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Detenzione domiciliare speciale: nullità del de plano

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto di inammissibilità emesso `de plano` dal Tribunale di Sorveglianza riguardo a un’istanza di detenzione domiciliare speciale presentata da una madre di un figlio minore di dieci anni. La Corte ha stabilito che, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 76/2017, il beneficio non è precluso per reati ostativi. L’emissione di un provvedimento `de plano` al di fuori dei casi previsti dalla legge costituisce nullità assoluta.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenzione domiciliare speciale: quando il decreto de plano è nullo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23733 del 2024, è intervenuta su un tema di grande delicatezza: la detenzione domiciliare speciale per le madri di figli minori. La pronuncia chiarisce i limiti del potere del Presidente del Tribunale di Sorveglianza di dichiarare inammissibile un’istanza con procedura de plano (cioè senza udienza), affermando un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa e del superiore interesse del minore.

I Fatti del Caso

Una donna, madre di un figlio di età inferiore a dieci anni, presentava un’istanza per ottenere la detenzione domiciliare speciale, una misura che le avrebbe consentito di scontare la pena presso la propria abitazione per non recidere il legame con il bambino. Il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Sassari, tuttavia, dichiarava l’istanza inammissibile con un decreto emesso de plano, motivando la decisione con la mancata espiazione della porzione di pena richiesta dalla legge come presupposto per accedere al beneficio.

Contro tale decreto, la donna proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che la decisione fosse errata alla luce della sentenza n. 76 del 2017 della Corte Costituzionale. Tale pronuncia ha infatti eliminato il divieto di concedere la detenzione domiciliare speciale alle madri condannate per i cosiddetti “reati ostativi” (previsti dall’art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario), rendendo di fatto superabile il requisito dell’espiazione parziale della pena in questi specifici casi.

La Decisione della Cassazione sulla detenzione domiciliare speciale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio il decreto impugnato e disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Sorveglianza per l’esame nel merito dell’istanza. La Cassazione ha ritenuto che il provvedimento del Presidente del Tribunale di Sorveglianza fosse affetto da nullità assoluta.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione dei poteri del Presidente del Tribunale di Sorveglianza. La legge (art. 666, comma 2, c.p.p.) consente di dichiarare un’istanza inammissibile con la procedura semplificata de plano solo quando essa sia manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge.

Nel caso di specie, l’istanza non era manifestamente infondata. Al contrario, era pienamente ammissibile. La ricorrente aveva specificato la sua qualità di madre di un figlio minore di dieci anni. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 76/2017, la detenzione domiciliare speciale non è più preclusa alle madri condannate per reati ostativi, superando di fatto il limite che il Presidente del Tribunale di Sorveglianza aveva erroneamente ritenuto insormontabile.

Emettere un provvedimento de plano al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge, come avvenuto in questa vicenda, priva l’interessato del giudizio di merito e del contraddittorio. Questo vizio, secondo il costante orientamento della Cassazione, integra una nullità di ordine generale e a carattere assoluto. Tale nullità può essere rilevata d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento e comporta l’annullamento della decisione impugnata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce due principi fondamentali.

In primo luogo, conferma la piena applicabilità dei principi sanciti dalla Corte Costituzionale a tutela del rapporto madre-figlio, anche in presenza di condanne per reati di particolare gravità. La detenzione domiciliare speciale si conferma come uno strumento volto a proteggere il preminente interesse del minore.

In secondo luogo, traccia un confine netto all’utilizzo della procedura de plano. Questa può essere impiegata solo per rigettare istanze palesemente prive dei requisiti di legge, non per risolvere questioni interpretative o per negare un esame di merito quando le condizioni di ammissibilità, anche alla luce degli interventi della Consulta, sono presenti. La decisione assicura che le istanze meritevoli di approfondimento vengano discusse in un’udienza in camera di consiglio, garantendo pienamente il diritto di difesa.

Una madre condannata per un reato ostativo può chiedere la detenzione domiciliare speciale?
Sì. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 76 del 2017, questo beneficio non è più precluso alle madri condannate per reati indicati nell’articolo 4-bis dell’ordinamento penitenziario, se hanno prole di età inferiore a dieci anni.

Quando un giudice può rigettare un’istanza ‘de plano’ (senza udienza)?
Il giudice può dichiarare inammissibile un’istanza con procedura de plano solo quando questa appaia manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge, come previsto dall’art. 666, comma 2, del codice di procedura penale.

Cosa succede se un provvedimento ‘de plano’ viene emesso al di fuori dei casi previsti dalla legge?
Un provvedimento de plano emesso al di fuori dei casi espressamente stabiliti dalla legge è affetto da nullità di ordine generale e a carattere assoluto. Se tale nullità viene accertata dalla Corte di Cassazione, comporta l’annullamento senza rinvio della decisione impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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