Errore sull’orario di un permesso: quando è delitto di evasione?
Il delitto di evasione è un reato che si configura quando una persona, sottoposta a una misura restrittiva della libertà personale come gli arresti domiciliari, si allontana dal luogo di detenzione senza autorizzazione. Ma cosa succede se l’allontanamento è frutto di un presunto errore? Un’ordinanza della Corte di Cassazione fornisce chiarimenti cruciali sulla credibilità delle giustificazioni addotte per evitare una condanna.
I Fatti del Caso
Una persona, sottoposta a misura restrittiva, veniva condannata per il reato di evasione. La difesa dell’imputata presentava ricorso, sostenendo che l’allontanamento fosse dovuto a un mero errore: la donna si era confusa sull’orario e sul giorno in cui avrebbe dovuto effettuare una visita specialistica autorizzata. A suo dire, una volta resasi conto dello sbaglio, avrebbe tentato di contattare il Commissariato di Polizia. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva già respinto questa versione, giudicandola poco credibile.
I Motivi del Ricorso e il delitto di evasione
Il ricorso per Cassazione si basava su due motivi principali:
1. Insussistenza del reato: La difesa riproponeva la tesi dell’errore sull’orario della visita medica, sostenendo che l’intenzione non fosse quella di evadere.
2. Pena eccessiva: Si contestava l’entità della sanzione applicata, ritenuta sproporzionata.
La difesa cercava così di smontare l’accusa di delitto di evasione, puntando sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero la volontà di sottrarsi alla misura restrittiva.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la condanna. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati non fossero idonei a mettere in discussione la decisione della Corte d’Appello. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
La Suprema Corte ha spiegato in modo chiaro perché il ricorso non potesse essere accolto. In primo luogo, ha ribadito un principio fondamentale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che non può riesaminare i fatti del processo o valutare nuovamente la credibilità delle prove, compiti che spettano ai giudici dei gradi precedenti. Può solo verificare se la legge è stata applicata correttamente e se la motivazione della sentenza impugnata è logica e priva di contraddizioni.
Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione solida e coerente per ritenere la versione dell’imputata non credibile. I giudici di merito avevano evidenziato due elementi chiave:
* L’incompatibilità dell’orario: L’allontanamento era avvenuto nel pomeriggio, mentre la presunta routine della ricorrente per le visite era mattutina. Questo rendeva poco plausibile una semplice ‘assuefazione’ che potesse portare a un errore.
* La telefonata al Commissariato: La chiamata, della durata di soli quattro secondi, è stata considerata di scarsa valenza probatoria e non compatibile con una reale richiesta di autorizzazione fatta da chi si accorge di un errore.
Anche il secondo motivo, relativo alla pena, è stato respinto. La Corte ha osservato che la sanzione era stata determinata in misura vicina al minimo previsto dalla legge, tenendo conto delle attenuanti generiche concesse in misura prevalente sulla recidiva contestata. La pena era, quindi, già stata calibrata in modo adeguato alla gravità del fatto.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio importante: per giustificare un allontanamento e non incorrere nel delitto di evasione, non è sufficiente addurre una qualsiasi scusa. La giustificazione fornita deve essere logica, coerente e credibile alla luce di tutti gli elementi processuali. Una versione dei fatti che presenta incongruenze palesi, come in questo caso, non supererà il vaglio dei giudici. La decisione sottolinea inoltre i limiti del giudizio di Cassazione, che non può trasformarsi in un terzo grado di merito per rivalutare le prove, ma si limita a un controllo sulla corretta applicazione del diritto.
Un semplice errore sull’orario di un’uscita autorizzata può escludere il delitto di evasione?
No, secondo la Corte l’errore deve essere credibile. Se le circostanze, come l’orario dell’allontanamento e la condotta successiva (es. una telefonata di soli quattro secondi), rendono la versione dell’imputato illogica o inverosimile, il reato sussiste.
La Corte di Cassazione può riesaminare la valutazione dei fatti compiuta dalla Corte d’Appello?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità. Non può riesaminare i fatti o la credibilità delle giustificazioni, ma solo verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico e completo.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna impugnata diventa definitiva. Inoltre, la persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31493 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 31493 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 07/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROSSANO il 11/12/1961
avverso la sentenza del 03/12/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminato il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
Ritenuto che il primo motivo con cui si deduce l’insussistenza del delitto di evasione sull’assunto che la ricorrente sarebbe caduta in errore sull’orario ed il giorno in cui effettua visita specialistica e che, avvedutasi dell’errore, avrebbe chiamato il Commissariato, riproduttivo di analoga censura adeguatamente confutata dalla Corte di appello che ha smentito detta versione sia per l’incompatibilità dell’orario – pomeridiano e non mattutino dell’allontanamento (così da rendere non credibile una assuefazione rispetto ad una routine invero correttamente calendarizzata, ma non osservata), sia per la scarsa valenza della chiamata telefonica della durata di quattro secondi al Commissariato di P.S. non in linea la prospettata richiesta di autorizzazione allorché si sarebbe avveduta dell’errore, valutazioni i fatto fondate su dati processuali apprezzati con logicità e completezza ,insindacabili in sede d legittimità;
rilevato che analogo limite incontra il secondo motivo con cui si censura il trattamento sanzionatorio ritenuto eccessivo javendo la Corte territoriale rilevato come la pena, determinata in misura prossima al minimo eclOttale con la concessione delle attenuanti generiche prevalenti sulla recidiva contestata fosse stata invece quantificata in maniera adeguata rispetto all gravità del fatto;
rilevato il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 07/07/2025