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Detenuti 41-bis: sì a lettori CD, ma con verifiche

Un detenuto sottoposto al regime speciale del 41-bis si è visto negare la possibilità di acquistare un lettore CD e dischi musicali. La Corte di Cassazione ha annullato tale diniego, stabilendo che il diritto all’ascolto della musica, quale gesto di normalità, può essere limitato solo se l’amministrazione penitenziaria dimostra concretamente l’impossibilità di effettuare i necessari controlli di sicurezza per carenza di risorse, una verifica che il tribunale di merito aveva omesso.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenuti 41-bis: Diritto all’Ascolto di CD tra Sicurezza e Normalità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20698 del 2024, è tornata a pronunciarsi su una questione delicata che tocca la vita quotidiana dei detenuti 41-bis: la possibilità di possedere un lettore CD e dischi musicali. La decisione offre un importante chiarimento sul bilanciamento tra le inderogabili esigenze di sicurezza del regime differenziato e il rispetto di quella sfera di libertà residua che appartiene a ogni individuo, anche se ristretto.

I Fatti del Caso: La Richiesta di un Detenuto

La vicenda ha origine dalla richiesta di un detenuto, sottoposto al regime penitenziario speciale previsto dall’art. 41-bis, di essere autorizzato all’acquisto di un lettore CD e di alcuni compact disc musicali. L’amministrazione penitenziaria prima, e il Tribunale di Sorveglianza poi, avevano respinto la richiesta sulla base di tre principali motivazioni:
1. Il rischio di introdurre messaggi illeciti dall’esterno attraverso i supporti.
2. La potenziale pericolosità dei CD, che potrebbero essere utilizzati come oggetti taglienti.
3. La considerazione che il bisogno di ascoltare musica fosse già soddisfatto dalla presenza in cella di radio e televisione.

Il detenuto ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo l’errata applicazione della legge e il contrasto della decisione con consolidati principi giurisprudenziali.

La Decisione della Corte di Cassazione: Un Bilanciamento tra Diritti e Sicurezza

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e rinviando il caso al Tribunale di Sorveglianza per un nuovo esame. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale: l’ascolto di musica attraverso un lettore CD rientra in quei “piccoli gesti di normalità quotidiana” che la Corte Costituzionale ha riconosciuto come ambiti legittimi di libertà residua del detenuto.

Di conseguenza, un divieto assoluto non è ammissibile. Sebbene l’amministrazione penitenziaria possa negare l’autorizzazione, tale diniego non può essere generico, ma deve fondarsi su una valutazione concreta e specifica.

Le Motivazioni: Perché il Diniego Iniziale Era Illegittimo per i detenuti 41-bis?

La Cassazione ha individuato diverse falle nel ragionamento del Tribunale di Sorveglianza.
In primo luogo, il diniego era basato su motivazioni astratte e su una circolare ministeriale, senza che fosse stata effettuata una verifica doverosa e concreta. Il giudice del reclamo, infatti, ha il compito di interloquire con l’istituto penitenziario per accertare se le operazioni di controllo sui lettori e sui CD comporterebbero degli “inesigibili adempimenti”. In altre parole, il diniego è legittimo solo se si dimostra che, per quello specifico carcere, le verifiche di sicurezza richiederebbero un impiego di risorse umane e materiali talmente gravoso da renderlo irragionevole.

In secondo luogo, la Corte ha smontato l’argomento della pericolosità dei CD come oggetti taglienti. La finalità specifica del regime 41-bis è quella di recidere i legami tra il detenuto e l’associazione criminale di appartenenza, non di gestire la sua pericolosità interna. Per quest’ultima esigenza, l’ordinamento prevede altri strumenti, come la sorveglianza particolare (art. 14-bis Ord. pen.).

Le Conclusioni: Quali sono le Implicazioni Pratiche per i detenuti 41-bis?

La sentenza stabilisce un chiaro percorso logico-giuridico che le autorità devono seguire. La richiesta di un lettore CD da parte di un detenuto in regime 41-bis non può essere respinta a priori. L’amministrazione penitenziaria deve valutare la propria capacità organizzativa di effettuare i controlli necessari per garantire la sicurezza. Se intende negare l’autorizzazione, deve fornire una motivazione puntuale che dimostri l’insostenibilità di tali controlli. Un diniego basato su generiche preoccupazioni di sicurezza o su circolari non supportate da una verifica fattuale è da considerarsi illegittimo. Viene così riaffermato il principio secondo cui anche nel più restrittivo dei regimi carcerari, ogni limitazione dei diritti deve essere necessaria, proporzionata e fondata su ragioni concrete e verificabili.

Un detenuto in regime 41-bis ha il diritto di possedere un lettore CD?
Sì, in linea di principio. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ascolto di musica rientra nei “piccoli gesti di normalità quotidiana” che costituiscono la libertà residua del detenuto, e non esiste una preclusione assoluta.

L’amministrazione penitenziaria può negare l’autorizzazione all’acquisto di un lettore CD a un detenuto 41-bis?
Sì, ma solo a condizioni precise. Il diniego è legittimo unicamente se l’amministrazione dimostra che le necessarie verifiche di sicurezza sul lettore e sui CD comporterebbero “inesigibili adempimenti”, ovvero un onere organizzativo insostenibile per quello specifico istituto.

La potenziale pericolosità di un CD usato come oggetto tagliente è una ragione valida per negare l’autorizzazione a un detenuto 41-bis?
No, secondo la Corte. La finalità del regime 41-bis è impedire i contatti con l’organizzazione criminale esterna, non gestire la pericolosità personale del detenuto all’interno del carcere, per la quale esistono altre misure specifiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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