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Depenalizzazione contrabbando: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per il contrabbando di 580 grammi di tabacco. La decisione si fonda sulla recente depenalizzazione del contrabbando di modiche quantità, introdotta dal D.Lgs. 141/2024. Il Collegio ha precisato che, poiché la quantità era inferiore ai 15 kg e la recidiva non è più considerata un’aggravante, il fatto costituisce ora un mero illecito amministrativo.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Depenalizzazione Contrabbando di Tabacchi: Annullata Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta fondamentale in materia di reati doganali, specificamente per quanto riguarda la detenzione di tabacchi lavorati esteri. Con l’entrata in vigore del d.lgs. 141/2024, la depenalizzazione contrabbando di piccole quantità ha portato all’annullamento di una condanna, anche in presenza di recidiva. Questa decisione chiarisce l’ambito applicativo della nuova normativa e le sue immediate conseguenze sui procedimenti in corso.

I Fatti del Caso: una Condanna per Detenzione di Tabacchi

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava un soggetto condannato dalla Corte d’Appello di Napoli per la detenzione di 580 grammi di tabacchi lavorati di contrabbando. L’imputato era stato ritenuto recidivo per precedenti delitti della stessa natura. La difesa aveva proposto ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione della sentenza d’appello.

L’Impatto della Nuova Legge sulla Depenalizzazione del Contrabbando

Mentre il ricorso era pendente, il quadro normativo è radicalmente cambiato con l’entrata in vigore, il 4 ottobre 2024, del d.lgs. 141/2024. Questo decreto ha introdotto una soglia quantitativa per distinguere l’illecito penale da quello amministrativo.

La Trasformazione da Reato a Illecito Amministrativo

L’articolo 84 del nuovo decreto stabilisce che la detenzione, l’acquisto o la vendita di tabacco di contrabbando è un reato solo se la quantità supera i 15 chilogrammi convenzionali. Al di sotto di questa soglia, e in assenza di specifiche circostanze aggravanti, la condotta non ha più rilevanza penale e viene punita con una sanzione amministrativa pecuniaria. Nel caso di specie, i 580 grammi detenuti rientravano ampiamente al di sotto del limite, configurando quindi un mero illecito amministrativo.

L’Irrilevanza della Recidiva

Un punto cruciale della sentenza riguarda la recidiva. La vecchia normativa considerava la recidiva specifica come un fattore che poteva aggravare il reato. La nuova legge, tuttavia, elenca tassativamente le circostanze aggravanti all’articolo 85 (come l’uso di armi, il concorso di più persone, l’utilizzo di mezzi di trasporto alterati). La recidiva non è più inclusa in questo elenco. Di conseguenza, anche un soggetto precedentemente condannato per contrabbando beneficia della depenalizzazione se la quantità è inferiore alla soglia e non sussistono altre aggravanti.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, accogliendo le conclusioni sia del Procuratore Generale che della difesa, ha annullato la sentenza senza rinvio. La motivazione si basa sul principio del favor rei, secondo cui si applica la legge più favorevole all’imputato, anche se intervenuta dopo la condanna. Poiché il fatto, al momento della decisione, non era più previsto dalla legge come reato, la condanna penale doveva essere eliminata. La Corte ha inoltre sottolineato che l’eventuale inammissibilità del ricorso per altri motivi non impedisce di dichiarare l’avvenuta depenalizzazione. Di conseguenza, gli atti sono stati trasmessi all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’applicazione della sanzione amministrativa di competenza.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida gli effetti della riforma sul depenalizzazione contrabbando di tabacchi. Si stabilisce in modo chiaro che le condotte relative a quantitativi inferiori a 15 kg escono dall’alveo del diritto penale, trasformandosi in illeciti amministrativi. L’esclusione della recidiva dalle aggravanti che mantengono la rilevanza penale del fatto è un elemento di grande importanza pratica, che porterà all’annullamento di numerose condanne e alla ridefinizione delle strategie processuali per i casi pendenti. La decisione conferma che la volontà del legislatore è stata quella di concentrare la risposta penale solo sui fenomeni di contrabbando di maggiore entità, affidando la gestione dei casi minori alla sanzione amministrativa.

Con la nuova legge, il contrabbando di piccole quantità di tabacco è sempre un reato?
No. La detenzione di un quantitativo di tabacco lavorato di contrabbando fino a 15 chilogrammi convenzionali non è più reato, ma un illecito amministrativo, a meno che non ricorrano specifiche circostanze aggravanti previste dall’art. 85 del d.lgs. 141/2024.

Essere recidivo per reati di contrabbando impedisce l’applicazione della depenalizzazione?
No. La Corte ha chiarito che la recidiva non è più inclusa tra le circostanze aggravanti che mantengono la rilevanza penale del fatto. Pertanto, anche un soggetto recidivo beneficia della depenalizzazione se il quantitativo è inferiore alla soglia e non sussistono altre aggravanti.

Cosa succede dopo l’annullamento della sentenza penale per depenalizzazione?
Dopo aver annullato la sentenza, la Corte di Cassazione dispone la trasmissione degli atti all’autorità amministrativa competente, in questo caso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, affinché proceda con l’applicazione della sanzione amministrativa prevista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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