LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Delitto di strage: dolo e pericolo concreto analizzati

La Corte di Cassazione conferma la misura cautelare per il delitto di strage, chiarendo che il reato si configura con la creazione di un concreto pericolo per la pubblica incolumità. Nel caso specifico, l’aver incendiato un’auto con bombole di gas aperte davanti a un’abitazione è stato ritenuto sufficiente a integrare il reato, a prescindere dalla mancata esplosione. La Corte ha ritenuto che il dolo specifico potesse essere desunto dalla scelta di modalità operative così pericolose, mirate a una ritorsione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Delitto di Strage: Quando il Pericolo Concreto è Sufficiente

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla configurazione del delitto di strage, sottolineando come la creazione di un pericolo concreto per la pubblica incolumità sia l’elemento centrale del reato, anche in assenza di un evento catastrofico. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso di un indagato, confermando la misura della custodia cautelare in carcere per aver partecipato a un atto intimidatorio di estrema pericolosità.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un giovane indagato per aver concorso, insieme ad altri, a posizionare e incendiare un’autovettura rubata di fronte all’abitazione di una famiglia. All’interno del veicolo erano state collocate due bombole di gas con le valvole aperte, e del liquido infiammabile era stato cosparso sull’asfalto per innescare le fiamme. L’azione, avvenuta nel cuore della notte in un’area residenziale, era motivata da fini ritorsivi. Fortunatamente, le bombole non sono esplose. L’indagato, sottoposto a custodia cautelare in carcere, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che si trattasse di un mero atto intimidatorio e non di un tentato massacro.

I Motivi del Ricorso

La difesa dell’indagato ha articolato il ricorso su diversi punti, tra cui:
1. Travisamento della prova: Sosteneva che una consulenza tecnica di parte dimostrasse che le bombole erano vuote e quindi l’azione inidonea a causare un’esplosione.
2. Mancanza di dolo specifico: L’indagato non avrebbe avuto la volontà di uccidere, ma solo di spaventare, come dimostrerebbe la sua condotta successiva (tornare sul posto a volto scoperto per recuperare un cellulare).
3. Errata qualificazione giuridica: Il fatto andava inquadrato in un reato meno grave, data l’assenza di un reale pericolo per la pubblica incolumità.
4. Insussistenza delle esigenze cautelari: Si evidenziava l’assenza di precedenti penali e un comportamento collaborativo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul delitto di strage

La Suprema Corte ha respinto integralmente il ricorso, ritenendolo in parte inammissibile e in parte infondato. Le motivazioni della decisione offrono una chiara lezione sulla natura del delitto di strage.

La Configurazione del Reato: Pericolo Concreto vs. Evento Dannoso

Il punto cruciale della sentenza risiede nella definizione del delitto di strage come reato a consumazione anticipata e di pericolo concreto. La Corte ha ribadito che, per la sua configurazione, non è necessario che si verifichi l’evento letale (la morte di una o più persone) o distruttivo (l’esplosione). È sufficiente il compimento di atti che, valutati ex ante (cioè sulla base delle circostanze note al momento dell’azione), siano oggettivamente idonei a creare un pericolo per la pubblica incolumità.
Nel caso di specie, parcheggiare un’auto con due bombole di gas aperte e darle fuoco in una via pubblica, di notte, di fronte a un edificio abitato, costituisce di per sé un’azione dalla potenziale lesività talmente elevata da integrare il reato, a prescindere dal fatto che, per pura casualità, non sia esplosa.

L’Elemento Psicologico: Il Dolo Desunto dalle Modalità dell’Azione

La difesa aveva insistito sull’assenza del dolo specifico, ovvero la volontà di uccidere. La Cassazione ha chiarito che tale elemento psicologico può essere desunto logicamente dalle concrete modalità dell’azione. Chi sceglie di utilizzare uno strumento così indiscriminatamente pericoloso come un’autobomba artigianale in un contesto urbano si rappresenta e accetta necessariamente la possibilità di cagionare la morte di un numero indeterminato di persone. La finalità ritorsiva, anziché escludere il dolo, ne rafforza la sussistenza, inquadrando l’azione in una logica di vendetta da eseguirsi con mezzi estremi.

La Valutazione delle Esigenze Cautelari

Infine, la Corte ha ritenuto corretta la decisione del Tribunale di mantenere la custodia in carcere. Nonostante l’assenza di precedenti penali, la gravità estrema del fatto e la spregiudicatezza dimostrata sono state considerate indicatori di un elevato rischio di recidiva e di un forte allarme sociale. In contesti simili, l’incensuratezza diventa un elemento meramente formale, recessivo di fronte alla pericolosità della condotta tenuta.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un principio fondamentale in materia di reati contro la pubblica incolumità. Il delitto di strage non è legato all’esito dell’azione, ma alla sua intrinseca e potenziale pericolosità. La scelta di mezzi idonei a provocare una catastrofe, in un contesto che espone a rischio la vita di un numero indefinito di persone, è sufficiente a integrare sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo del reato. Questa pronuncia serve da monito: la legge punisce non solo il danno prodotto, ma anche il pericolo creato, valutando la gravità dell’intenzione criminale attraverso la concretezza delle azioni commesse.

Per configurare il delitto di strage è necessario che si verifichi un’esplosione o la morte di persone?
No. Secondo la sentenza, il delitto di strage è un reato di pericolo a consumazione anticipata. Ciò significa che è sufficiente compiere atti concretamente idonei a mettere in pericolo la pubblica incolumità, anche se l’evento dannoso finale (come un’esplosione o la morte) non si verifica per cause indipendenti dalla volontà dell’agente.

Come viene valutato l’intento (dolo) nel delitto di strage?
L’intento di uccidere (dolo specifico) non deve essere provato con una confessione, ma può essere desunto dalle modalità concrete dell’azione. L’utilizzo di mezzi dall’elevata capacità distruttiva e lesiva (come un’auto con bombole di gas innescata in un’area abitata) in un contesto che rende impossibile prevedere e controllare gli effetti dannosi, è considerato un indicatore della volontà di uccidere e di esporre a pericolo la vita di altre persone.

Un indagato senza precedenti penali può essere sottoposto alla custodia in carcere per il delitto di strage?
Sì. La Corte ha stabilito che, di fronte a un fatto di particolare gravità e a modalità della condotta che rivelano una notevole pericolosità sociale e spregiudicatezza, lo stato di incensuratezza dell’indagato assume un rilievo meramente formale e non osta all’applicazione della misura cautelare più afflittiva, come la custodia in carcere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati