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Detenzione illecita stupefacenti: esame in Cassazione

La Corte di Cassazione esamina un ricorso contro una condanna per detenzione illecita stupefacenti. Il caso riguarda la detenzione in concorso di 15 grammi di cocaina, con l’aggravante della recidiva reiterata, già confermata dalla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenzione Illecita Stupefacenti: Analisi di un Ricorso in Cassazione

L’odierna analisi giuridica si concentra su un’ordinanza della Corte di Cassazione che affronta un caso di detenzione illecita stupefacenti. La vicenda processuale giunge al vaglio della Suprema Corte a seguito del ricorso presentato da un imputato contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello, che aveva a sua volta confermato la decisione di primo grado. Questo caso offre spunti di riflessione sul reato di possesso di sostanze illegali, in particolare quando aggravato da circostanze come il concorso e la recidiva.

I Fatti del Processo

L’imputato è stato condannato in primo grado dal Tribunale competente per il reato di concorso nella detenzione illecita di 15 grammi lordi di cocaina. La condanna era inoltre aggravata dalla contestazione della recidiva reiterata. Questo significa che l’imputato non solo era già stato condannato in passato, ma aveva commesso più reati, una condizione che la legge considera con particolare severità, prevedendo un inasprimento della pena.

La Decisione della Corte d’Appello

Successivamente alla condanna di primo grado, la difesa dell’imputato ha presentato appello. Tuttavia, la Corte d’Appello di Roma, con sentenza del 9 novembre 2023, ha rigettato l’impugnazione, confermando integralmente la sentenza del Tribunale. La Corte territoriale ha quindi ritenuto corretta la valutazione dei fatti e l’applicazione delle norme di diritto effettuate dal primo giudice, ribadendo la colpevolezza dell’imputato per la detenzione della sostanza stupefacente.

Il Ricorso per Cassazione e la detenzione illecita stupefacenti

Non arrendendosi alla doppia condanna, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione. Questo terzo grado di giudizio non riesamina i fatti nel merito, ma si concentra sulla corretta applicazione della legge e sul rispetto delle norme procedurali. Il ricorso mira a censurare eventuali errori di diritto commessi dai giudici dei precedenti gradi. L’ordinanza in esame rappresenta l’atto con cui la Suprema Corte inizia la propria valutazione sul caso di detenzione illecita stupefacenti.

Le Motivazioni

Sebbene il documento analizzato sia un’ordinanza interlocutoria che introduce la discussione, possiamo delineare i principi giuridici che la Corte di Cassazione è chiamata a verificare. La Corte dovrà valutare se la sentenza d’appello abbia fornito una motivazione logica e coerente riguardo alla sussistenza del reato. In particolare, verranno esaminati gli elementi di prova che dimostrano sia la detenzione della sostanza, sia il ‘concorso’ con altri soggetti. Inoltre, un punto cruciale sarà la corretta applicazione dell’aggravante della recidiva reiterata, verificando che i presupposti di legge per tale contestazione fossero presenti e che la sua incidenza sulla determinazione della pena sia stata giustificata.

Le Conclusioni

In conclusione, questo caso evidenzia la severità con cui l’ordinamento giuridico tratta i reati legati agli stupefacenti, specialmente in presenza di recidiva. La conferma della condanna in due gradi di giudizio suggerisce la presenza di un solido quadro probatorio a carico dell’imputato. L’esito del ricorso in Cassazione dipenderà dalla capacità della difesa di individuare vizi di legittimità nella sentenza impugnata. Per i cittadini, questo caso ribadisce che la detenzione di sostanze illecite, anche in quantità non ingenti, costituisce un reato grave, le cui conseguenze penali sono significativamente aggravate da precedenti condanne.

Cosa significa essere condannati per detenzione illecita di stupefacenti in concorso?
Significa che il reato di possesso non autorizzato di sostanze stupefacenti è stato commesso con la partecipazione consapevole di più persone, le quali rispondono tutte del medesimo fatto criminoso.

Qual è il significato di ‘recidiva reiterata’ nel contesto di questo caso?
Indica che l’imputato aveva già ricevuto più di una condanna definitiva per altri reati in passato prima di commettere quello per cui si procede. Questa circostanza è considerata un’aggravante che può portare a un aumento della pena.

Quale tribunale ha confermato la condanna prima del ricorso in Cassazione?
La sentenza di condanna è stata confermata dalla Corte d’Appello di Roma, che ha giudicato in secondo grado dopo la decisione del Tribunale cittadino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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