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Delitto di riciclaggio: quando si perfeziona?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 46105/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il delitto di riciclaggio. L’imputato era stato sorpreso a smontare un’auto di provenienza illecita per caricarne i pezzi su un furgone. La Corte ha ribadito che il delitto di riciclaggio si perfeziona con il semplice compimento di operazioni volte a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei beni, configurandosi come un reato a consumazione anticipata. Pertanto, l’azione di smontaggio era già sufficiente a integrare il reato consumato e non solo tentato.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Delitto di Riciclaggio: Basta l’Azione per la Consumazione del Reato

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sul momento in cui si può considerare perfezionato il delitto di riciclaggio. La pronuncia analizza il caso di un soggetto condannato per aver smontato un veicolo di provenienza furtiva, confermando che tali azioni sono sufficienti a integrare il reato consumato, e non solo tentato. Questa decisione ribadisce il principio della ‘consumazione anticipata’ del reato, secondo cui non è necessario che l’occultamento della provenienza illecita sia portato a termine con successo.

I Fatti del Caso: Smontaggio di un’Auto e Accusa di Riciclaggio

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un individuo contro la sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato previsto dall’art. 648-bis del codice penale. L’imputato era stato sorpreso mentre, insieme ad altri soggetti, smontava un’automobile. Le parti del veicolo erano già state caricate su un furgone, un’azione che secondo l’accusa era chiaramente finalizzata a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del bene.

I Motivi del Ricorso: Tra Tentativo e Mancate Attenuanti

L’imputato ha basato il suo ricorso in Cassazione su tre motivi principali:
1. Errata qualificazione giuridica: Sosteneva che i fatti dovessero essere riqualificati come semplice furto (art. 624 c.p.) e non come riciclaggio.
2. Configurabilità del tentativo: Argomentava che, al più, si sarebbe dovuto contestare il reato in forma tentata e non consumata, poiché l’operazione di occultamento non era stata completata.
3. Vizio di motivazione: Lamentava la mancata applicazione delle attenuanti generiche e la mancata esclusione della recidiva contestata, ritenendo la motivazione della Corte d’Appello carente.

La Decisione della Cassazione sul delitto di riciclaggio

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le censure sollevate. Analizziamo punto per punto il ragionamento dei giudici.

Primo Motivo: Errata Qualificazione del Fatto

La Corte ha ritenuto questo motivo inammissibile in quanto mera riproposizione di argomenti già presentati e respinti in appello. I giudici hanno sottolineato che un ricorso per cassazione deve presentare una critica argomentata alla sentenza impugnata, non limitarsi a ripetere le stesse difese. Inoltre, hanno considerato il motivo manifestamente infondato, poiché la Corte d’Appello aveva già spiegato in modo esauriente perché il comportamento dell’imputato rientrasse a pieno titolo nella fattispecie del riciclaggio.

Secondo Motivo: La Consumazione Anticipata del Riciclaggio

Questo è il punto centrale della decisione. La Cassazione ha confermato l’orientamento consolidato secondo cui il delitto di riciclaggio è un reato a consumazione anticipata. Ciò significa che si perfeziona con il semplice compimento di operazioni volte a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro o dei beni. Non è necessario che l’obiettivo di nascondere l’origine illecita sia effettivamente raggiunto. Nel caso di specie, il fatto che le parti dell’auto fossero già state smontate e caricate su un furgone era prova sufficiente di una condotta finalizzata a occultare la provenienza del veicolo, integrando così il reato consumato.

Terzo Motivo: Attenuanti e Recidiva

Anche questo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha ricordato che la mancata concessione delle attenuanti generiche può essere giustificata anche solo sulla base dell’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato. Per quanto riguarda la recidiva, i giudici di merito avevano correttamente valutato il rapporto tra il reato in esame e le precedenti condanne, ritenendo la pregressa condotta criminale indicativa di una ‘perdurante inclinazione al delitto’.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda su principi giurisprudenziali consolidati. In primo luogo, viene ribadita la natura del ricorso di legittimità, che non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. I motivi devono essere specifici e criticare la logica giuridica della sentenza impugnata, non riproporre le medesime argomentazioni.

Sul piano sostanziale, il cuore della decisione risiede nella qualificazione del delitto di riciclaggio come fattispecie a consumazione anticipata. Questa interpretazione mira a colpire l’attività di ‘ripulitura’ dei proventi illeciti fin dal suo primo manifestarsi, senza attendere il completamento del processo di occultamento. La Corte ha ritenuto che lo smontaggio del veicolo rappresentasse un’azione inequivocabilmente diretta a rendere più difficile, se non impossibile, ricondurre i singoli pezzi all’auto originaria, integrando così pienamente la condotta punita dall’art. 648-bis c.p.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante principio in materia di reati contro il patrimonio e l’amministrazione della giustizia. Stabilisce con chiarezza che per la consumazione del delitto di riciclaggio è sufficiente l’avvio di operazioni idonee a nascondere l’origine illecita dei beni, anche se l’obiettivo finale non viene raggiunto. Questa decisione ha implicazioni pratiche significative: amplia la portata della norma incriminatrice e rende più difficile per gli imputati sostenere la tesi del mero tentativo. La sentenza riafferma inoltre i limiti del giudizio di Cassazione e i criteri per la valutazione delle circostanze attenuanti e della recidiva, offrendo un quadro chiaro e coerente della giurisprudenza in materia.

Quando si considera consumato il delitto di riciclaggio?
Secondo la Corte, il delitto di riciclaggio si considera consumato nel momento in cui vengono compiute le operazioni volte a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei beni. È un reato a ‘consumazione anticipata’, quindi non è necessario che l’occultamento sia portato a termine con successo.

È possibile ottenere la riqualificazione del reato di riciclaggio in furto in sede di Cassazione?
No, se la richiesta è una mera riproposizione di motivi già dedotti e respinti in appello. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di merito, ma un giudizio di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione della sentenza precedente.

La mancata concessione delle attenuanti generiche può essere giustificata solo dall’assenza di elementi positivi?
Sì. La Corte ha ribadito che i giudici di merito possono negare le attenuanti generiche giustificando la loro decisione anche solo sulla base dell’assenza di elementi o circostanze di segno positivo a favore dell’imputato, senza dover analizzare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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