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Detenzione esplodenti: quando non è reato? Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per detenzione di esplodenti, sottolineando la necessità di distinguere tra ‘materie esplodenti’ (come i fuochi d’artificio) ed ‘esplosivi’ veri e propri. Il caso riguardava la detenzione di 850 grammi di manufatti artigianali. La Corte ha stabilito che la detenzione esplodenti di tipo pirotecnico non è reato se il quantitativo di polvere non supera i 5 kg, ma il giudice di merito non aveva verificato in quale categoria rientrassero i materiali sequestrati. Il processo dovrà quindi essere riesaminato.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenzione Esplodenti: Non Sempre è Reato Sotto i 5 kg

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7239/2025, ha offerto un importante chiarimento sulla detenzione esplodenti, stabilendo che non sempre costituisce reato. La pronuncia sottolinea la fondamentale distinzione tra “materie esplodenti” e “esplosivi”, un confine che determina l’applicazione o meno delle sanzioni penali previste dall’art. 678 del codice penale.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna, confermata in appello, di due individui per la detenzione illegale di 18 manufatti esplosivi artigianali (‘candelotti’), con un peso complessivo di circa 850 grammi e privi di etichettatura. I condannati avevano presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la contravvenzione contestata fosse configurabile solo per quantitativi di polveri esplodenti superiori ai 5 chilogrammi, soglia non raggiunta nel loro caso.

La Normativa sulla Detenzione Esplodenti e le Categorie

Il cuore della questione giuridica risiede nella corretta interpretazione delle norme che regolano la materia. La giurisprudenza consolidata distingue tra:
1. Materie esplodenti: Sostanze utilizzate per fuochi d’artificio, prive di un’effettiva potenzialità micidiale sia per composizione chimica che per modalità di fabbricazione.
2. Esplosivi: Sostanze con elevata potenzialità, capaci di provocare esplosioni con effetti distruttivi significativi su persone e cose.

La detenzione di “materie esplodenti” non è sempre penalmente sanzionata. L’art. 97 del Regolamento di esecuzione del T.U.L.P.S. prevede un’eccezione importante: consente di detenere senza licenza e senza obbligo di denuncia “esplosivi della prima categoria” fino a 5 kg netti e “artifici” fino a 25 kg lordi. La legge classifica questi materiali in diverse categorie e gruppi, inclusi i “giocattoli pirici” e i “manufatti pirotecnici da divertimento”.

La Distinzione e l’Impatto sulla Detenzione Esplodenti

La Cassazione ha rilevato come la Corte d’Appello avesse omesso un passaggio logico-giuridico fondamentale. Pur sollecitata dalla difesa, non ha specificato in quale categoria rientrassero i “candelotti esplosivi” sequestrati. Questa verifica è essenziale: se i manufatti fossero stati classificati come “materie esplodenti” (ad esempio, fuochi d’artificio professionali ma non con potenziale micidiale) e il loro contenuto netto di polvere pirica fosse stato inferiore a 5 kg, la condotta non avrebbe integrato il reato contestato.

L’accertamento in fatto sulla natura e sulla classificazione del materiale è, quindi, un presupposto indispensabile per poter affermare la responsabilità penale per la detenzione esplodenti.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha accolto il ricorso, basando la sua decisione su un vizio di motivazione della sentenza impugnata. I giudici di legittimità hanno affermato che la Corte territoriale, per poter confermare la condanna, avrebbe dovuto accertare concretamente se i manufatti detenuti dagli imputati rientrassero o meno nelle categorie per le quali la legge prevede un limite di peso per la detenzione legale senza autorizzazione. Non avendo compiuto questa verifica, la motivazione della sentenza d’appello è risultata carente, rendendo impossibile stabilire se il fatto contestato costituisse effettivamente reato.

Conclusioni

Con questa sentenza, la Cassazione ribadisce un principio cruciale: non ogni detenzione di materiale pirotecnico è automaticamente illegale. È onere del giudice di merito procedere a una rigorosa classificazione del materiale sequestrato per verificare se si applichino le soglie di non punibilità previste dalla normativa speciale. La decisione ha portato all’annullamento della sentenza con rinvio ad un’altra sezione della Corte di Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi di diritto enunciati, colmando la lacuna motivazionale e accertando, prima di tutto, la reale natura dei “candelotti” sequestrati.

È sempre reato detenere materiale pirotecnico senza licenza?
No, non sempre. La detenzione di “materie esplodenti” come fuochi d’artificio o artifici pirotecnici non è reato se il quantitativo di polvere netta non supera i 5 chilogrammi o, per certi artifici, i 25 kg di peso lordo, come previsto dall’art. 97 del Regolamento del T.U.L.P.S.

Qual è la differenza fondamentale tra “materie esplodenti” ed “esplosivi” secondo la legge?
Le “materie esplodenti” sono sostanze con bassa potenzialità distruttiva, tipicamente usate per fuochi d’artificio. Gli “esplosivi”, invece, sono sostanze con elevata potenzialità, idonee a provocare un’esplosione con rilevante effetto distruttivo su persone o cose.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna in questo caso?
La Corte ha annullato la sentenza perché il giudice d’appello non ha specificato in quale categoria rientrassero i manufatti esplosivi sequestrati. Questa verifica era indispensabile per determinare se si potesse applicare il limite di peso (5 kg) che avrebbe escluso la configurabilità del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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