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Depenalizzazione contrabbando: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per il contrabbando di 40 grammi di tabacco. La decisione si basa sulla recente depenalizzazione contrabbando, introdotta con il D.Lgs. 141/2024. Questa normativa trasforma l’illecito da penale ad amministrativo per quantità fino a 15 kg, rendendo di fatto il reato non più esistente per i casi minori, anche in presenza di recidiva. Di conseguenza, la condanna è stata annullata senza rinvio.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Depenalizzazione Contrabbando Tabacchi: La Cassazione Annulla Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta fondamentale in materia di reati doganali, specificamente per quanto riguarda il contrabbando di tabacchi. Con l’annullamento di una condanna per detenzione di una minima quantità di sigarette, la Suprema Corte ha applicato i principi della nuova depenalizzazione contrabbando, introdotta dal D.Lgs. 141 del 2024. Questo provvedimento chiarisce che il fatto non costituisce più reato, trasformandosi in un illecito amministrativo.

I Fatti del Caso: Una Condanna per Pochi Grammi di Tabacco

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Napoli, che aveva condannato un soggetto alla pena di 516 euro di multa. L’imputazione era di aver detenuto e messo in vendita 40 grammi di tabacco lavorato estero di contrabbando. A complicare la posizione dell’imputato vi era la contestazione della recidiva specifica reiterata, indicativa di precedenti condanne per reati della stessa natura.

Il Ricorso in Cassazione: La Tesi della Depenalizzazione del Reato

Contro questa decisione, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Napoli ha proposto ricorso per cassazione, basandosi su un unico e decisivo motivo: la violazione di legge. Il ricorrente ha sostenuto che, a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 141 del 2024, la fattispecie di reato contestata era stata abrogata. La nuova normativa, infatti, ha depenalizzato le condotte di contrabbando di tabacchi per quantitativi inferiori a una determinata soglia, trasformandole in illecito amministrativo. Di conseguenza, il giudice di merito avrebbe dovuto assolvere l’imputato perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.

La Nuova Normativa e la Depenalizzazione Contrabbando

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, analizzando nel dettaglio la successione di leggi nel tempo.

Dalla Sanzione Penale all’Illecito Amministrativo

La normativa precedente (art. 291-bis, comma 2, d.P.R. 43/1973) puniva il contrabbando di tabacchi fino a 10 kg con la sola pena della multa. Sebbene fosse una sanzione solo pecuniaria, essa aveva comunque natura penale.

Il nuovo art. 84 del D.Lgs. 141/2024 ha rivoluzionato l’approccio:
1. Innalzamento della soglia: Il limite quantitativo per il reato penale (punito con la reclusione da due a cinque anni) è stato elevato da 10 a 15 chilogrammi convenzionali.
2. Trasformazione in illecito amministrativo: Per quantità fino a 15 kg, la condotta è ora punita con una sanzione amministrativa pecuniaria di 5 euro per ogni grammo (con un minimo di 5.000 euro), a condizione che non ricorrano specifiche circostanze aggravanti (elencate nell’art. 85).

L’Impatto sulla Recidiva

Un aspetto cruciale della sentenza riguarda la recidiva. La vecchia legge (art. 296 d.P.R. 43/1973) prevedeva che, in caso di “recidiva di contrabbando”, alla multa si aggiungesse anche la pena della reclusione. La nuova normativa (art. 89), invece, limita l’applicazione della recidiva ai soli “delitti” di contrabbando. Poiché il fatto contestato (contrabbando di 40 grammi) è stato declassato a “illecito amministrativo”, la recidiva non può più trovare applicazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha affermato in modo inequivocabile che, in tema di contrabbando doganale, anche in caso di recidiva, la detenzione per la vendita di tabacchi in quantità inferiore a 15 kg costituisce una condotta non più prevista dalla legge come reato. Si tratta ora esclusivamente di un illecito amministrativo, come già stabilito in un precedente orientamento (Sez.3, n. 8886 del 21/01/2025).

Nel caso specifico, la quantità contestata (0,040 kg) è ampiamente al di sotto della nuova soglia di 15 kg. Pertanto, il reato per cui era intervenuta la condanna è stato depenalizzato.

Le Conclusioni: Effetti Pratici della Sentenza

La conclusione della Suprema Corte è stata l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Questo significa che la condanna è stata cancellata in via definitiva. La decisione conferma un principio cardine del diritto penale: il favor rei, secondo cui, in caso di successione di leggi penali nel tempo, si applica sempre la norma più favorevole al reo. La depenalizzazione contrabbando per le piccole quantità rappresenta una scelta legislativa precisa, volta a concentrare le risorse repressive sui traffici di maggiore entità, declassando a illeciti amministrativi le condotte considerate di minor allarme sociale.

Il contrabbando di piccole quantità di tabacco è ancora un reato?
No. A seguito del D.Lgs. 141/2024, il contrabbando di tabacchi lavorati esteri fino a 15 chilogrammi convenzionali non è più considerato un reato, ma un illecito amministrativo, punibile con una sanzione pecuniaria, a meno che non sussistano specifiche circostanze aggravanti.

Cosa succede a chi è stato condannato per questo reato prima della nuova legge?
La condanna penale deve essere annullata perché, in base al principio di retroattività della legge più favorevole, il fatto non è più previsto dalla legge come reato. La sentenza viene quindi cancellata in via definitiva, come accaduto nel caso di specie.

La recidiva ha ancora effetto nel caso di contrabbando depenalizzato?
No. La nuova normativa stabilisce che la disciplina della recidiva si applica solo ai “delitti” di contrabbando (quelli per quantità superiori a 15 kg). Poiché il contrabbando di piccole quantità è ora un illecito amministrativo, la condizione di recidivo non ha più rilevanza per queste condotte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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