Delega Orale Avvocato: La Cassazione ne Ribadisce la Piena Validità
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna su un tema di grande rilevanza pratica per gli avvocati: la validità della delega orale avvocato. Con questa pronuncia, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso, cogliendo l’occasione per consolidare un importante principio di procedura penale relativo alla sostituzione del difensore della parte civile.
Il Caso in Esame
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza di condanna per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. L’imputato, tramite il suo difensore, aveva sollevato due principali motivi di doglianza.
Il primo motivo mirava a ottenere una riqualificazione del reato di lesioni in quello, meno grave, di percosse, con la conseguenza che quest’ultimo sarebbe stato assorbito dal reato di resistenza. Il secondo motivo, di natura prettamente processuale, contestava il diritto al risarcimento del danno riconosciuto alla parte civile, sostenendo che la sua costituzione in giudizio fosse stata tacitamente revocata.
La Questione sulla Delega Orale Avvocato
Il punto cruciale del secondo motivo di ricorso riguardava la modalità di sostituzione del difensore della parte civile. Secondo la difesa dell’imputato, l’assenza di una delega scritta al sostituto processuale equivaleva a una tacita revoca della costituzione di parte civile, invalidando la successiva richiesta di liquidazione dei danni.
La Corte di Cassazione ha respinto con fermezza questa tesi, definendola manifestamente infondata. Gli Ermellini hanno richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui la designazione di un sostituto da parte del difensore può avvenire anche tramite una delega orale avvocato. Questa interpretazione si basa sull’articolo 96, comma 2, del codice di procedura penale, letto alla luce della riforma dell’ordinamento della professione forense del 2012, che ha di fatto abrogato tacitamente le precedenti normative più restrittive.
Il Rigetto del Motivo sulla Riqualificazione del Reato
Anche il primo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato come le censure dell’imputato non si confrontassero minimamente con le risultanze processuali, in particolare con le certificazioni mediche prodotte in giudizio. Tali documenti attestavano in modo chiaro la presenza di un ‘trauma contusivo’, una lesione che, per sua natura, va oltre la semplice percossa e configura il più grave reato di lesioni. Il ricorso, su questo punto, è stato ritenuto generico e non idoneo a scalfire la logicità della motivazione della sentenza impugnata.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La decisione della Corte si fonda su due pilastri argomentativi. Sul piano processuale, la validità della delega orale semplifica l’attività difensiva e risponde a principi di economia processuale, senza ledere i diritti di alcuna delle parti. La Corte ha sottolineato che, finché non viene formalmente revocato il mandato al difensore originario, la sua attività, compresa la nomina verbale di un sostituto, è pienamente valida ed efficace. Inoltre, la richiesta di liquidazione dei danni era già contenuta nell’atto di costituzione iniziale, e il sostituto si era semplicemente riportato a essa.
Sul piano sostanziale, la Corte ha ribadito un principio fondamentale del giudizio di legittimità: il ricorso per cassazione non può essere una mera riproposizione delle proprie tesi, ma deve confrontarsi specificamente con le argomentazioni della sentenza che si intende impugnare. Ignorare le prove documentali, come le certificazioni mediche, rende il motivo di ricorso inammissibile per genericità.
Le Conclusioni e l’Impatto Pratico della Decisione
In conclusione, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza rafforza la prassi, ormai consolidata, della validità della delega orale per il sostituto processuale, offrendo certezza giuridica agli operatori del diritto. Conferma inoltre che per contestare una qualificazione giuridica di un fatto-reato è necessario attaccare in modo puntuale e logico le prove su cui si fonda la decisione del giudice di merito, e non limitarsi a formulare censure astratte.
È valida la nomina di un sostituto processuale per l’avvocato della parte civile fatta solo verbalmente?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la designazione di un sostituto da parte del difensore può essere effettuata con una delega ‘orale’, ai sensi dell’art. 96, comma 2, c.p.p., come interpretato alla luce delle più recenti riforme della professione forense.
Perché la Corte non ha riqualificato il reato di lesioni in quello di percosse?
Perché il ricorso non ha contestato in modo specifico le certificazioni mediche che provavano l’esistenza di un ‘trauma contusivo’, una lesione fisica che integra il reato di lesioni e non quello, meno grave, di percosse.
Cosa comporta per il ricorrente la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1860 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1860 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 02/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOMECOGNOME nato a FERMO il 22/03/1981
avverso la sentenza del 26/03/2024 della CORTE APPELLO di ANCONA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RG 28392/24 Tofoni
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per i reati di resistenza e lesioni) ed esaminati i motivi di ricorso;
Ritenuto che le censure contenute nel primo motivo di ricorso con le quali si contesta la mancata riqualificazione del reato di lesioni in quello di percos con conseguente esclusione dello stesso per assorbìmento nella condotta di cui all’art. 337 cod. pen. non si confrontano con la motivazione del provvedimento che dà conto delle certificazioni mediche da cui si evince con chiarezza l’esistenza di un trauma contusivo (v. in particolare pag. 3);
Ritenuto che il secondo motivo, con cui si censura il risarcimento dei danni nei confronti della parte civile in ragione di una tacita revoca, manifestamente infondato, dal momento che la giurisprudenza di legittimità, proprio con riferimento a fattispecie relativa a sostituto del difensore di pa civile, ha affermato che la designazione di un sostituto da parte del difensor può essere effettuata con delega “orale” ai sensi dell’art. 96, comma 2, cod proc. pen., come interpretato alla luce della tacita abrogazione dell’art. 9 r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578, conv. dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36, per effetto della legge 31 dicembre 2012, n. 247 di riforma dell’ordinamento della professione forense (Sez. 3, n. 35389 del 15/12/2020, dep. 2021, Rv. 282138); rilevato inoltre che nell’atto di costituzione era già stata chiest liquidazione, cui il sostituto si è riportato;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 02/12/2024