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Detenuti 41 bis: limiti su farmaci da banco in cella

La Cassazione ha confermato l’inammissibilità del ricorso di un detenuto in regime speciale, ribadendo che per i detenuti 41 bis il possesso in cella di farmaci da banco, pomate e integratori è vietato. È sempre necessaria un’indicazione sanitaria e la somministrazione avviene sotto controllo, per ragioni di sicurezza.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenuti 41 bis: la Cassazione conferma il divieto di farmaci da banco in cella

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi sulle rigide regole che governano la vita dei detenuti 41 bis, chiarendo i limiti relativi al possesso di prodotti come pomate per dolori muscolari e integratori. La decisione sottolinea come le esigenze di sicurezza e controllo in questo regime speciale prevalgano sulla possibilità di detenere autonomamente in cella anche prodotti da banco acquistabili senza ricetta medica.

Il Caso: Divieto di Pomate e Integratori in Cella

Un detenuto sottoposto al regime speciale previsto dall’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario aveva presentato un reclamo al Magistrato di sorveglianza contro il divieto di tenere nella propria cella pomate per dolori muscolari e integratori. Il Magistrato aveva dichiarato il reclamo inammissibile senza procedere a un’udienza formale.

Il detenuto ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando tre vizi principali:
1. Violazione di legge: sosteneva che il divieto si applicasse solo ai medicinali veri e propri e non a prodotti da banco.
2. Vizio procedurale: contestava la decisione “de plano” (cioè senza udienza), ritenendola una violazione del suo diritto di difesa.
3. Disparità di trattamento: denunciava una discriminazione rispetto ai detenuti in regime ordinario, a suo dire ingiustificata da ragioni di sicurezza.

La Decisione della Cassazione e le sue motivazioni sui detenuti 41 bis

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, considerandolo manifestamente infondato e generico. La sentenza si articola su alcuni punti cardine che chiariscono la portata delle restrizioni per i detenuti 41 bis.

La Legittimità della Procedura “De Plano”

In primo luogo, la Corte ha ribadito un principio procedurale importante: un reclamo può essere dichiarato inammissibile “de plano” quando la sua infondatezza è palese e non richiede alcuna attività istruttoria o valutazione discrezionale. Nel caso specifico, il Magistrato si era basato su una circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del 2017, le cui disposizioni erano talmente chiare da rendere il reclamo del detenuto privo di ogni fondamento fin dall’inizio. Non vi è stata, quindi, alcuna lesione del diritto al contraddittorio.

Le Regole per Farmaci e Parafarmaci nel Regime Speciale

Nel merito, la Cassazione ha ritenuto ineccepibile il divieto. La circolare citata stabilisce regole molto precise e non suscettibili di interpretazioni equivoche:
– L’acquisto di farmaci e prodotti simili è consentito solo con prescrizione medica e a condizione che non siano già disponibili nella farmacia dell’istituto.
– Anche per i prodotti parafarmaceutici (come gli integratori) e da banco (come le pomate), è necessaria un’indicazione sanitaria che ne attesti la necessità e un nulla osta sulla loro non pericolosità, anche in caso di uso improprio.
– Il possesso di qualsiasi tipo di medicinale o prodotto assimilabile in cella è categoricamente vietato.
– La distribuzione e l’assunzione devono sempre avvenire in presenza del personale di polizia penitenziaria e a cura del servizio infermieristico.

Queste prescrizioni, secondo la Corte, sono auto-evidenti nella loro ragionevolezza, in quanto mirano a garantire la sicurezza e il controllo all’interno di un regime detentivo di massima sicurezza.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema risiedono primariamente nell’esigenza di mantenere un elevatissimo livello di controllo e sicurezza per i detenuti 41 bis. La ratio della normativa è impedire qualsiasi potenziale abuso di sostanze, anche di quelle apparentemente innocue, che potrebbero essere utilizzate in modo improprio. La Corte ha sottolineato che il ricorrente non ha specificato in che modo il divieto ledesse concretamente i suoi diritti, dato che l’assistenza sanitaria è comunque garantita dall’istituto. La natura del regime speciale giustifica pienamente una compressione di alcune facoltà concesse ai detenuti comuni, e la gestione centralizzata di farmaci e parafarmaci rientra in questa logica. La genericità delle lamentele del ricorrente, che non ha fornito elementi specifici a supporto della sua tesi di discriminazione, ha contribuito a rafforzare la valutazione di manifesta infondatezza del ricorso.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento rigoroso sulle condizioni di detenzione nel regime 41-bis. Le conclusioni pratiche sono chiare: per i detenuti in tale regime, non esiste un diritto incondizionato a possedere in cella prodotti per la cura personale, nemmeno se acquistabili liberamente all’esterno. Ogni necessità sanitaria deve passare attraverso il vaglio e la gestione dell’amministrazione penitenziaria. Questa decisione riafferma che il bilanciamento tra il diritto alla salute del detenuto e le supreme esigenze di sicurezza e ordine pubblico pende, nel contesto del 41-bis, decisamente a favore di queste ultime, legittimando procedure di controllo stringenti e centralizzate.

Un detenuto in regime 41-bis può tenere in cella farmaci da banco come pomate o integratori?
No. La sentenza chiarisce che il possesso di qualsiasi medicinale, farmaco da banco o parafarmaco in cella è vietato per i detenuti in regime speciale. La distribuzione e l’assunzione devono avvenire sotto il controllo del personale penitenziario e a cura del servizio infermieristico.

È necessaria una ricetta medica per acquistare integratori o prodotti da banco per un detenuto in regime speciale?
Sì, o quantomeno un’indicazione sanitaria. Per i prodotti parafarmaceutici e da banco è richiesta un’indicazione sanitaria che ne attesti la necessità e un nulla osta sulla non pericolosità del prodotto, anche in caso di uso improprio.

Un reclamo di un detenuto può essere dichiarato inammissibile senza un’udienza?
Sì. La Corte ha confermato che un decreto di inammissibilità può essere emesso “de plano” (senza udienza) quando l’istanza è manifestamente infondata e la sua valutazione non richiede accertamenti complessi o valutazioni discrezionali, ma si basa su chiare disposizioni normative o amministrative.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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