LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Detenuto 41-bis: Diritto all’ascolto di musica

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un detenuto 41-bis ad acquistare a proprie spese un lettore CD e supporti musicali. La sentenza rigetta il ricorso del Ministero della Giustizia, stabilendo che l’ascolto di musica rientra nei “piccoli gesti di normalità quotidiana” che costituiscono ambiti di libertà residua della persona. La Corte ha precisato che la Magistratura di sorveglianza può sindacare le decisioni dell’Amministrazione penitenziaria per verificare che il diniego non sia irragionevole e che le misure di sicurezza non comportino un onere sproporzionato per l’istituto. In questo caso, non essendo stata dimostrata l’eccessiva gravosità dei controlli, il diritto del detenuto prevale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto all’ascolto di musica per il detenuto 41-bis: la Cassazione si pronuncia

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato una questione delicata e di grande rilevanza per i diritti fondamentali della persona: la possibilità per un detenuto 41-bis di acquistare e utilizzare un lettore CD. Questa pronuncia chiarisce il confine tra le inderogabili esigenze di sicurezza del regime carcerario speciale e il rispetto di quegli ambiti di libertà che persistono anche in stato di detenzione, consolidando un importante principio di civiltà giuridica.

I fatti del caso

Un detenuto sottoposto al regime speciale del 41-bis, presso un istituto di massima sicurezza, aveva richiesto l’autorizzazione per acquistare a proprie spese un lettore CD e alcuni supporti musicali. La sua istanza era stata inizialmente respinta, con la motivazione che le esigenze di sicurezza prevalevano, dato il rischio di un uso improprio dei dispositivi per veicolare informazioni non consentite. Inizialmente il Tribunale di Sorveglianza aveva confermato il diniego, ma la Corte di Cassazione, con una prima sentenza, aveva annullato tale decisione, riconoscendo che l’ascolto di musica rientra nei “piccoli gesti di normalità quotidiana” e incaricando il Tribunale di verificare se i controlli necessari fossero realmente insostenibili per l’Amministrazione penitenziaria.

La decisione del Tribunale e il bilanciamento per il detenuto 41-bis

In sede di rinvio, il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha parzialmente accolto il reclamo del detenuto. I giudici hanno osservato che l’Amministrazione penitenziaria non aveva fornito prove concrete sulla particolare gravosità dei controlli sui dispositivi. Anzi, era emerso che altri detenuti nello stesso regime erano già stati autorizzati all’uso di tali strumenti. Di conseguenza, il Tribunale ha autorizzato l’acquisto del lettore CD e dei supporti, suggerendo cautele come l’acquisto tramite un’impresa fiduciaria dell’istituto e la consegna/riconsegna giornaliera del dispositivo. Contro questa decisione, il Ministero della Giustizia ha proposto un nuovo ricorso in Cassazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del Ministero, ritenendolo infondato. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale già affermato dalla Corte Costituzionale: anche per un detenuto 41-bis, il diritto di fruire di “piccoli gesti di normalità quotidiana”, come l’ascolto di musica, fa parte dei legittimi ambiti di libertà residua. Il potere dell’Amministrazione penitenziaria non è assoluto, ma è soggetto al controllo di ragionevolezza e proporzionalità da parte della Magistratura di sorveglianza.
La Cassazione ha chiarito che il compito del giudice non è sostituirsi all’Amministrazione nelle scelte operative, ma verificare che i limiti imposti ai diritti del detenuto non siano sproporzionati o irragionevoli. Nel caso specifico, il Tribunale di Sorveglianza si è correttamente limitato a constatare la mancanza di prove sulla eccessiva dispendiosità dei controlli, colmando tale lacuna informativa con dati provenienti da casi analoghi. La Corte ha concluso che, nel bilanciamento tra il diritto del detenuto e le esigenze di sicurezza, non si può negare a priori un diritto fondamentale senza dimostrare l’impossibilità concreta di gestirne i rischi con misure adeguate.

Le conclusioni

La sentenza stabilisce che il diniego all’acquisto di un lettore CD per un detenuto 41-bis deve essere fondato su una prova concreta di “inesigibili adempimenti” per l’Amministrazione penitenziaria. In assenza di tale prova, il diritto del detenuto a un minimo di normalità prevale. Questa decisione rafforza il ruolo della Magistratura di sorveglianza come garante dei diritti dei detenuti e impone all’Amministrazione penitenziaria un onere di motivazione stringente quando intende limitare tali diritti, anche nel contesto del regime carcerario più severo.

Un detenuto in regime 41-bis ha il diritto di acquistare un lettore CD per ascoltare musica?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’ascolto di musica rientra nei “piccoli gesti di normalità quotidiana” che costituiscono ambiti legittimi di libertà residua della persona detenuta, anche se sottoposta al regime speciale del 41-bis.

Come viene bilanciato il diritto del detenuto con le esigenze di sicurezza della prigione?
Il diritto del detenuto deve essere bilanciato con le esigenze di controllo. L’Amministrazione penitenziaria può negare l’autorizzazione solo se dimostra che la messa in sicurezza dei dispositivi e dei supporti musicali comporterebbe adempimenti e un impiego di risorse umane e materiali eccessivi e insostenibili (inesigibili).

La Magistratura di sorveglianza può ordinare all’Amministrazione penitenziaria di autorizzare l’acquisto?
Sì. Se la Magistratura di sorveglianza accerta che il diniego dell’Amministrazione è irragionevole o sproporzionato, può ordinare alla stessa di porre rimedio alla situazione pregiudizievole per i diritti del detenuto, autorizzando di fatto l’acquisto e l’utilizzo del dispositivo, pur con le cautele necessarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati