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Decriminalizzazione contrabbando: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per il reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri. La decisione si fonda sulla sopravvenuta decriminalizzazione del contrabbando per quantitativi inferiori a 15 kg, introdotta dal D.Lgs. n. 141/2024. Poiché il fatto contestato (detenzione di 9,8 kg di tabacco) non è più previsto dalla legge come reato, la Corte ha applicato il principio dell’abolitio criminis, annullando la sentenza e trasmettendo gli atti all’autorità amministrativa per l’applicazione delle sanzioni pecuniarie.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Decriminalizzazione del Contrabbando di Tabacchi: Analisi di una Sentenza della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta fondamentale in materia di reati doganali, applicando la nuova normativa sulla decriminalizzazione contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 141/2024, le regole sono cambiate: ciò che prima era un reato penale, oggi può essere solo un illecito amministrativo. La pronuncia in esame chiarisce l’impatto di questa riforma anche sulle condanne già emesse, confermando il principio della retroattività della legge più favorevole.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un soggetto condannato in primo e secondo grado per aver detenuto a scopo di vendita 9.800 grammi (9,8 kg) di tabacco lavorato estero di contrabbando. L’imputato, già recidivo per lo stesso tipo di delitto, aveva ricevuto una pena di un anno di reclusione e 49.000 euro di multa. La difesa ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando vizi di motivazione e violazioni di legge.

La Svolta Normativa: Il D.Lgs. 141/2024 e la Decriminalizzazione del Contrabbando

Mentre il processo era pendente in Cassazione, è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 141 del 2024, che ha riscritto le norme in materia doganale. La novità più rilevante è contenuta nell’art. 84, che ha introdotto una soglia quantitativa per distinguere l’illecito penale da quello amministrativo.

In base alla nuova legge:

1. Il contrabbando di tabacchi lavorati superiore a 15 chilogrammi convenzionali rimane un reato, punito con la reclusione da due a cinque anni.
2. Il contrabbando di tabacchi lavorati fino a 15 chilogrammi convenzionali è stato depenalizzato e ora costituisce un illecito amministrativo, punito con una sanzione pecuniaria (salvo la presenza di specifiche circostanze aggravanti, non presenti nel caso di specie).

Poiché i fatti contestati all’imputato riguardavano una quantità (9,8 kg) inferiore alla nuova soglia, la condotta non è più considerata un reato dalla legge.

L’Impatto della Riforma sulla Recidiva

Un punto cruciale della sentenza riguarda l’interpretazione della recidiva. Sotto la vecchia normativa, la recidiva nel contrabbando configurava una fattispecie autonoma di reato, che impediva la depenalizzazione. La Corte ha chiarito che il nuovo art. 89 del D.Lgs. 141/2024 ha cambiato le carte in tavola. La nuova norma sulla recidiva si applica solo se, dopo una condanna definitiva per contrabbando, si commette un altro delitto di contrabbando. Poiché il fatto di detenere meno di 15 kg di tabacco è ora un illecito amministrativo e non più un delitto, la recidiva non può più operare per trasformarlo in reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha applicato il principio fondamentale dell’abolitio criminis, sancito dall’art. 2, comma 2, del codice penale. Questo principio stabilisce che nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge successiva, non costituisce più reato. Se vi è stata una condanna, ne cessano l’esecuzione e tutti gli effetti penali.

La Corte ha osservato che la nuova legge non si è limitata a modificare la pena, ma ha radicalmente cambiato la natura giuridica del fatto: da reato penale a illecito amministrativo. Di conseguenza, la precedente condanna penale non poteva più essere mantenuta. La recidiva, come spiegato, non era più in grado di ‘salvare’ la rilevanza penale del fatto, poiché la nuova norma richiede la commissione di un nuovo crimine, non di un illecito amministrativo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, perché ‘il fatto non è previsto dalla legge come reato’. Questa decisione estingue la condanna penale e tutti i suoi effetti. Tuttavia, ciò non significa che la condotta resti impunita. La Corte ha disposto la trasmissione degli atti all’autorità amministrativa competente, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che procederà a irrogare la sanzione amministrativa pecuniaria prevista dalla nuova normativa. Questa sentenza rappresenta una chiara applicazione del principio di favore per l’imputato (favor rei) e chiarisce definitivamente l’impatto della decriminalizzazione contrabbando su tutti i casi pendenti e passati in giudicato.

Il contrabbando di tabacco è sempre un reato?
No. A seguito del D.Lgs. n. 141/2024, il contrabbando di tabacchi lavorati per quantitativi fino a 15 chilogrammi convenzionali non è più un reato, ma un illecito amministrativo, a meno che non ricorrano specifiche circostanze aggravanti.

Cosa succede a chi è stato condannato per contrabbando prima della nuova legge, se la quantità era inferiore a 15 kg?
La sentenza di condanna viene annullata in applicazione del principio di abolitio criminis. Il fatto non è più previsto dalla legge come reato, quindi cessano l’esecuzione della pena e tutti gli effetti penali della condanna. Gli atti vengono trasmessi all’autorità amministrativa per l’applicazione della sanzione pecuniaria.

Essere recidivo impedisce la decriminalizzazione del contrabbando di piccole quantità?
No. Secondo la nuova normativa, la recidiva penalmente rilevante si configura solo se si commette un nuovo delitto di contrabbando. Poiché il contrabbando sotto i 15 kg è ora un illecito amministrativo, la sua commissione da parte di un soggetto già condannato non è sufficiente a trasformare l’illecito in un reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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