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Detenzione di droga: quando la quantità esclude l’uso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per detenzione di droga. La decisione si fonda sul quantitativo di sostanza stupefacente (equivalente a 331 dosi), ritenuto dalla Corte un elemento oggettivo e sufficiente per escludere la destinazione all’uso personale e configurare l’ipotesi di spaccio. Il ricorso è stato respinto in quanto la motivazione della corte d’appello è stata giudicata logica e adeguata.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenzione di Droga: 331 Dosi Sono Troppe per Uso Personale, Sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso di detenzione di droga, stabilendo un principio chiaro: un quantitativo eccezionalmente elevato di sostanza stupefacente è un indicatore sufficiente per escludere la tesi dell’uso personale. Questa decisione riafferma l’importanza del dato quantitativo come criterio oggettivo per distinguere il consumo personale dallo spaccio, con conseguenze significative per l’imputato.

I Fatti del Caso

Un individuo, trovato in possesso di un quantitativo di hashish corrispondente a 331 dosi medie singole mentre si trovava sulla pubblica via, veniva condannato dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, sostenendo che la detenzione fosse finalizzata esclusivamente al proprio uso personale e che la Corte d’Appello non avesse motivato adeguatamente la sua decisione.

La Decisione della Corte sulla Detenzione di Droga

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, la Corte territoriale aveva, al contrario, fornito una motivazione del tutto adeguata, logica e basata su elementi concreti. La decisione di secondo grado non presentava alcuna illogicità manifesta, rendendo di fatto il ricorso privo di fondamento.

Il Ruolo Decisivo del Quantitativo

Il punto centrale della decisione è il peso dato al quantitativo della sostanza. La Corte ha sottolineato come il possesso di 331 dosi di hashish non sia compatibile con un consumo personale, anche per un consumatore abituale. Questo dato oggettivo, secondo il ragionamento dei giudici, è di per sé sufficiente a far presumere una destinazione diversa, ovvero quella della vendita a terzi.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente utilizzato le “massime di comune esperienza” per giungere alla sua conclusione. Non è illogico, né contrario alla legge, affermare che una quantità così ingente di stupefacente, trovata addosso a una persona in un luogo pubblico, sia destinata allo spaccio. L’argomentazione della Corte d’Appello è stata ritenuta immune da vizi logici e giuridici, giustificando così la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale in materia di detenzione di droga. Dimostra che, sebbene ogni caso debba essere valutato nel suo complesso, il dato puramente quantitativo può assumere un valore probatorio decisivo. Per chi viene trovato in possesso di grandi quantità di stupefacenti, diventa estremamente difficile sostenere la tesi dell’uso personale, specialmente se mancano altri elementi a supporto. La sentenza serve da monito: la linea di demarcazione tra uso personale e spaccio può essere determinata, in assenza di altre prove, dal semplice peso della sostanza sequestrata.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse adeguata, logica e priva di vizi, basandosi su massime di comune esperienza per escludere l’uso personale della sostanza.

Qual è stato l’elemento decisivo per escludere l’uso personale della droga?
L’elemento decisivo è stato l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente, corrispondente a 331 dosi medie singole di hashish, che è stato considerato incompatibile con una detenzione per solo uso personale.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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