivo si perfeziona con la sola consapevolezza di possedere illegalmente il materiale (dolo generico), a prescindere che lo si voglia usare per un attentato o per una festa.

Infine, la scelta della custodia in carcere è stata ritenuta ampiamente giustificata. I giudici hanno considerato la gravità del fatto, i precedenti specifici dell’indagato e, soprattutto, la circostanza che il reato sia stato commesso mentre era già sottoposto a una misura alternativa. Questi elementi hanno delineato un quadro di elevato e attuale pericolo di reiterazione del reato, rendendo inadeguata qualsiasi misura meno afflittiva.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma la severità dell’ordinamento nei confronti della detenzione ordigno esplosivo. La Corte di Cassazione invia un messaggio chiaro: la pericolosità di un ordigno non si valuta solo dalla sua potenza, ma anche dalla sua composizione (in particolare la presenza di un detonatore) e dal contesto. L’intenzione soggettiva dell’agente è irrilevante ai fini della configurabilità del reato. La decisione sulla misura cautelare, inoltre, deve basarsi su una valutazione complessiva della personalità del soggetto e del rischio concreto di recidiva, e la custodia in carcere rimane la misura adeguata di fronte a un pericolo elevato, specialmente se l’indagato ha già dimostrato di non rispettare le prescrizioni della legge.

Possedere un ordigno esplosivo per festeggiare un compleanno è reato?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la finalità per cui l’ordigno viene detenuto è penalmente irrilevante. Il reato si configura per la semplice consapevolezza di possedere illegalmente il materiale esplosivo (dolo generico), a prescindere dall’uso che se ne intende fare.

Una perizia di parte può contrastare quella degli artificieri sulla pericolosità di un ordigno?
Può farlo, ma nel caso di specie la Corte ha ritenuto le valutazioni degli artificieri prevalenti rispetto a quelle della consulenza di parte. I giudici hanno considerato le conclusioni della difesa come ‘opinabili’ e hanno dato maggior peso agli elementi oggettivi, come la presenza di un detonatore, che qualifica l’ordigno come estremamente pericoloso.

Quando è giustificata la custodia in carcere per la detenzione di un ordigno esplosivo?
La custodia in carcere è giustificata quando esiste un concreto e attuale pericolo che la persona commetta altri gravi reati. Nel caso esaminato, questo pericolo è stato desunto dai precedenti penali specifici dell’indagato e dal fatto che il reato è stato commesso mentre era già sottoposto alla misura dell’affidamento in prova, dimostrando un’inclinazione a violare la legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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