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Detenzione 41-bis: no al lettore CD di notte

La Corte di Cassazione ha stabilito che la limitazione dell’uso di un lettore CD alle sole ore diurne per un detenuto in regime di detenzione 41-bis non lede i suoi diritti. La sentenza chiarisce che, sebbene il diritto all’ascolto della musica sia tutelato, le modalità del suo esercizio rientrano nel potere organizzativo dell’amministrazione penitenziaria per garantire la sicurezza. Pertanto, la decisione di vietarne l’uso notturno è legittima e non sindacabile dal giudice di sorveglianza, che aveva erroneamente autorizzato l’uso per 24 ore.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenzione 41-bis: Diritto all’ascolto di musica e poteri dell’amministrazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20696 del 2024, è intervenuta su un tema delicato che interseca i diritti dei detenuti con le esigenze di sicurezza carceraria, in particolare nel contesto della detenzione 41-bis. La questione centrale riguarda la possibilità per un detenuto di utilizzare un lettore CD in cella e, più specificamente, se l’amministrazione penitenziaria possa limitarne l’uso alle sole ore diurne. La pronuncia offre un’importante distinzione tra il diritto soggettivo in sé e le modalità del suo esercizio.

I fatti del caso: Un lettore CD in cella

Un detenuto sottoposto al regime speciale di cui all’art. 41-bis dell’Ordinamento Penitenziario aveva ottenuto dal Magistrato di Sorveglianza l’autorizzazione ad acquistare e detenere un lettore CD e relativi supporti musicali nella propria camera di pernottamento. L’autorizzazione prevedeva la possibilità di ascolto nell’arco delle ventiquattro ore, tramite cuffie o auricolari.

L’amministrazione penitenziaria, tuttavia, si era opposta a questa estensione, ritenendo che l’uso del dispositivo dovesse essere limitato alle ore diurne. Le ragioni addotte erano legate alla sicurezza: durante le ore serali e notturne, la vigilanza è meno intensa, aumentando il rischio che i dispositivi possano essere manomessi o utilizzati per fini impropri, come veicolare messaggi criptati.

La decisione del Tribunale di Sorveglianza

Il Tribunale di Sorveglianza aveva confermato la decisione del Magistrato, ritenendo infondate le preoccupazioni dell’amministrazione. Secondo il Tribunale, i rischi erano minimi, poiché i CD erano acquistati tramite canali ufficiali, sigillati e non riscrivibili, e il lettore era privo di connessioni wireless o bluetooth. Di conseguenza, aveva giudicato illegittima la limitazione oraria imposta, autorizzando l’uso del dispositivo 24 ore su 24.

Il ricorso in Cassazione e la gestione della detenzione 41-bis

Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria hanno impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. Nel ricorso, hanno sottolineato che la gestione della detenzione 41-bis impone rigidi protocolli di sicurezza. Hanno evidenziato come le normative vigenti e le circolari dipartimentali ammettano l’uso di lettori digitali solo per la consultazione di materiale giudiziario o di studio. Inoltre, hanno ribadito il pericolo legato al contenuto dei CD (ad esempio, canzoni neomelodiche con messaggi nascosti) e il rischio di manomissione dei dispositivi durante le ore notturne.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: Diritto vs. Modalità

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. Il punto cruciale della motivazione risiede nella distinzione fondamentale tra il diritto soggettivo del detenuto e le modalità di esercizio di tale diritto.

La Suprema Corte ha riconosciuto che l’ascolto della musica rientra in quei “piccoli gesti di normalità quotidiana” che costituiscono la libertà residua del soggetto detenuto. Pertanto, negare in assoluto tale possibilità sarebbe una violazione di un diritto. Tuttavia, ha chiarito che la regolamentazione delle modalità con cui questo diritto viene esercitato spetta all’amministrazione penitenziaria.

La scelta di limitare l’uso del lettore CD alle ore diurne non è una negazione del diritto, ma una sua regolamentazione per finalità organizzative e di sicurezza. Questa decisione rientra nella sfera di discrezionalità dell’amministrazione, che deve bilanciare le esigenze trattamentali con quelle di ordine e disciplina interna. Il controllo giurisdizionale può intervenire solo quando le modalità imposte sono così irragionevoli da svuotare di fatto il diritto stesso, ma non può sostituirsi alle scelte organizzative dell’amministrazione.

In questo caso, la limitazione oraria è stata considerata una misura ragionevole e proporzionata, volta a prevenire rischi per la sicurezza in un contesto di vigilanza ridotta come quello notturno. Il Tribunale di Sorveglianza, intervenendo su questo aspetto, ha ecceduto i confini della propria giurisdizione, invadendo un ambito di competenza esclusiva dell’amministrazione.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale nell’ambito del diritto penitenziario: esiste una netta separazione tra il nucleo intangibile di un diritto soggettivo del detenuto e le scelte discrezionali che l’amministrazione compie per regolarne l’esercizio. La magistratura di sorveglianza ha il compito di tutelare il primo, ma non può interferire con le seconde, a meno che non risultino palesemente irragionevoli o discriminatorie. La sicurezza all’interno degli istituti, specialmente per i detenuti in regime di detenzione 41-bis, rimane una priorità che giustifica specifiche limitazioni organizzative.

Un detenuto in regime 41-bis ha diritto ad ascoltare musica con un lettore CD?
Sì, la sentenza riconosce che l’ascolto della musica fa parte dei ‘piccoli gesti di normalità quotidiana’ che rientrano nella libertà residua del detenuto. Tuttavia, questo diritto può essere regolamentato.

L’amministrazione penitenziaria può vietare l’uso del lettore CD durante la notte?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la limitazione dell’uso del dispositivo alle ore diurne è una legittima modalità di esercizio del diritto, che rientra nel potere organizzativo e discrezionale dell’amministrazione per garantire ordine e sicurezza, soprattutto quando la vigilanza è meno intensa.

Il giudice può annullare una decisione dell’amministrazione che limita gli orari di utilizzo di un dispositivo?
No, non se la limitazione è ragionevole. Il giudice può intervenire se viene negato il diritto in sé o se le modalità imposte sono talmente restrittive da annullare di fatto il diritto. La scelta sugli orari, essendo una misura organizzativa, non è sindacabile dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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