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Detenuto 41-bis: no al tirocinio esterno

La Corte di Cassazione ha confermato il diniego a un detenuto sottoposto al regime speciale 41-bis di svolgere un tirocinio in una farmacia esterna per completare il suo percorso di laurea. La sentenza sottolinea che le esigenze di sicurezza pubblica e la necessità di impedire contatti con l’esterno, tipiche del regime del carcere duro, prevalgono sul diritto allo studio, quando questo richieda attività incompatibili con tali restrizioni. La decisione è stata ritenuta corretta e adeguatamente motivata, nonostante la somiglianza con il provvedimento di primo grado.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto allo Studio e Detenuto 41-bis: La Cassazione Nega il Tirocinio Esterno

La recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema delicato e complesso: il bilanciamento tra il diritto allo studio di un detenuto 41-bis e le imprescindibili esigenze di sicurezza pubblica. La Corte ha stabilito che lo svolgimento di un tirocinio esterno, sebbene finalizzato al completamento di un percorso universitario, è incompatibile con le restrizioni imposte dal cosiddetto ‘carcere duro’.

I Fatti del Caso: La Richiesta di un Percorso Formativo

Un detenuto, sottoposto al regime speciale di detenzione previsto dall’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario, aveva chiesto di poter svolgere un tirocinio presso una farmacia. Tale attività era un requisito obbligatorio previsto dal suo corso di studi universitari per conseguire la laurea in farmacia.

La richiesta era stata inizialmente respinta dal Magistrato di Sorveglianza e, successivamente, il rigetto era stato confermato anche dal Tribunale di Sorveglianza in sede di reclamo. Il detenuto, tramite il suo difensore, ha quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. In particolare, la difesa sosteneva che il provvedimento del Tribunale fosse un mero ‘copia e incolla’ della decisione precedente, senza un’effettiva valutazione delle critiche sollevate nell’atto di reclamo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la decisione del Tribunale di Sorveglianza. I giudici hanno rigettato l’istanza del detenuto, condannandolo al pagamento delle spese processuali.

La Corte ha chiarito che, sebbene il diritto allo studio sia un elemento fondamentale del trattamento penitenziario, il suo esercizio deve essere compatibile con il regime detentivo applicato. Nel caso specifico, le modalità del tirocinio sono state ritenute in insanabile contrasto con le finalità del 41-bis.

Le Motivazioni: Sicurezza Pubblica vs. Diritto allo Studio di un detenuto 41-bis

Il cuore della motivazione risiede nella natura stessa del regime 41-bis. Questo regime speciale è concepito per recidere ogni legame tra i detenuti e le organizzazioni criminali di appartenenza, impedendo loro di impartire ordini o mantenere contatti con l’esterno. La sua finalità è la tutela dell’ordine e della sicurezza, esterna al carcere.

Per raggiungere questo scopo, la legge prevede una serie di misure restrittive che limitano drasticamente i contatti con il mondo esterno. Qualsiasi contatto, se non strettamente necessario e autorizzato, deve avvenire sotto il diretto e costante controllo dell’amministrazione penitenziaria.

Un tirocinio presso una farmacia esterna, per sua natura, comporterebbe un’interlocuzione continua con soggetti terzi (farmacisti, clienti, fornitori) non sottoposti a controllo. Questo creerebbe una falla nel sistema di isolamento che il 41-bis intende garantire. La Corte ha quindi affermato che il diniego non era solo corretto, ma anche coerente con il principio di ragionevolezza: il diritto allo studio del singolo deve essere bilanciato con l’esigenza superiore di proteggere la collettività.

La Corte ha inoltre specificato che la doglianza sul ‘copia e incolla’ non era pertinente, poiché entrambi i provvedimenti dei giudici di merito erano, nella sostanza, giuridicamente corretti e basati su una motivazione adeguata e conforme ai principi che regolano la materia.

Conclusioni: I Limiti del Trattamento Penitenziario nel Regime Speciale

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale dell’ordinamento penitenziario: i diritti dei detenuti, incluso quello allo studio, non sono assoluti ma possono essere limitati quando entrano in conflitto con altri interessi di rango costituzionale, come la sicurezza pubblica. Nel caso di un detenuto 41-bis, le restrizioni sono massime e giustificate dalla pericolosità sociale del soggetto e dalla necessità di neutralizzare la sua capacità di influenza criminale anche dal carcere. La decisione evidenzia come il percorso di reinserimento sociale, di cui lo studio è parte integrante, debba trovare modalità di attuazione che non compromettano le finalità primarie del regime detentivo speciale.

Un detenuto in regime 41-bis può svolgere un tirocinio fuori dal carcere per completare gli studi?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che lo svolgimento di un tirocinio esterno è incompatibile con le finalità del regime 41-bis, in quanto implicherebbe contatti con soggetti esterni non autorizzati, vanificando lo scopo primario della misura, che è quello di recidere i collegamenti con le organizzazioni criminali.

Il diritto allo studio di un detenuto 41-bis è assoluto?
No, il diritto allo studio, sebbene tutelato, non è assoluto. Deve essere bilanciato con le inderogabili esigenze di tutela della sicurezza pubblica che caratterizzano il regime detentivo speciale. Le modalità di esercizio di tale diritto sono adattate per essere coerenti con gli scopi del 41-bis.

Perché la Corte ha respinto la critica secondo cui la decisione d’appello era un ‘copia e incolla’?
La Corte ha ritenuto la critica infondata perché, al di là della somiglianza degli argomenti, entrambi i provvedimenti dei giudici di sorveglianza erano giuridicamente corretti e adeguatamente motivati. Hanno correttamente identificato l’incompatibilità tra le modalità del tirocinio e il regime di detenzione, rendendo la decisione finale conforme al sistema.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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