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Demolizione Abuso Edilizio: Quando si può evitare?

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che rigettava la revoca di un ordine di demolizione per un abuso edilizio. Il caso riguarda un immobile costruito in zona sismica senza autorizzazione preventiva. La Corte ha stabilito che la mancanza di autorizzazione sismica, pur escludendo la ‘doppia conformità’ necessaria per la sanatoria, non comporta automaticamente la demolizione. Il giudice dell’esecuzione deve prima valutare se l’opera possa essere resa conforme alle norme antisismiche, considerando la demolizione abuso edilizio come ultima risorsa.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Demolizione Abuso Edilizio: Si Può Evitare in Zona Sismica? La Cassazione Risponde

La demolizione di un abuso edilizio rappresenta una delle conseguenze più severe per chi costruisce senza le dovute autorizzazioni, specialmente in aree soggette a vincolo sismico. Tuttavia, non sempre questa è l’unica via percorribile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che, anche in assenza dei requisiti per una sanatoria completa, la demolizione non è automatica. Il giudice deve prima valutare la possibilità di rendere l’immobile sicuro e conforme alle norme. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti: Una Vicenda Lunga Decenni

Il caso esaminato dalla Corte ha origine da una vicenda giudiziaria e amministrativa estremamente complessa, iniziata con una condanna nel 1997 per la realizzazione di una piccola abitazione abusiva. Negli anni successivi si sono susseguiti ordini di demolizione sia da parte del Comune che dell’autorità giudiziaria, ricorsi al TAR, richieste di permesso di costruire in sanatoria, e persino interventi di adeguamento parziale da parte dei proprietari.

Nonostante l’ottenimento di un permesso in sanatoria nel 2022, questo è stato successivamente revocato dal Comune per il mancato deposito di alcuni documenti essenziali, come il progetto al Genio Civile. Il giudice dell’esecuzione, basandosi su una precedente decisione della Cassazione, aveva rigettato l’istanza di revoca dell’ordine di demolizione, ritenendo che la mancanza dell’autorizzazione sismica preventiva escludesse automaticamente la possibilità di salvare l’immobile.

La Questione Giuridica: Demolizione Abuso Edilizio e Normativa Antisismica

Il nodo centrale della questione riguarda il rapporto tra il principio di ‘doppia conformità’ (art. 36 del D.P.R. 380/2001) e la normativa speciale antisismica (art. 98 dello stesso decreto).

Il Principio della Doppia Conformità

Per ottenere una sanatoria edilizia, l’opera deve essere conforme alle normative urbanistiche sia al momento della sua costruzione sia al momento della richiesta di sanatoria. La Corte ha confermato che la costruzione in zona sismica senza la preventiva autorizzazione viola questo principio, rendendo impossibile il rilascio di un permesso in sanatoria pienamente valido.

L’Alternativa della Normativa Antisismica

Qui interviene l’elemento cruciale della sentenza. La Cassazione chiarisce che il mancato rispetto della doppia conformità per motivi sismici non crea un automatismo che porta inevitabilmente alla demolizione. Esiste una disciplina specifica, contenuta nell’art. 98 del Testo Unico dell’Edilizia, che offre un’alternativa.

Questa norma prevede che, in caso di violazioni antisismiche, il giudice possa ordinare non solo la demolizione, ma anche ‘impartire le prescrizioni necessarie per rendere le opere conformi alle norme stesse’.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha censurato la decisione del giudice dell’esecuzione per aver compiuto un ‘salto logico’. Il giudice si era fermato alla constatazione della mancanza di doppia conformità, concludendo che ciò fosse sufficiente per confermare la demolizione dell’abuso edilizio. Questo approccio è stato ritenuto errato.

Secondo la Suprema Corte, il giudice ha il potere-dovere di effettuare una valutazione discrezionale più approfondita. Prima di ordinare la demolizione, che costituisce l’extrema ratio, deve verificare se sia tecnicamente possibile adeguare l’immobile alle normative antisismiche. Questo significa accertare, anche tramite perizie, se l’edificio, pur essendo stato costruito illegalmente, possa essere reso strutturalmente sicuro.

Il giudice dell’esecuzione non ha effettuato questa valutazione, ignorando gli interventi di adeguamento già realizzati dai proprietari e la documentazione tecnica prodotta che attestava la possibilità di raggiungere la conformità sismica. In sostanza, ha omesso di considerare l’alternativa che la legge stessa gli offriva, allineandosi a un principio di automatismo che la Cassazione ha ritenuto non esistere. La valutazione non deve limitarsi a un controllo formale, ma deve entrare nel merito della natura, sostanziale o meramente formale, della violazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza apre uno spiraglio importante per molti proprietari di immobili che si trovano in situazioni simili. Le conclusioni pratiche sono le seguenti:

1. Nessun Automatismo Demolizione-Mancata Sanatoria: La mancanza dei requisiti per la sanatoria (come la doppia conformità per violazioni sismiche) non significa automaticamente che l’immobile debba essere abbattuto.
2. Valutazione Discrezionale del Giudice: Il giudice dell’esecuzione ha il dovere di valutare se l’immobile possa essere adeguato e reso sicuro. La demolizione è l’ultima spiaggia, da applicare solo se non esistono alternative tecniche percorribili per garantire la sicurezza statica.
3. Proporzionalità e Diritto all’Abitazione: La decisione si allinea anche ai principi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che impongono di bilanciare l’interesse pubblico al ripristino della legalità con il diritto del singolo alla propria abitazione, valutando la proporzionalità della misura demolitoria.

In definitiva, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio di ragionevolezza e concretezza: la priorità è la sicurezza pubblica, che può essere garantita anche attraverso interventi di adeguamento, senza dover necessariamente ricorrere alla misura drastica e irreversibile della demolizione dell’abuso edilizio.

La mancanza di autorizzazione sismica preventiva comporta sempre la demolizione dell’abuso edilizio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mancanza di autorizzazione sismica preventiva, pur impedendo la sanatoria per ‘doppia conformità’, non comporta automaticamente la demolizione. Il giudice deve prima valutare se l’opera possa essere resa conforme alle norme antisismiche tramite specifici interventi.

Cos’è il principio della ‘doppia conformità’ e perché è importante in questo caso?
È un requisito legale secondo cui un’opera abusiva, per essere sanata, deve rispettare le norme urbanistiche vigenti sia al momento della sua costruzione sia al momento della presentazione della domanda di sanatoria. In questo caso, la costruzione senza autorizzazione sismica preventiva ha violato tale principio, ma la Corte ha specificato che ciò non esaurisce le possibilità di regolarizzazione.

Quale alternativa alla demolizione prevede la legge per gli abusi edilizi in zona sismica?
L’art. 98 del D.P.R. 380/2001 offre al giudice un’alternativa alla demolizione. Egli può ‘impartire le prescrizioni necessarie per rendere le opere conformi alle norme stesse’, ordinando quindi un adeguamento strutturale dell’immobile per garantirne la stabilità e la sicurezza, invece di procedere direttamente con l’abbattimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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