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Detenuti 41 bis: legittima la restrizione notturna

Un detenuto in regime speciale ha contestato l’obbligo di consegnare fornello e pentolame durante le ore notturne. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che tale limitazione non è una misura punitiva o discriminatoria, ma un ragionevole bilanciamento tra i diritti dei detenuti 41 bis e le esigenze di sicurezza del regime carcerario, volto a prevenire pericoli durante la notte.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Detenuti 41 bis: Legittima la Restrizione Notturna sull’Uso di Fornelli

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29627/2025, si è pronunciata su una questione delicata che tocca i diritti dei detenuti 41 bis: la possibilità di cucinare nella propria cella. La decisione chiarisce i limiti di questo diritto, affermando la legittimità delle restrizioni orarie imposte dall’amministrazione penitenziaria per ragioni di sicurezza. Questo articolo analizza la pronuncia, evidenziando il bilanciamento tra la tutela dei diritti fondamentali e le esigenze del regime detentivo speciale.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Consegna Notturna degli Utensili da Cucina

Un detenuto sottoposto al regime differenziato di cui all’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario ha presentato reclamo contro una disposizione della direzione del carcere. Tale disposizione imponeva la consegna obbligatoria di fornello e pentolame dalle ore 22:00 alle ore 07:00 del mattino successivo.

Il Tribunale di Sorveglianza aveva inizialmente respinto il reclamo, motivando la decisione sulla base di una circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.). Secondo il Tribunale, la misura rappresentava un “congruo bilanciamento” tra le necessità funzionali del regime speciale e la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti.

Il difensore del detenuto ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge. La difesa sosteneva che la restrizione fosse stata imposta in modo generico, basandosi unicamente sullo status di detenuto in regime 41-bis e sulla presunta pericolosità degli strumenti da cucina nelle ore notturne, rivelando così una natura essenzialmente punitiva e discriminatoria.

La Decisione della Corte e le Restrizioni per i detenuti 41 bis

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la legittimità della restrizione oraria. Per comprendere appieno la decisione, è necessario analizzare il ragionamento dei giudici, che si muove tra l’evoluzione normativa e i principi costituzionali.

Il Contesto Normativo: dal Divieto Assoluto alla Regolamentazione

La Corte ricorda che l’art. 41-bis, comma 2-quater, lett. f) dell’ordinamento penitenziario, introdotto nel 2009, prevedeva un divieto assoluto di cuocere cibi per i detenuti in regime speciale. Tuttavia, questa norma è stata dichiarata parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2018).

La Consulta ha chiarito che non si tratta di un “diritto fondamentale a cuocere i cibi in cella”, ma del diritto a “conservare la possibilità di accedere a piccoli gesti di normalità quotidiana”. La caducazione del divieto assoluto, però, non ha sancito un diritto illimitato. Ha invece aperto alla possibilità per l’amministrazione penitenziaria di regolamentare l’esercizio di tale facoltà, ad esempio attraverso la definizione di fasce orarie adeguate e non irrisorie.

Il Principio di Non Discriminazione

Un punto cruciale del ricorso era la presunta natura discriminatoria della misura, applicata solo ai detenuti in regime 41-bis. La Cassazione, richiamando la sua giurisprudenza consolidata, afferma che una differenziazione tra detenuti comuni e quelli in regime speciale è legittima solo se sorretta da una “valida giustificazione” che escluda un carattere irragionevole e punitivo.

Il provvedimento che impone limiti differenziati deve spiegare in modo specifico perché le esigenze del regime speciale rendono necessaria quella particolare restrizione. Non è sufficiente un generico richiamo allo status del detenuto.

Le Motivazioni della Sentenza

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha ritenuto che le ragioni a sostegno della restrizione fossero state adeguatamente esplicitate. Il provvedimento impugnato non si limitava a un richiamo generico alla pericolosità, ma era fondato su precise esigenze di sicurezza legate alle ore notturne. Durante la notte, la sorveglianza è fisiologicamente ridotta e l’uso improprio di fornelli o pentolame potrebbe creare situazioni di pericolo per l’incolumità del detenuto stesso e per la sicurezza dell’istituto, difficilmente gestibili con la stessa prontezza del giorno. Pertanto, la limitazione non è stata considerata come una sanzione aggiuntiva legata al regime 41-bis, ma come una misura organizzativa proporzionata e giustificata da concrete esigenze di sicurezza notturna.

Le Conclusioni: Bilanciamento tra Diritti e Sicurezza

La sentenza ribadisce un principio fondamentale nell’ambito del diritto penitenziario: i diritti dei detenuti, anche di quelli sottoposti ai regimi più restrittivi, possono essere limitati, ma non annullati. Ogni limitazione deve essere ragionevole, proporzionata e sorretta da una specifica giustificazione legata a finalità concrete, come la sicurezza. La Corte ha concluso che la consegna notturna degli strumenti per la cottura dei cibi non svuota il diritto del detenuto a compiere gesti di quotidianità, ma lo modula in modo ragionevole per tutelare beni altrettanto importanti, quali la sicurezza e l’incolumità all’interno dell’istituto penitenziario, specialmente in un contesto complesso come quello del regime 41-bis.

I detenuti 41 bis hanno un diritto assoluto a cucinare nella propria cella?
No. La Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto a conservare ‘piccoli gesti di normalità quotidiana’, come cucinare, ma non si tratta di un diritto assoluto. L’amministrazione penitenziaria può regolamentarne l’esercizio, ad esempio stabilendo fasce orarie, a condizione che non siano irrisorie.

È legittimo imporre orari diversi per la cottura dei cibi tra detenuti comuni e quelli in regime speciale?
Sì, è legittimo a patto che la differenziazione sia sorretta da una valida e specifica giustificazione, legata alle esigenze del regime differenziato, e non si traduca in una misura irragionevole, punitiva o discriminatoria.

Qual è la giustificazione ritenuta valida dalla Corte per limitare l’uso notturno di fornelli ai detenuti 41 bis?
La Corte ha ritenuto valida la giustificazione basata sulla sicurezza. La consegna obbligatoria degli strumenti da cucina durante le ore notturne (dalle 22 alle 7) è una misura che bilancia il diritto del detenuto con la necessità di prevenire pericoli per la sua incolumità e per la sicurezza generale dell’istituto in un momento di ridotta sorveglianza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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