Sentenza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 4229 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 3 Num. 4229 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/12/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME, nato a Comezzano Cizzago il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 09/06/2023 del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia
letta la requisitoria scritta del Pubblico Ministero, in persona del AVV_NOTAIO generale NOME AVV_NOTAIO, che ha concluso chiedendo il rigetto del visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME; ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza del 09/06/2023, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia rigettava l’opposizione presentata nell’interesse di COGNOME NOME, nella qualità di terzo estraneo, avverso l’ordinanza emessa dal Giudice dell’esecuzione ai sensi degli artt. 676 e 667, comma 4, cod.proc.pen. emessa in data 14.4.2023.
Avverso tale ordinanza ha proposto ricorso per cassazione COGNOME NOME, a mezzo del difensore di fiducia con procura speciale, articolando due motivi, con i quali deduce violazione degli artt. 125 cod.proc.pen. e 12-bis d.lgs 74/2000 e vizio di motivazione.
Argomenta che erroneamente il Giudice dell’esecuzione aveva ritenuto che la mera delega della sig.ra COGNOME di operare sul libretto postale del sig. COGNOME implicava la piena disponibilità di dette somme in capo alla predetta, condannata per il delitto di cui all’art. 2 d.lgs 74/2000, con sentenza n. 1085/2021 emessa dal Gup del Tribunale di Brescia, irrevocabile dal 29.12.201; infatti, secondo la giurisprudenza di legittimità, la delega ad operare rilasciata dal titolare di un conto corrente all’imputato, anche ove non caratterizzata da limitazioni, non è di per sé sufficiente a dimostrare la piena disponibilità da parte di quest’ultinno delle somme depositate; inoltre, gli elementi di fatto, indicati nella ordinanza impugnata quali dimostrativi della libera utilizzabilità delle somme da parte del delegato, erano generici e non comprovavano che la COGNOME avesse utilizzato i fondi per scopi personali.
Chiede, pertanto, l’annullamento dell’ordinanza impugnata.
CONSIDERATO IN DIRITTO
I motivi di ricorso sono infondati.
E’ costante l’affermazione secondo cui la titolarità di una delega ad operare incondizionatamente su un conto corrente bancario intestato ad altri configura l’ipotesi di “disponibilità” richiesta dall’art. GLYPH 322-ter cod. GLYPH pen. GLYPH ai fini dell’ammissibilità del sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente (da ultimo, Sez. 3, n. 13130 del 19/11/2019, dep.28/04/2020, Rv. 279377).
Ed è stato precisato che la “disponibilità”, che consiste nella relazione della signoria di fatto dell’indagato o del condannato sul bene, a prescindere dalle categorie del diritto privato, può essere desunta anche dalla titolarità di una delega ad operare su conti correnti o altri rapporti bancari, sebbene la delega non possa
ritenersi da sola elemento dimostrativo del potere di esercitare in autonomia facoltà del proprietario o del possessore delle somme, non foss’altro che p l’esistenza del negozio di mandato che implica il dovere di rendere cont dell’attività svolta al delegante (Sez. 2, n. 29692 del 28/05/2019, Tognola, R 27702).
Nella specie, il Giudice dell’esecuzione, ha valorizzato, quali element comprovanti la “disponibilità” da parte di COGNOME NOME (condannata per il delitto di cui all’art. 2 d.lgs 74/2000) della somma di denaro depositat libretto postale n. 49350015 intestato a COGNOME NOMENOME oltre alla esisten delega ad operare senza alcuna limitazione, anche l’assenza di un rapport gestorio tale da far ritenere che la condannata operasse sul libretto postale conto dell’intestatario, la relazione di convivenza tra i soggetti in question dichiarazioni rese dalla stessa condannata in sede di compilazione del modulo antiriciclaggio che evidenziavano un uso promiscuo del libretto postale da part dell’intestatario e della delegata.
Trattasi di motivazione adeguata e non manifestamente illogica ed in linea con i principi di diritto suesposti.
Consegue, pertanto, il rigetto del ricorso e la condanna del ricorrente pagamento delle spese processuali.
P.Q.M.
Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spe processuali.
Così deciso il 19/12/2023