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Demolizione immobile abusivo: no alla proporzionalità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un ordine di demolizione di un immobile abusivo. La Corte ha ribadito che la demolizione, anche se riguarda un’abitazione familiare, non viola il principio di proporzionalità sancito dall’art. 8 della CEDU, specialmente quando chi ha costruito era pienamente consapevole dell’illegalità e ha avuto un lungo periodo di tempo (in questo caso, 13 anni) per regolarizzare la propria posizione o trovare soluzioni abitative alternative.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Demolizione Immobile Abusivo: il Diritto all’Abitazione non Ferma le Ruspe

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 20857/2024 affronta un tema tanto delicato quanto attuale: la demolizione immobile abusivo quando questo coincide con l’abitazione familiare. La Corte, con una pronuncia netta, ha stabilito che il diritto al rispetto della vita privata e familiare, sancito dall’articolo 8 della CEDU, non costituisce uno scudo assoluto contro l’ordine di ripristino della legalità violata. Vediamo nel dettaglio i contorni della vicenda e i principi affermati dai giudici.

Il Caso: Un Ordine di Demolizione Contestato da 13 Anni

Una signora si era opposta all’ordine di demolizione, emesso nel lontano 2008, relativo a due appartamenti quasi completati (di circa 120 mq e 100 mq) e realizzati abusivamente. L’interessata aveva adito il giudice dell’esecuzione chiedendo di dichiarare l’ordine di demolizione nullo o inefficace, lamentando in particolare la violazione del principio di proporzionalità. Secondo la sua tesi, l’esecuzione della demolizione avrebbe rappresentato un’ingerenza sproporzionata nel suo diritto all’abitazione.

La Decisione della Cassazione sulla demolizione immobile abusivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del Tribunale di Napoli. I giudici hanno chiarito che, sebbene l’ordine di demolizione di un immobile adibito ad abitazione richieda un’attenta valutazione del principio di proporzionalità, questo non può tradursi in un via libera all’impunità per chi costruisce illegalmente. Il diritto della collettività a rimuovere la lesione di un bene costituzionalmente tutelato come il territorio e a ripristinare l’equilibrio urbanistico prevale sul diritto individuale a occupare un immobile abusivo, anche se si tratta della propria casa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un solido impianto argomentativo, bilanciando diritti individuali e interessi collettivi.

Diritto all’Abitazione vs. Legalità Urbanistica

Il punto centrale della sentenza è il bilanciamento tra il diritto individuale (art. 8 CEDU) e l’interesse pubblico. La Cassazione ha ribadito un orientamento consolidato: dall’articolo 8 della CEDU non discende un diritto “assoluto” a occupare un immobile, soprattutto se abusivo. L’ordine di demolizione non viola in astratto il diritto a vivere nel proprio domicilio, ma afferma in concreto il diritto della collettività al ripristino di una legalità violata.

L’Applicazione Concreta del Principio di Proporzionalità

Richiamando la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la Cassazione ha sottolineato che il giudice nazionale deve valutare la proporzionalità della misura. Tale valutazione deve considerare:

1. La consapevolezza dell’illecito: Nel caso di specie, è stato accertato che la ricorrente era “altamente e pienamente consapevole dell’illiceità del proprio agire ben prima della condanna penale”.
2. Il tempo a disposizione: Erano trascorsi ben 13 anni dall’emissione dell’ordine di demolizione. Un tempo ritenuto più che sufficiente per adeguarsi alla normativa, cercare di ottenere una sanatoria (se possibile) o trovare una soluzione abitativa alternativa.

L’inerzia della parte per un periodo così lungo, unita alla piena coscienza dell’abuso commesso, ha reso l’ordine di demolizione una misura del tutto proporzionata.

Conclusioni

La sentenza n. 20857/2024 lancia un messaggio chiaro: la tutela del domicilio non può essere invocata per sanare situazioni di palese e consapevole illegalità. La demolizione di un immobile abusivo rimane lo strumento principale per la tutela del territorio. Il principio di proporzionalità opera come un correttivo per evitare ingiustizie palesi, ma non può essere trasformato in un’ancora di salvezza per chi, cosciente dell’illecito, non si adopera in alcun modo per rientrare nella legalità. La pronuncia rafforza l’idea che il rispetto delle regole urbanistiche è un dovere inderogabile, la cui violazione comporta conseguenze serie e non eludibili con il semplice trascorrere del tempo.

La demolizione di un immobile abusivo adibito a prima casa viola il diritto all’abitazione?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che il diritto al rispetto della vita privata e familiare non è un diritto ‘assoluto’ di occupare un immobile, specialmente se costruito illegalmente. L’interesse della collettività a ripristinare la legalità urbanistica prevale.

Cosa valuta il giudice per decidere se una demolizione è ‘proporzionata’?
Il giudice valuta diversi elementi, tra cui la consapevolezza della natura abusiva dell’attività da parte dell’interessato, il tempo a sua disposizione per regolarizzare l’immobile o trovare soluzioni abitative alternative, e la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti a un tribunale.

Il lungo tempo trascorso dall’ordine di demolizione può renderlo inefficace?
No, anzi. Nel caso specifico, la Corte ha considerato i 13 anni trascorsi dall’ordine di demolizione non come una causa di inefficacia, ma come un tempo ampiamente sufficiente che la ricorrente avrebbe dovuto utilizzare per adeguarsi alla legge o trovare un’altra sistemazione, rafforzando così la legittimità dell’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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